Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa ampia riflessione del CAI di Pistoia che prende spunto da un precedente intervento di due lettori sulla gestione del bivacco Lagonero (che riportiamo in coda al testo).
PISTOIA – “Questa nostra riflessione parte dalla voglia di raccontarci, di informare tutti coloro che non ci conoscono e di ricordare a tutti coloro che si sono dimenticati che il Club Alpino Italiano ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, ma anche la conoscenza e lo studio delle montagne e la difesa del loro ambiente naturale.
Formazione ai frequentatori della montagna
Da oltre 150 anni facciamo formazione affinché le persone frequentino la montagna in modo consapevole. Molto impegno lo dedichiamo alle giovani generazioni e soprattutto agli studenti perché imparino ad amarla e rispettarla. Proviamo a difendere il diritto a frequentarla liberamente per permettere, a tutti, di vivere questa esperienza unica. Ci adoperiamo dopo scrupolosa preparazione al soccorso degli infortunati, studiamo il territorio montano e contribuiamo al tentativo di mantenerlo integro, partecipando attivamente alla sua tutela.
L’essenza del Club Alpino sta in questo: oltre 150 anni di molteplici storie umane, fatte di gioie e soddisfazioni, di fatiche e sofferenze, con il minimo comune denominatore della passione per la montagna e della forza del volontariato. Per coerenza con lo spirito del volontariato del Club Alpino Italiano sopra illustrato, si deduce come il Bivacco Lagonero non possa diventare una struttura commerciale. Le migliaia di persone che in questi anni lo hanno frequentato hanno potuto sperimentare che l’esperienza del volontariato è una ricchezza diffusa che garantisce la coesione sociale e per questo è un bene prezioso da preservare, rilanciare e tutelare.
Gli obiettivi e le iniziative del CAI Pistoia
Gli obiettivi del sodalizio sono:
la diffusione della frequentazione della montagna e l’organizzazione di iniziative alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, in particolare fra i giovani;
l’organizzazione e la gestione di corsi d’addestramento per le attività alpinistiche, sci-alpinistiche, escursionistiche e cicloescursionistiche, speleologiche, naturalistiche volti a promuovere una sicura e consapevole frequentazione della montagna;
la formazione di figure titolate (istruttori, accompagnatori ed operatori), necessarie allo svolgimento delle attività citate;
il tracciamento, la realizzazione e la manutenzione di sentieri, opere alpine e attrezzature alpinistiche;
la realizzazione, la manutenzione e la gestione dei rifugi alpini e dei bivacchi d’alta quota di proprietà del Club Alpino Italiano e delle singole Sezioni – quantificati ad oggi in 761 strutture, per un totale di 21.681 posti letto;
l’organizzazione, tramite il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), struttura operativa del CAI, di idonee iniziative tecniche per la vigilanza e la prevenzione degli infortuni nella pratica delle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, nonché di capillari gruppi su tutto il territorio nazionale per il soccorso degli infortunati, di chi si trovi in pericolo e per il recupero dei caduti;
la promozione di attività scientifiche e didattiche per la conoscenza di ogni aspetto dell’ambiente montano nonché di ogni iniziativa idonea alla protezione e la valorizzazione dell’ambiente montano nazionale, anche attraverso l’operato di organi tecnici nazionali e territoriale, in particolare con l’adozione del Bidecalogo, codice di auto-regolamentazione morale che impegna i propri soci a una serie di comportamenti a favore della salvaguardia dell’ambiente e del territorio montano;
la promozione di iniziative di formazione di tipo etico-culturale, di studi dedicati alla diffusione della conoscenza dell’ambiente montano e delle sue genti nei suoi molteplici aspetti, della fotografia e della cinematografia di montagna, della conservazione della cultura alpina;
l’organizzazione e la gestione di corsi di preparazione professionale per guida speleologica nonché di corsi di formazione professionale per esperti e rilevatori del Servizio Valanghe Italiano (SVI).
La gestione di due strutture sulla montagna pistoiese
Proviamo a svolgere questi compiti con tanta passione. Certo non mancano le difficoltà. Molti sono i problemi che siamo costretti ad affrontare. Siamo consapevoli che ci sono limiti nel nostro agire e potremmo fare di più e meglio. Ma siamo testardi e amanti della montagna e il nostro impegno non verrà mai meno. Gestiamo due strutture che ci sono state affidate dalla Regione Toscana: Rifugio Portafranca in alta valle dell’Orsigna e ed Bivacco (più precisamente Punto di appoggio) Lagonero in alta valle del Sestaione, le cui concessioni in uso risalgono al 1969 per Portafranca e al 1979 per Lagonero (quest’ultima in sostituzione e continuità del contratto stipulato dal Centro Turistico Giovanile di Pistoia – anno 1963 – con l’allora Azienda Forestale dello Stato). La sezione CAI in questi anni si è impegnata a fondo nel migliorare le strutture e nel reperire fondi per le numerose opere di ristrutturazione
Le diverse idee della gestione
Non mancano idee diverse dalla nostra. Sono tutte rispettabili. Dopo decenni c’è chi vorrebbe che il bivacco Lagonero fosse affidato a privati per realizzare un vero e proprio bar/ristorante così da dare, dicono, lavoro ai cittadini della montagna. Non abbiamo niente contro l’attività privata. In montagna esistono strutture ben gestite dal privato ma anche alcune dal volontariato. Tutte possono convivere, anzi dovrebbero essere maggiormente integrate, essere in rete, fare squadra. Inoltre, l’impegno di tutti dovrebbe essere rivolto a quelle abbandonate da anni che potrebbero essere invece un’opportunità anche per chi vuole provare a scommettere su nuove forme di gestione.
“Il Lagonero non può diventare commerciale”
Per coerenza con lo spirito del volontariato del Club Alpino Italiano sopra illustrato, si deduce che il Bivacco Lago Nero non possa diventare una struttura commerciale. Lo sanno le migliaia di persone che in questi anni lo hanno frequentato, e in particolare gli oltre 20.000 soci CAI della Toscana per cui il bivacco costituisce un polo di attrazione per la nostra montagna: qui è possibile rifocillarsi, dormire e riscaldarsi. Uno dei lati positivi è che si può entrare, sedersi, utilizzare la cucina, i tavoli, ma anche stare lì anche solo a chiacchierare senza dovere per forza consumare qualcosa pagando. In questi anni da tutti è stata riconosciuta la dedizione e l’efficacia con cui i soci della Sezione di Pistoia hanno gestito il Bivacco Lagonero, per gran parte giovani volontari che provengono da ogni luogo della nostra Regione. Ci piace l’aria che vi si respira, il clima, l’affetto, la cordialità, l’impegno, il lavoro e l’obiettivo dei volontari a che questa bellissima struttura rimanga intatta preservandone lo spirito di comunità con cui è nata.
Porte aperte a nuovi volontari
E siamo felici quando arrivano nuovi volontari con la voglia di dare una mano, aiutandoci anche con nuove idee per migliorare il servizio di accoglienza che proviamo ad offrire. Chi avesse voglia di unirsi a noi e di mettersi in gioco può recarsi presso la sede del Cai di Pistoia o telefonare al numero 33426455401, dopo le ore 17:00.
Noi crediamo che la cosa importante sia amare e fare amare la montagna, cercare di preservarla, non distruggerla, e di promuoverla nell’interesse di chi ci abita. Certo occorre fare di più perché sia accogliente, con strutture efficienti, con servizi adeguati ad un escursionismo consapevole; ma per fare questo non serve per forza “privatizzare”, non serve per forza “vendere”. Lo spirito della montagna è soprattutto altro.
“I bilanci del CAI sono pubblici”
Infine ricordiamo che il nostro operato è trasparente: i nostri bilanci possono essere consultati in Sezione CAI Pistoia, previo preavviso alla nostra segreteria, documenti che al termine di ogni assemblea dei Soci (di norma due volte all’anno) vengono affissi per 15 giorni all’albo della Sezione a cui tutti, soci e non, possono accedere”.
Francesco Taddei, presidente Sezione CAI Pistoia
Giancarlo Tellini, presidente Gruppo regionale CAI
Il precedente intervento sulla gestione del bivacco
“Trasformiamo il bivacco del Lago Nero in rifugio vero e proprio”