Una Montagna di Parole  |  novembre 1, 2016

Il “Brocco”? Un cavallo inaffidabile. E poi anche un atleta scarso

L'origine di questa parola, il latino broccus, aveva tutt'altro significato: si riferiva a una cosa sporgente, all'infuori. E spesso era legato alla conformazione dei denti. Poi nel linguaggio ippico ha significato "ronzino" con i denti sporgenti. Più di recente si è iniziato ad utilizzarlo per chi si cimenta in attività sportive con scarsi risultati

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Questa parola ha tanti significati, una buona parte dei quali è legata all’ambito botanico; qui da noi, però, “brocco” significa “stecco puntuto” e, più in particolare, definisce arbusti spinosi, con aculei pronunciati, come il prugnolo e, in genere, ogni pianta della famiglia dei pruni selvatici. Entrare in un “broccaio” è praticamente impossibile, tanto è fitto l’intrico di rami e rametti spinosi, che costituisce un percorso inaccessibile anche ad animali che non siano di piccola taglia.

L’origine della parola “brocco” è da ricercarsi nell’aggettivo latino broccus, che significava “sporgente”, “all’infuori”, ed era molto spesso legato alla conformazione del mento e dei denti. Non a caso Broccus era anche un soprannome (nell’antica Roma il soprannome entrava di diritto a far parte delle generalità individuali), riferito a individui dalla bocca e dai denti prominenti, come se oggi si definisse bazzone o dentone un tipo con quelle caratteristiche fisiognomiche.

Ma “brocco”, nel linguaggio ippico, ha indicato anche un “cavallo vecchio”, un “ronzino”, proprio perché con l’età i denti del cavallo tendono ad apparire più sporgenti. Così un cavallo “brocco” era inaffidabile e non adatto al lavoro.

Più di recente un “brocco” è diventato quell’atleta, a cominciare dai calciatori, che risulta scarso, dappoco, non tanto per l’età o per i denti sporgenti, quanto per la scarsezza delle sue prestazioni sportive, magari di gran lunga sopravvalutate economicamente.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)