Ambiente, Una Montagna di Parole  |  agosto 1, 2017

Canicola: perché il caldo torrido si chiama così

Per capire l'origine della parola bisogna tornare indietro a Egizi, Babilonesi, Greci e Romani e ai segni del cielo. Sirio, la stella più luminosa del “Cane” maggiore (in latino canis), sorgeva nel periodo più caldo dell'anno. Da lì “canicula”, ovvero “figlia” del Cane, cagnolina. Che in questi giorni "morde" di brutto

di

Tempo di lettura: circa 0 minuti

Siamo ormai in agosto, nel tempo della Canicola, del caldo opprimente, che taglia le forze e fa appassire la vegetazione. Per capire l’origine del nome “Canicola” bisogna tornare indietro di millenni, alle civiltà degli Egizi, dei Babilonesi, dei Greci e dei Romani, quando si scrutava il cielo per individuarvi segni che potessero guidare ed aiutare l’uomo nelle sue attività quotidiane.

Così le stelle divennero guide per i naviganti e supporto per gli agricoltori, alla ricerca di indicazioni meteorologiche costanti e riferimenti stagionali. In questo modo gli antichi designarono le costellazioni e lo Zodiaco.

Una di queste era il Cane maggiore (in latino canis), con Sirio, la sua stella più luminosa il cui sorgere (fine luglio e inizio agosto) coincideva col periodo più caldo dell’anno.

Questa stella era, in un certo senso, un “figlia” del Cane: canicula, in latino, significa, infatti, “cagnolina” e deriva proprio da canis (cane). La calura “morde”, tagliando il respiro ad uomini e animali.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)