Sambuca, La ricerca  |  luglio 25, 2020

UN PAESE ALLA VOLTA / Pavana e Guccini, un binomio inscindibile

Legame fortissimo quello del cantautore con la sua terra d'origine alla quale ha dedicato tanti dei suoi scritti, dalle Cròniche epafàniche al Dizionario del dialetto. Il paese è situato sul versante sinistro della valle del Limentra occidentale, a 491 metri slm, attraversato dalla ‘Porrettana’, con tanti piccoli borghi vicini. Nel 1998 la nascita del Comitato per i Mille anni di Pavana, immortalati anche nell'affresco di Paolo Matani. Il particolare dialetto pavanese che rischia di diventare una lingua "morta"

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Veduta di Pavana

“Pavana è un ricordo, fra i castagni d’Appennino».

Pàvana e Guccini, un binomio inscindibile. Il notissimo cantautore, di padre pavanese, non è nativo di questo paese ma della città di Modena. A Pavana passò tuttavia i primissimi anni della sua infanzia e da questo paese, in cui visse in tale periodo, fu segnato da una specie di imprinting: Pavana, il Molino di Chiccone, il Limentra, la locale parlata sono centrali nella vita del Nostro. Egli è di multiforme ingegno; oltre alla composizione musicale ed al canto si è dedicato anche all’arte dello scrivere. Da qualche tempo testi polizieschi, ma i principali hanno per tema Pàvana, la sua gente, la sua storia, il suo idioma, il suo territorio; fra essi i principali sono, a mio avviso, Cròniche epafàniche, una storia scritta in italiano/pavanese ed il Dizionario del dialetto di Pàvana, una comunità tra Pistoiese e Bolognese.

Le caratteristiche principali di Pavana

Il Paese è situato sul versante sinistro della valle del Limentra occidentale, alla quota di 491 metri slm ed è attraversato dalla S.S. 64 ‘Porrettana’. Ha circa 750 residenti ed è quindi il più popoloso centro del Comune di Sambuca. A monte del paese, e quindi in sinistra Limentra, un’ampia zona boscata che da un punto di vista geologico appartiene alla Formazione di Monte Cervarola (il cosiddetto Macigno) costituita da
Arenarie quarzoso micacee a grana fine, stratificate ed alternate a siltiti. In tale zona prevalgono castagneti e macchie di bosco misto. A valle di Pàvana e nella pendice in destra Limentra si è in presenza di una zona detta “Di là da l’acqua”, dove affiorano tipi litologici del Complesso argillitico, costituito in prevalenza da argilliti grigie nere (il cosiddetto Galestro, localmente detto Calastro).
Qui non vegeta il Castagno, ma boschi cedui con prevalenza di Roverella, Quercus peduncolata, e Cerro (Quercus cerris ). In questa pendice ampie zone sono ricoperte da tratti seminativi, seppure in gran parte abbandonati ed appartenenti alla parrocchia di Pàvana.

​I piccoli BORGHI

Case Bonaiuti, Fondamento, Case Gori, La Torraccia, Pian di Campo, Casa Bettini, Pratopiano, Le Casette, Casa Sedoni, Cà di Dano sono nuclei abitati, frazioni che fanno parte integrante di Pàvana e che in estate si riempiono di gente: talvolta sono nativi del luogo che si sono trasferiti altrove per motivi di studio o di lavoro, talaltra sono turisti che vogliono trascorrere qualche settimana al fresco e tra i castagni.
Recentemente un discreto incremento di popolazione è stato determinato dall’insediamento di un gruppo etnico di marocchini.

I mille anni di Pavana

 Maiani con Guccini

Correva l’anno 1994. Tutto è iniziato con una piccola frase buttata lì quasi per caso da Francesco Guccini :”Lo sapete che Pàvana nel 1998 compirà mille anni?”. In tale occasione nacque il Comitato per i Mille anni di Pavana che organizzò una serie di manifestazioni di carattere culturale, denominate ‘Incontri pavanesi’. Si presentò un giorno un noto pittore toscano, Paolo Maiani, che appassionato della musica di Guccini e della storia pavanese, con entusiasmo e generosità, si offrì di eseguire un affresco. E così nel porticato delle Logge apparve la successione di quattro eventi storici succedutisi nei trascorsi Mille anni pavanesi.

L’affresco di Paolo Maiani

 

  Il pittore Maiani e, sopra, il suo affresco

Nel primo bozzetto l’Imperatore Ottone III consegna al Vescovo di Pistoia Antonino il Diploma in cui conferma al prelato la proprietà del feudo della villam de pavano; nel secondo, sono rappresentati Il poeta/giureconsulto Cino da Pistoia e l’amata Selvaggia; seguono poi, accanto rappresentati sul greto del Limentra, l’immagine di San Frediano e di alcuni popolari personaggi ben noti a tutti i pavanesi: fra gli altri, il sarto Nino Nativi detto Gòcchia, che alternava al lavoro d’ago frequenti visite alla vicine osterie, l’Almina Paiara di cui nelle Cròniche epafaniche
Guccini scrive: «C’è la Paiara che non esercita più a Pistoia, o a Montecatini o a Viareggio o in altri posti eleganti e va cento volte avanti e indietro cento volte al giorno da Pàvana alla Venturina e vive di caffè e sigarette e parla da sola, vestita di tracce e di ricordi, in pelliccia anche d’estate … Pace, pace Almina la Paiara, pace alla tua susina sgargagnata e ai tuoi deliri». L’ultima figura dell’affresco rappresenta Guccini stesso, burattinaio di parole , che con la sua imponente figura conchiude Pavana con la sua storia ed i suoi personaggi .

COME SI PARLA A PAVANA

Il dialetto pavanese è stato oggetto dello studio di Francesco Guccini, cantautore e poeta ed esperto conoscitore di lingue e dialetti. Per cui, nel 1998 in occasione del Millenario del paese, egli diede alle stampe Il Dizionario del dialetto di Pàvana. Nella Prefazione del volume, l’Autore mette in evidenza che il dialetto pavanese è parlato dagli anziani fra di loro; oggi, una dozzina di anni dopo la pubblicazione del Dizionario, il dialetto parlato in pratica non esiste più.
Secondo l’Autore la parlata pavanese costituirebbe un interessante confine linguistico, per cui si può dire che si tratti di un emiliano toscanizzato o di un toscano con influenze emiliane. Tali caratteristiche emiliane fanno sì che all’interno delle parole tendono a scomparire le vocali precedenti e le seguenti vocali accentate. Un esempio soltanto: scrive Guccini: «Mentre un pavanese indica il proprio paese come Pàvna, tutti gli altri abitanti del Comune lo indicano come Pàvena, il che, confessiamolo, ad orecchie pavanesi suona leggermente fastidioso».

Molte parole appartengono a zone lessicali diverse, quella bolognese per la pavanese e quella toscana per il sambucano. La lingua pavnese, che peraltro si avvia a divenire una ‘lingua morta‘ al pari del latino o del greco antico (!), apparirà in modo completo ed approfondito consultando il gucciniano Dizionario.
A titolo esemplificativo, o di semplice curiosità, propongo un elenco di termini compresi fra le parlate di località poste lungo una ideale direttrice costituita dall’itinerario compreso fra Bologna e Prato. Prendiamo in considerazione il termine STOMACO: stàmg, a Bologna, stómg, a Porretta Terme, stómgo, a Pàvana , stòmmego, a Taviano, stòmaho a Spedaletto e a Pistoia, stòmao, a Prato. Insomma, in pochi chilometri si parla davvero diverso.

Edifici storici di valore

Le Logge

Le Logge – Solida costruzione a pianta quadrata sovrastata da una torretta colombaia. Si affaccia con un ampio porticato sulla Statale Porrettana. Le Logge furono costruite intorno alla metà dell’Ottocento da don Lorenzo Magnanelli, singolare figura di prete che Gianbattista Comelli definì “… di scorretti costumi: spirito bizzarro, con sufficiente impegno, e poco giudizio”. Nei paramenti frontali e laterali, alcune scritte sono incise su lastre di pietra: “A Dio, Pavana, alla patria, agli amici; ambizion disegnò capriccio fece, architetti tirate di lungo”.

Chiesa dei Santi Maria e Frediano – Chiesa parrocchiale di Pavana con nucleo abitato circostante. Dedicata fin dal Medioevo a San Frediano e compresa nell’archidiocesi di Bologna, fu sottoposta al vescovo di Pistoia nel 1764.
Dogana Granducale – Costruita nel 1846 in concomitanza con l’apertura della nuova Strada Porrettana. Il fabbricato, ancora ben conservato, è “interessante per la sobria architettura che unisce elementi di ispirazione padana (per esempio l’ampio portico a piano terreno) a materiali locali come il Macigno con risultati di una certa efficacia formale» (N. Rauty). Posta a controllo e regolazione del movimento di persone e merci fra lo Stato Pontificio ed il Granducato di Toscana, tale Dogana fu attiva per una quindicina di anni soltanto, poiché nel 1860 i due stati entrarono entrambi a far parte del Regno d’Italia.
Dogana Vecchia – Locali al piano terreno di un vetusto edificio in località Teglia, lungo l’antico tracciato della Via Francesca della Sambuca, denominato in seguito Via Vecchia Bolognese. Nel portale, costruito con grossi monoliti di arenaria, è incisa la data 1641; nei pressi sono ancora riconoscibili feritoie per armi da fuoco, che testimoniamo l’antica destinazione della località .

 La Dogana vecchia
Mulino di Chiccone – Tradizionale mulino ad acqua di proprietà della famiglia Guccini, in cui l cantautore trascorse gli anni dell’infanzia e della giovinezza. È la località descritta nel volume Cròniche epafàniche .
La Diga – Sbarramento del corso del Torrente Limentra per uso idroelettrico, costruito nel 1925. Il bacino ottenuto è collegato tramite gallerie con i Bacini di Suviana e di Molino del Pallone.


La Redazione

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