Una Montagna di Parole  |  settembre 5, 2016

Perchè si usano le espressioni balugano o bachiocco

Oggi lo si fa in modo più bonario di un tempo. Balugano deriva da "strabico", a Pisa occhio storto; da lì uomo stolto che non vede oltre il proprio naso. Bachiocco deriva da bastone, bastonare a vanvera e, infine, mandare tutto in malora. L'espressione è usata per chi fa danni. Nel migliore dei casi un sempliciotto

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Dar del “balugano” o del “bachiocco” a qualcuno oggi non farebbe granché effetto; ma se l’avessimo fatto in un passato nemmeno troppo lontano avremmo assaggiato qualche manrovescio.
In Toscana l’aggettivo “balugano” si è usato nel significato di “strabico” e spesso è stato associato al sostantivo “occhio”. L’occhio balugano, a Pisa, era l’occhio storto, cioè l’occhio che non ha buona vista. Forse l’origine è da ricercarsi nel latino bis+lucanus, “che ha mala luce”, ”che vede doppio” e, tradotto in senso più morale “uomo stolto”, che non vede più in là del proprio naso.
Come nel caso di “Bachiocco” che, oltre al toscano, appartiene anche al dialetto emiliano e a quello lombardo. All’origine c’è sempre la lingua latina: baculus voleva dire “bastone”, “bacchio”, da cui il verbo italiano “bacchiare”, cioè “abbattere con un bastone o con una pertica” dei frutti, o altro. Un’operazione, questa, condotta spesso a vanvera, senza creanza, tanto che in Toscana c’è l’espressione “bacchiare ogni cosa”, nel senso di “mandar tutto alla malora”.
Il “bachiocco”, allora è colui che figuratamente fa danni, senza alcun criterio o ragione. Insomma è un “sempliciotto”, per usare un eufemismo.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)