PISTOIA – E’ diventato realtà anche nella Montagna Pistoiese l’Infermiere di Famiglia e di Comunità. Lo comunica una nota dell‘Azienda Usl Toscana Centro: “Il modello organizzativo regionale che punta a rafforzare la continuità assistenziale sul territorio nell’ambito delle cure primarie garantendo ai cittadini la salvaguardia della loro salute in tutto l’arco della loro vita – spiega l’Usl -. Date le peculiarità del territorio montano, con una prevalenza di popolazione anziana, tale modello organizzativo, nell’ultimo anno, è stato implementato: l’area della Montagna è stata suddivisa in nove zone e ciascuna di queste è gestita da un Infermiere di Famiglia”.
Gli infermieri e le zone di competenza
Di seguito le zone e gli Infermieri che vi operano:
Abetone, Elena Nesti – Cutigliano, Paola Catinari – Lizzano, Doriana Ducci – San Marcello, Miriana Castelli – Campotizzorro, Daniele Tesi – Maresca, Lucia Saulea – Prunetta, Gloria Motroni – Sambuca , Lucia Bartoletti e Pracchia, Sonia Rioli. Saranno coordinati da Patrizia Fontani e coadiuvati dalle infermiere Federica Fattorini e Camilla Gaggioli, con il supporto delle OSS Simona Castelli, Paola Arcangeli e Frida Petrolini.
Di cosa si occupano gli infermieri
Ad ogni infermiere è stato affidato un gruppo di popolazione identificato geograficamente, sulla cui presenza può contare ciascun assistito. In stretta collaborazione con la Medicina Generale, l’Infermiere monitora l’aderenza terapeutica e l’empowerement degli utenti e, allorchè necessarie, attiva le consulenze infermieristiche. Si occupa, inoltre , della formazione dei caregiver e delle persone di riferimento, partecipa alla prevenzione secondaria attraverso la sanità d’ iniziativa e collabora alle strategie assistenziali di continuità ospedale-territorio.
I pazienti possono essere già in carico al servizio infermieristico per le cure domiciliari e per le cure palliative integrate o per le patologie croniche, ma sono seguiti anche i pazienti non conosciuti che hanno in atto una patologia acuta.
L’ Infermiere di Famiglia e Comunità risponde ai bisogni di salute della popolazione di uno specifico ambito territoriale prevalentemente a domicilio ma anche in ambulatorio.
Presa in carico e personalizzazione cura
Spiega Erica Gualtieri coordinatrice infermieristica del presidio integrato ospedale-territorio Pacini: “Il vero valore aggiunto è rappresentato dal fatto che l’Infermiere di Famiglia stabilisce con le persone e le comunità rapporti affettivi, emotivi e legami solidaristici che diventano parte stessa della presa in carico e questo genera anche una personalizzazione della cura”.
Modello diffuso
Promosso dal Dipartimento Infermieristico e Ostetrico, diretto dal dottor Paolo Zoppi, “il modello è ormai diffuso in tutti territori ricompresi nell’Azienda Usl Toscana centro; si è dimostrato efficace anche per meglio orientare le persone e le famiglie nella complessa rete dei servizi territoriali facilitandone l’accesso e la continuità assistenziale”.
Meno accessi inappropriati al Pronto soccorso
“Con la presenza dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità possono anche essere evitati molti accessi inappropriati in Pronto Soccorso con i relativi disagi per i pazienti – sottolinea ancora l’Azienda sanitaria -. La presenza dell’Infermiere di Famiglia nella Montagna Pistoiese si è dimostrata fondamentale anche durante l’emergenza sanitaria da Covid-1, sia come figura sanitaria di riferimento sia per far arrivare a “casa” degli assistiti, soprattutto i più fragili, le cure e le attenzioni necessarie.
La persona al centro
“Questo nuovo modello organizzativo – sottolinea Paolo Cellini, direttore dell’assistenza infermieristica ed ostetrica dell’area pistoiese – pone al centro la persona con i suoi reali bisogni e mette in rete tutte le forze, i mezzi e le strategie necessarie per offrire una risposta il più possibile vicina alle reali necessità e ai bisogni del paziente stesso”.