Quelle domande di fondo che restano sul futuro della nostra Montagna

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Tanta gente alla tavola rotonda organizzata dalla "Voce della Montagna" a Cutigliano, sabato 26 novembre. Prima la discussione fra quattro sindaci e quattro importanti imprenditori, poi una lunga serie di considerazioni e domande del pubblico. E' emersa la grande necessità di creare una dialettica costruttiva. Restano molti nodi da sciogliere sullo sviluppo del territorio. E resta da definire il rapporto tra una progettualità innovativa ed una più consueta visione economica della Montagna. FOTOGALLERY di Maurizio Pini


Appello a istituzioni e privati: salviamo i nostri castagneti

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La crisi testimoniata dall'importazione dall'estero di grandi quantità di castagne e dallo stato di abbandono nel quale versano gran parte delle piante. Eppure esistono i primi presupposti, come il prezzo al chilo della farina dolce, perché torni ad essere una risorsa economica. Servono nuove scelte: reimpianto di castagni, potatura delle piante più vecchie, inserimento del castagno fra le piante obiettivo, una pianificazione più razionale dei boschi, reinnesto dei polloni e regole più semplici

Il "Brocco"? Un cavallo inaffidabile. E poi anche un atleta scarso

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L'origine di questa parola, il latino broccus, aveva tutt'altro significato: si riferiva a una cosa sporgente, all'infuori. E spesso era legato alla conformazione dei denti. Poi nel linguaggio ippico ha significato "ronzino" con i denti sporgenti. Più di recente si è iniziato ad utilizzarlo per chi si cimenta in attività sportive con scarsi risultati

Fancilla, quel modo antico per chiamare una ragazza sulla Montagna Pistoiese

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E' la versione femminile contratta di fan(ti)cello, quello che era il garzone già nel 1300, collegato alla parola fante e al suo contrario infante (dal latino fari, ovvero parlare). Secoli più tardi, intorno al 1700, il termine fancilla ha acquistato il significato di bambina, con una connotazione vezzeggiativa. E oggi viene ancora utilizzato soprattutto da persone di una certa età

C'è verde e verde. Quello della montagna spesso è bello… visto da lontano

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Da vicino è spesso un groviglio di pruni, ginestre, alberi rinsecchiti e caduti al suolo. C'è poi l'invasione della cascia. E il contorno di frane e smottamenti. I boschi sempre meno accessibili e fruibili. Il rischio che in un prossimo futuro l'ambiente montano sia sempre più un habitat ideale per lupi, cinghiali, cervi e caprioli, ma precluso all'uomo. La FOTOGALLERY di Eleonora Pacini

In Montagna anche una bottega può essere un servizio di pubblica utilità

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Il depotenziamento di strutture non è solo quello dei servizi sanitari, postali, amministrativi o dei trasporti. C'è anche un valore sociale in esercizi commerciali gestiti da privati. In zone marginali e depresse la via da battere è defiscalizzare e ridurre la pressione della burocrazia. Per attuare il dettato della Costituzione: “ La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”