Piteglio, San Marcello, Sanità e sociale  |  ottobre 23, 2019

Cure palliative in “hospice”, in funzione due posti letto in montagna

Il nuovo servizio, attivo dal 18 novembre alla Fondazione Turati di Gavinana, per persone affette da malattie oncologiche e croniche in stadio avanzato. Destinatari colo che, per scelta o condizioni cliniche, non possono essere seguiti a casa, ma che possono mantenere il più possibile la vicinanza con la famiglia. L’iniziava fa parte di un progetto che comprenderà anche la formazione di infermieri e medici e della stessa cittadinanza su questa tipologia di cure

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La Fondazione Turati a Gavinana

GAVINANA (SAN MARCELLO PITEGGLIO) – Saranno attivati a breve presso la Fondazione Turati di Gavinana due posti letto di hospice per la cura e l’assistenza delle persone della Montagna pistoiese affette da malattie oncologiche e croniche in stadio avanzato. L’apertura del servizio, prevista per il prossimo 18 novembre, è stata annunciata oggi, mercoledì 23 ottobre, in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Sabrina Pientini, direttrice dell’unità funzionale di Cure palliative e hospice di Empoli, Prato e Pistoia per l’Ausl Toscana Centro, e Piero Morino, direttore struttura organizzativa complessa di Cure palliative dell’Ausl Toscana Centro, insieme a Nicola Cariglia, presidente della Fondazione Turati. «La Montagna pistoiese ha necessità di cure palliative e questo è solo l’inizio di un progetto più ampio che comprenderà anche la formazione per gli infermieri del distretto e i medici di medicina generale – ha spiegato Pientini -. Non solo: si tratta di formare anche la cittadinanza circa il concetto di cure palliative, anche alla luce della legge 219/2017 e delle disposizioni anticipate di trattamento, il tutto in un’ottica di stretta collaborazione tra l’ospedale e il territorio».

Nella foto i partecipanti alla conferenza stampa di stamani alla Turati. Da sinistra: Sabrina Pientini (direttrice dell’unità funzionale di Cure palliative e hospice di Empoli, Prato e Pistoia per l’Ausl Toscana Centro), Piero Morino (direttore struttura organizzativa complessa di Cure palliative dell’Ausl Toscana Centro), Maurizio De Scalzi (direttore generale Fondazione Turati), Nicola Cariglia (presidente Fondazione Turati) e Andrea Fiaschi (direttore operativo del Centro socio-sanitario di Gavinana)

Il nuovo servizio

I posti letto di Gavinana vanno ad aggiungersi ai 13 (12 + 1 day hospice) presenti in provincia a Spicchio. Le stanze singole destinate a tale scopo comprendono due letti, uno per il malato e uno a disposizione per i familiari, che così possono restare vicini. Questo tipo di struttura può accogliere non solo pazienti nella fase finale, ma anche persone che necessitano di un aggiustamento delle terapie o che soffrono per criticità temporanee: «L’hospice è pensato per chi, per scelta o condizioni cliniche, non può essere seguito a casa – ha spiegato Morino – con l’idea, però, di consentire alla persona di restare vicino alla propria abitazione, ricostruendone le caratteristiche in un ambiente protetto».

La vicinanza alla famiglia

«Questo servizio è importante perché consentirà a chi vive in montagna di non dover andare in hospice più lontani – ha sottolineato Cariglia – e adotterà la stessa filosofia presente in Rsa: l’idea è infatti mantenere la vicinanza con la famiglia evitando, come spesso accade, che il malato sia ricoverato impropriamente in ospedale per mancanza di alternative».

L’iniziativa si colloca in un’ottica di una generale riorganizzazione della rete delle cure palliative in zona e di una maggiore attenzione alla rete domiciliare.

Corso di formazione

In previsione dell’attivazione, al Centro socio-sanitario della Turati di Gavinana si è svolto un apposito corso di formazione per il personale interno, intitolato «Le cure palliative, un diritto del malato. Aspetti clinico assistenziali nel tempo di fine vita». Insieme a Pientini e Morino sono intervenuti psicologi e operatori già impegnati in hospice. «Tra gli argomenti affrontati, di grande importanza sia per l’Oss che per il medico o l’infermiere, vi sono ad esempio la gestione di sintomi e la sedazione – ha spiegato Pientini – ma anche la distanza esistente tra suicidio assistito ed eutanasia. Un tavola rotonda consente inoltre ai partecipanti lo scambio con figure che lavorano in strutture di questo tipo e costituisce un momento fondamentale della giornata».


La Redazione

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