La mente sui monti  |  maggio 25, 2020

Ottimismo: che cos’è e come coltivarlo

Gli ottimisti ritengono che le avversità siano temporanee, i pessimisti che durino molto tempo, distruggano tutto e siano conseguenza delle proprie azioni. I primi sono più propositivi, risentono meno dei malanni fisici ed emotivi, colgono gli ostacoli come opportunità di cambiamento. Come fare? Porsi obiettivi piccoli e raggiungibili, gioire delle conquiste e fare spazio alla possibilità d’insuccesso

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Ci sono pochi dubbi: l’ottimismo è qualcosa di positivo per tutti. A differenza dei pessimisti che tendono a credere che gli eventi negativi durino molto tempo, distruggano tutto e siano conseguenza delle proprie azioni, gli ottimisti ritengono che le avversità siano temporanee e che le cause siano circoscritte ad uno specifico evento.

Gli ottimisti credono che il fallimento sia conseguenza delle circostanze, della sfortuna o dell’azione di qualcun altro. Essi percepiscono una situazione negativa come una sfida da affrontare con determinazione e coraggio.

E’ dimostrato che i pessimisti gettano la spugna più facilmente e attraversano più spesso stati depressivi.

Gli ottimisti invece sono più propositivi e risentono meno dei malanni fisici ed emotivi. Un atteggiamento pessimista può essere talmente radicato da essere considerato permanente. Fortunatamente si può imparare a essere ottimisti!
Alla base del pessimismo vive un senso pervasivo d’impotenza, caratterizzato dalla sensazione che le proprie azioni o intenzioni non abbiano il potere di incidere su ciò che accade. Il pessimista si crogiola nella mancanza di controllo e quindi di potere sulla propria vita.

Ed è proprio su questo che è importante soffermarsi per rinvigorire la propria sorgente di ottimismo.

Questo non vuol dire appoggiarsi a fantasie consolatorie del tipo “Domani andrà meglio” o motivarsi attraverso uno sterile “Ce la farai” e nemmeno convincersi di poter controllare tutto. Tante cose sfuggono al nostro controllo ma abbiamo a disposizione un vasto campo d’azione nel quale possiamo impegnarci.
Tutti abbiamo la possibilità di scegliere il modo in cui condurre e gestire il proprio stile di vita, le relazioni, il lavoro.

Non si tratta di adottare il “pensiero positivo” ma di sentire di avere possibilità di scelta, influenza sul proprio vivere quotidiano.

Il punto cruciale è come reagiamo di fronte alle avversità. Essere ottimisti significa non darsi la colpa per ciò che accade ma ampliare il proprio punto di vista, cogliere gli ostacoli come opportunità di cambiamento. Implica un allenamento costante in cui ci abituiamo a mettere in dubbio i pensieri distruttivi e a celebrare i piccoli grandi successi.

Piuttosto che dirsi “sono un fallimento totale” ammettere “sono stanco”, invece di sentenziare “il mio compagno ce l’ha con me”, ridimensionare con “magari è di cattivo umore” oppure rispetto a definirsi come “ una persona che non piace” rivalutare con “a lui non piaccio”.

Iniziare a percepire le situazioni come dinamiche suscettibili di cambiamento e soprattutto dar sfogo al proprio senso di efficacia.

In che modo? Ponendosi obiettivi piccoli e raggiungibili, soffermandosi e gioendo delle conquiste e fare spazio alla possibilità d’insuccesso, che, piuttosto che scoraggiarci, ha la possibilità di accendere la motivazione e farci apprendere modi nuovi e più funzionali di agire.

Non dimentichiamoci che la “speranza” è quella cosa piumata che si viene a posare sull’anima, canta melodie senza parole e non smette, mai. Emily Dickinson


Rachele Cresci

Psicologa Psicoterapeuta ad orientamento umanistico e bioenergetico. Esperta in tecniche di rilassamento, training autogeno, meditazione e bioenergetica, gestione di ansia e stress. Esercita da diversi anni a Pistoia offrendo uno spazio di ascolto e benessere. [email protected] 3490832515 Viale Adua 49 Pistoia www.rachelecrescipsicologapistoia.it