Ambiente  |  giugno 11, 2021

Il turismo ecologico la strada per il futuro della montagna

L’asfaltatura delle strade comunali che conducono a Pratorsi e alla Casetta Pulledrari un primo passo in questa direzione. Si riapre un collegamento tra il fondovalle e le foreste sovrastanti. La necessità di puntare sul turismo legato all'escursionismo. Il ruolo del mondo della Mountain-bike e il possibile sviluppo dei bike hotel. Finanziato con 200mila euro il progetto presentato dall' l’Unione dei Comuni su un bando della Regione Toscana sulla sentieristica

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L'intallazione della croce al Corno alle scale

Con l’asfaltatura delle strade comunali che conducono a Pratorsi e alla Casetta Pulledrari, il Comune di San Marcello Piteglio ha realizzato un primo importante passo per la rinascita di un turismo “ecologico” che, se sviluppato nella giusta maniera, in sinergia tra le istituzioni e le realtà imprenditoriali del territorio, porterà benefici a tutta la comunità. L’asfaltatura non costituirebbe di per sé un gran beneficio per i flussi turistici, considerando che, al momento, sia il rifugio di Pratorsi che quello della Casetta Pulledrari sono chiusi. Il solo riaprire un collegamento tra il fondovalle e le foreste sovrastanti, consentirà tuttavia ai numerosi appassionati di apprezzare la bellezza di luoghi incontaminati, attraverso sentieri che raggiungono le più alte creste del nostro Appennino.

Turismo ed escursionismo

La morfologia delle nostre montagne si adatta perfettamente ad un turismo legato al mondo dell’escursionismo, con percorsi adatti a tutti: si possono effettuare escursioni di breve durata o traversate più lunghe, con la possibilità di tappe intermedie, soggiornando in suggestivi rifugi di alta quota. Una potenzialità non ancora sufficientemente sviluppata riguarda il turismo legato al mondo della Mountain-bike, che conta un numero crescente di appassionati e che potrebbe trovare nei nostri boschi il luogo ideale sia per amatori che per competizioni a tutti i livelli.

L’idea dei “Bike hotel”

A questo proposito potrebbe essere presa in considerazione l’idea dei “Bike Hotels”: strutture nate per ospitare questo tipo di turismo, con aree attrezzate per la cura della meccanica delle biciclette e organizzazione del soggiorno attagliata alle esigenze degli ospiti. Un ulteriore possibilità di sviluppo potrebbe aversi dalla creazione di una sorta di “percorso della memoria”, con escursioni nei luoghi più significativi della lotta partigiana al Nazifascismo: l’Appennino Tosco-Emiliano costituì infatti la cosiddetta “linea gotica” durante la seconda guerra mondiale e fu perciò teatro di numerosi scontri tra partigiani e nazi-fascisti che battevano in ritirata dal nostro Paese.

Un incontro tra Istituzioni

Nell’incontro informale tra il sindaco di San Marcello Piteglio Luca Marmo, ed il presidente della Giunta regionale Eugenio Giani, svoltosi nei giorni scorsi a San Marcello, è stato fatto un focus proprio sulle potenzialità della Montagna Pistoiese, con particolare riferimento al rifugio di Casetta Pulledrari, immobile di proprietà regionale al momento in disuso, che potrebbe essere sottoposto ad un progetto di rilancio, attraverso investimenti che conducano ad un modello di gestione sostenibile.

Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che l’Unione dei Comuni ha presentato un progetto su un bando della Regione Toscana relativo alla sentieristica, ottenendo un finanziamento di 200.000 euro. Tale progetto riguarda i percorsi che attraversano la nostra Montagna dal Comune di Sambuca fino a quello di Abetone Cutigliano e che hanno come punto centrale proprio il rifugio di Casetta Pulledrari, geograficamente posto a metà del cammino.

Occorre una nuova collaborazione tra pubblico e privato

Come si evince da quanto sopra esposto, qualcosa si sta muovendo ed è rilevante che le Istituzioni abbiano aperto una discussione di prospettiva sulle sorti della nostra montagna dopo che, per decenni, abbiamo assistito ad un graduale ma inarrestabile depauperamento dei servizi, che ha avuto quale conseguenza un generale spopolamento del territorio. Per non rendere questa discussione sterile, occorrerà dotarsi da subito di una rete di servizi di accoglienza fruibile ed efficiente per gli ospiti della nostra montagna. Questo primo step si potrà compiere soltanto se saranno create le giuste sinergie tra “pubblico” e “privato”: da un lato le Amministrazioni Comunali dovranno snellire le pastoie burocratiche che attivano bandi regionali riguardanti finanziamenti agevolati per migliorare le strutture ricettive e la relativa gestione; dall’altro sarà necessaria una maggiore consapevolezza da parte delle imprese turistiche del territorio che la nostra Montagna è un “valore” nella sua totalità e complessità, al di là di ogni “campanile”.

La strada sarà ancora lunga e non priva di difficoltà anche se bisogna avere fiducia nelle capacità e nella tenacia che la nostra gente ha sempre dimostrato di avere.

 

Nella foto in homepage una vecchia immagine del rifugio di Porta Franca


La Redazione

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