Cutigliano, Economia  |  novembre 27, 2016

Quelle domande di fondo che restano sul futuro della nostra Montagna

Tanta gente alla tavola rotonda organizzata dalla "Voce della Montagna" a Cutigliano, sabato 26 novembre. Prima la discussione fra quattro sindaci e quattro importanti imprenditori, poi una lunga serie di considerazioni e domande del pubblico. E' emersa la grande necessità di creare una dialettica costruttiva. Restano molti nodi da sciogliere sullo sviluppo del territorio. E resta da definire il rapporto tra una progettualità innovativa ed una più consueta visione economica della Montagna. FOTOGALLERY di Maurizio Pini

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Fare un bilancio di una iniziativa, e poi importante, a poche ore dalla sua conclusione è un atto di superficialità e di arroganza intellettuale, tanto più se l’iniziativa vuole far meditare su idee di fondo che riguardano  il futuro nostro e dei nostri figli. Così è anche per la Tavola rotonda che si è tenuta ieri, sabato 26 novembre, a Cutigliano, sul tema “Quale idea di montagna?”, organizzata dalla “Voce della montagna” ed alla quale hanno preso parte imprenditori anche prestigiosi e amministratori locali. Perciò ci limiteremo a qualche impressione “a caldo” ed a qualche riflessione un po’ più approfondita.

LE IMMAGINI: IL PUBBLICO

 

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Serve una dialettica costruttiva

Ciò che è emerso con grande evidenza è il bisogno di confrontarsi, di realizzare una dialettica  costruttiva, al di là di ogni barriera ideologica o imprenditorialistica, di creare cioè un humus  sul quale costruire le basi della montagna del futuro. Questo bisogno è trapelato dagli interventi dei relatori ed ancor di più dalle domande del pubblico, intervenuto con compostezza ma anche con determinazione, per essere informato, per veder definiti i contorni dei progetti, nuovi e tradizionali, che risultano ancora sfumati e necessitano di ulteriori approfondimenti per essere accettati e condivisi. A questo proposito confermiamo quanto detto nel corso dell’incontro di Palazzo dei Capitani: “La Voce della Montagna” è disponibile a dare il proprio apporto, nelle forme che si riterranno opportune, per nuove occasioni di confronto e approfondimento, anche più specifico e tematico, delle varie proposte e progettualità.

I RELATORI

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Restano alcune domande di fondo

Restano, infatti, alcune domande di fondo a cui la tavola rotonda non ha dato, e non poteva dare, risposta immediata, a cominciare dalla definizione di Montagna pistoiese, che nell’idea di molti, amministratori e non, comprende tuttora un territorio estremamente limitato, quando essa dovrebbe coinvolgere tutte le zone montane che sono di uguale bellezza ed hanno altrettante prospettive di crescita.

Altro nodo da sciogliere è il tipo di economia su cui si deve investire; se votata prevalentemente al turismo o se di tipo integrato. Un’economia, quindi, che faccia leva sulle nuove potenzialità turistiche della Montagna e che, allo stesso tempo, non ignori altre componenti importanti: la forte tradizione metalmeccanica, che ha avuto nella  Magona e nella Smi dei precursori di rilievo, le tante attività legate al bosco, il settore agro-pastorale-alimentare.

Ma più in generale occorre definire il rapporto tra una progettualità innovativa che si sta proponendo ed una più consueta visione economica della montagna, votata prevalentemente al turismo bianco, la quale insiste su limitate unità territoriali che di fatto non concorrono alla crescita del rimanente, e vasto, territorio montano.

In ultima analisi, ciò che colpisce di più è la mancanza di una regia e di linee programmatiche che solo l’ente Regione potrebbe definire, insieme al territorio; la conseguenza è che gli attori degli attuali progetti sono destinati ad un confronto “frontale”, a volte senza esclusione di colpi, che non produce alcun vantaggio collettivo.

GLI INTERVENTI DEL PUBBLICO

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Le immagini del servizio sono di Maurizio Pini

 


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)