Sanità e sociale  |  giugno 23, 2021

L’Infermiere di Famiglia diventa realtà anche in Montagna

Il servizio attivo a casa dei pazienti e in ambulatorio in nove zone diverse. I nominativi di riferimento. L'obiettivo è rafforzare la continuità assistenziale sul territorio nell’ambito delle cure primarie. Con la presa in carico dei pazienti anche una personalizzazione della cura. Fra gli effetti positivi la possibilità di evitare molti accessi inappropriati al Pronto Soccorso

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L'equipe infermiere di famiglia della montagna

PISTOIA –  E’ diventato realtà anche nella Montagna Pistoiese l’Infermiere di Famiglia e di Comunità. Lo comunica una nota dell‘Azienda Usl Toscana Centro: “Il modello organizzativo regionale che punta a rafforzare la continuità assistenziale sul territorio nell’ambito delle cure primarie garantendo ai cittadini la salvaguardia della loro salute in tutto l’arco della loro vita – spiega l’Usl -. Date le peculiarità del territorio montano, con una prevalenza di popolazione anziana, tale modello organizzativo, nell’ultimo anno, è stato implementato: l’area della Montagna è stata suddivisa in nove zone e ciascuna di queste è gestita da un Infermiere di Famiglia”.

Gli infermieri e le zone di competenza

Di seguito le zone e gli Infermieri che vi operano:

Abetone,  Elena Nesti – Cutigliano, Paola Catinari – Lizzano,  Doriana Ducci – San Marcello,  Miriana Castelli – Campotizzorro, Daniele Tesi – Maresca,  Lucia Saulea – Prunetta,  Gloria Motroni – Sambuca ,  Lucia Bartoletti e Pracchia,  Sonia Rioli. Saranno coordinati da Patrizia Fontani e coadiuvati dalle infermiere Federica Fattorini e Camilla Gaggioli, con il supporto delle OSS Simona Castelli, Paola Arcangeli e Frida  Petrolini.

Di cosa si occupano gli infermieri

Ad ogni infermiere è stato affidato un gruppo di popolazione identificato geograficamente, sulla cui presenza può contare ciascun assistito. In stretta collaborazione con la Medicina Generale, l’Infermiere monitora l’aderenza terapeutica e l’empowerement degli utenti e, allorchè necessarie, attiva le consulenze infermieristiche. Si occupa,  inoltre , della formazione dei caregiver e delle persone di riferimento, partecipa alla prevenzione secondaria attraverso la sanità d’ iniziativa e  collabora alle  strategie assistenziali di continuità ospedale-territorio.

I pazienti possono essere già in carico al servizio infermieristico per le cure domiciliari e per le cure palliative integrate o per le patologie croniche, ma sono seguiti anche i pazienti non conosciuti che hanno in atto una patologia acuta.

L’ Infermiere di Famiglia e Comunità risponde ai bisogni di salute della popolazione di uno  specifico ambito territoriale prevalentemente a domicilio ma anche in ambulatorio.

Presa in carico e personalizzazione cura

Spiega Erica Gualtieri coordinatrice infermieristica del presidio integrato ospedale-territorio Pacini: “Il vero valore aggiunto è rappresentato dal fatto che l’Infermiere di Famiglia stabilisce con le persone e le comunità rapporti affettivi, emotivi e legami solidaristici che diventano parte stessa della presa in carico e questo genera anche una personalizzazione della cura”.

Modello diffuso

Promosso dal Dipartimento Infermieristico e Ostetrico, diretto dal dottor Paolo Zoppi, “il modello è ormai diffuso in tutti territori ricompresi nell’Azienda Usl Toscana centro; si è dimostrato efficace anche per meglio orientare le persone e le famiglie nella complessa rete dei servizi territoriali facilitandone l’accesso e la continuità assistenziale”.

Meno accessi inappropriati al Pronto soccorso

Con la presenza dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità possono anche essere evitati molti accessi inappropriati in Pronto Soccorso con i relativi disagi per i pazienti – sottolinea ancora l’Azienda sanitaria -. La presenza dell’Infermiere di Famiglia nella Montagna Pistoiese si è dimostrata fondamentale anche durante l’emergenza sanitaria da Covid-1, sia come figura sanitaria di riferimento sia per far arrivare a “casa” degli assistiti, soprattutto i più fragili, le cure e le attenzioni necessarie.

La persona al centro

“Questo nuovo modello organizzativo – sottolinea Paolo Cellini, direttore dell’assistenza infermieristica ed ostetrica dell’area pistoiese – pone al centro la persona con i suoi reali bisogni e mette in rete tutte le forze, i mezzi e le strategie necessarie per offrire una risposta il più possibile vicina alle reali necessità e ai bisogni del paziente stesso”.


La Redazione

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