CASA DEL MONTE (SAN MARCELLO PITEGLIO) – Sarà anche uno strumento di energia rinnovabile, sarà anche un impianto “minieolico” (non oltre i 60 KW) ma quella pala di trenta metri, che svetta da tutta la vegetazione in cima al monte, in località Casa del monte (appunto), nel Comune di San Marcello Piteglio, non fa un certo un bell’effetto. Anzi, a dirla tutta, pare proprio un cazzotto in un occhio. Poi se la sua collocazione sia rispettosa di tutte le norme, se e chi di dovere possa intervenire e come, si vedrà. Per adesso c’è un proprietario di un’area privata che lì ha deciso di collocarla e un vicinato al quale proprio non va giù. E ci sono poi diverse persone che hanno iniziato a protestare e una raccolta di firme in corso che ha già messo insieme un centinaio abbondante di sottoscrittori, contrari a quel pilone color ruggine. C’è anche Legambiente, che pur essendo ovviamente favorevole alle energie rinnovabili, ha storto il naso e sta cercando di capire di più: “Abbiamo richiesto l’accesso agli atti poi vedremo cosa fare – spiega Antonio Sessa, presidente dell’associazione ambientalista di Pistoia -. La posizione dell’impianto non è delle migliori, oltretutto è realizzato con materiale riciclato, di un colore che lo rende anche di maggior impatto”.
La posizione del sindaco
Il Comune di San Marcello Piteglio pare essere stato colto alla sprovvista. Come atto di mediazione il sindaco Luca Marmo annuncia un incontro pubblico: “Me ne farò promotore. Spero che che le parti si parlino e si trovi un accordo. Io lavorerò per quello”. Ma il Comune non poteva evitare che si realizzasse quella pala ed intervenire anticipandone la collocazione? “La procedura è nata prima che io fossi sindaco di San Marcello Piteglio – spiega Marmo (che era sindaco uscente di Piteglio ma probabilmente la cosa ha preso piede nel momento in cui il Comune era commissariato in attesa della fusione con San Marcello) –. I vigili hanno fatto dei sopralluoghi, studieremo le carte. La materia è regolata da norme nazionali e regionali e sulle rinnovabili è tutto semplificato. Le procedure, poi, sono di natura tecnica a meno che non ci siano strumenti urbanistici che le regolino. Strumenti dei quali ad oggi il Comune non è dotato. Certo – conclude Marmo ricorrendo al buon senso – diciamo che se di questi tipi di impianti si parla prima con i vicini non è male”.
Quel palo spuntato all’improvviso
Ma facciamo un passo indietro. Claudia Stefanelli proprietaria con il fratello del terreno confinante con quello dove sorge il minieolico conferma: “Il sindaco ci ha detto che non ne sapeva niente e che si sarebbe attivato. Nei giorni scorsi c’è stato un sopralluogo dei vigili urbani e anche la Sovrintendenza e la Regione sono state informate”. Ma questo è solo l’ultimo tassello di una vicenda intricata. Tutto inizia nel maggio scorso: “Nel mese di maggio in via di Frattari, detta anche via di Casa di Monte, sono iniziati i lavori di realizzazione di un imponente basamento in cemento armato sporgente dal piano terra di circa un metro e mezzo, adiacente alla strada dove passano mezzi di ogni genere”, spiega ancora Stefanelli. Per tutto il mese di maggio, il cartello del cantiere non forniva altre spiegazioni. Poi è spuntato un altro cartello che specificava la “realizzazione di un impianto a energie rinnovabili in media frequenza per 60KW di potenza”. In poco tempo è sorta la torre con la turbina eolica. “Di fronte a questo scempio mio fratello si è rivolto al comune di San Marcello Piteglio ricevendo risposte vaghe”. Poi il sopralluogo del quale dicevamo prima e adesso l’attesa dei risultati. “Il 10 luglio con Legambiente abbiamo fatto richiesta formale di accesso agli atti. Siamo ancora in attesa di essere convocati per consultare le carte”.
Pericoli e ambiente
Al di là del modo in cui è nato l’impianto, quali sono le preoccupazioni dei residenti della zona? I pericoli che potrebbero derivare dalla struttura: “Nel caso del distacco la probabilità che un elemento rotante possa cadere sulla via di Frattari è molto elevata”, sottolinea Stefanelli. Poi, certo, le dimensioni di quella turbina e l’aspetto ambientale. “Nonostante l’incentivazione alle energie rinnovabili, molti comuni prescrivono e regolamentano l’installazione anche di impianti minieolici (fino a 60KW) limitandone l’altezza massima totale a 10 metri, una certa distanza dalla strada e almeno 300 metri dall’abitazione più vicina”. Tutti parametri non rispettati in questo caso: “La pala è stata collocata su uno dei crinali più belli del territorio del comune di San Marcello-Piteglio, il crinale del monte La Bastia, sulla strada che collega Casa di Monte con La Valle e Pian del Meo, a 900 metri di altitudine. Questa posizione rende l’impianto eolico particolarmente visibile da tantissimi paesi”.
Manca una mappatura per le rinnovabili
Vedremo come evolverà la vicenda. La pala è eretta ma non è entrata in funzione. Resta da capire, in generale, come sia possibile che si intervenga troppo spesso solo a cose fatte. La spiegazione finale ce la fornisce ancora Antonio Sessa, presidente di Legambiente Pistoia: “Tutto succede perché non esiste una mappatura dei luoghi dove poter costruire impianti eolici e fotovoltaici. Se esistesse sarebbe tutto meno complicato. Poi che dire – conclude sconsolato Sessa – se si pensa che in Sicilia esiste più eolico delle reali necessità e in molti costruttori prendono incentivi, come dispone la legge, e tengono fermi gli impianti…”.
Le immagini della pala eolica
(cliccare sulle foto per ingrandirle)