PISTOIA – CREMONA 72-90
(Parziali 17-20, 39-42, 54-64)
PISTOIA: Bolpin 6, Della Rosa, Johnson K. 21, Peak 12, Krubally 4, Auda 15, Di Pizzo ne, Martini, Querci ne, Severini 2, Johnson D. 13. All. Ramagli
CREMOMA: Saunders 11, Baggi, Gazzotti, Diener 14, Ricci 27, Demps 10, Ruzzier 4, Mathiang 5, Crawford 5, Aldridge 11. All. Sacchetti
PISTOIA – Risveglio amaro stamani, in questo assolato lunedì di novembre (novembre?) per la Pistoia cestistica, dopo la sconfitta nel posticipo di ieri sera con Cremona. E adesso sono sei le gare disputate e sei le sconfitte, delle quali tre al Palacarrara che per anni è stato quasi un fortino inespugnabile. Ancora una sconfitta maturata già nel terzo quarto, dopo una metà gara sicuramente più positiva delle precedenti, e con uno scarto pesante come tutte le altre, a parte l’eccezione dell’esordio di Pesaro. Parlare di crisi è il minimo, e non è azzardato neppure affermare che questa squadra, cioè questo “roster”, non ha realisticamente molte possibilità di centrare l’obiettivo della salvezza.
La panchina che non c’è
Se è vero, infatti, che anche la partita con Cremona ha lasciato molti dubbi su come è stato allestito il quintetto base, non si può pensare di affrontare la serie A con una “panchina” così. Una panchina che, ieri era più che mai, ha mostrato limiti evidentissimi: da lì sono arrivati 2 punti in quasi tutta la gara, non fosse stato per le due triple finali di Bolpin, peraltro le uniche due andate a segno oltre a quella di Kerron Johnson (il migliore di Pistoia con 21 punti, 9 assist e 27 di valutazione).
Statistiche impietose
Tre triple in un intero match su 15 tentativi, il 21% (contro l’11/24 della squadra di Meo Sacchetti) sono uno dei dati che più impietosamente fotografano il match biancorosso; e poi ci sono i rimbalzi, 43 a 31 per Cremona, a testimoniare le difficoltà titaniche sotto canestro (quasi beffardo il dato dei 15 rimbalzi di Krubally, migliore della giornata in tutta la serie A, anche se con soli 4 punti messi a segno). Quel che non possono dire solo le statistiche è la fatica a costruire gioco in attacco e le difficoltà a difendere, evidenziate da un avversario decisamente non alla portata della OriOra, non a caso secondo in classifica, con un’unica partita persa fino ad oggi.
La notte insonne
A fine match, in sala stampa, coach Ramagli ha parlato di una squadra “affranta”, di una notte almeno per lui insonne, di non sentirsi “di buttare la croce addosso a nessuno dei giocatori. La partita era stata preparata così e abbiamo fatto molto bene quello che dovevamo”, ha detto. Ma il punto è un altro. L’allenatore ha chiaramente fatto intendere che così non si può andare avanti: “Mi sembra evidente che ci sia bisogno di qualcosa che ci dia una mano”. Rinforzi sul mercato, insomma. Arriveranno? E qui si torna alle dolenti note: le risorse.
Le risorse e lo “spettro” A2
A caldo si può aggiungere poco a quanto già detto e scritto sul tema. Pistoia ha vissuto finora stagioni straordinarie nella massima serie – e alla società non si può che dire grazie mille volte – ma se la coperta è sempre più corta bisognerà prenderne atto. Ciò non significa darsi per spacciati appena alla sesta giornata e accomodarsi tranquillamente in A2 ma prendere coscienza che una stagione possa chiudersi. Quello che capiamo meno è che si stia diffondendo un sentimento di rassegnazione, dall’ultimo tifoso su su fino dove non sapremmo (speriamo non ai massimi vertici societari), e cioè che se Pistoia dovesse retrocedere non finirebbe un ciclo ma, più o meno, il basket di alto livello da queste parti. E perché mai? Per questa società, questa squadra, questa città essere in A1 è un risultato impensabile in altri contesti ma tutt’altro che scontato. Si può anche retrocedere e restare competitivi, continuare a competere e magari, perché no, risalire. Il precedente degli anni ’90 fa paura, legittimamente, ma non è detto che debba ripetersi. Abbiamo un esempio, nel calcio, qualche chilometro più in là. Una realtà come Empoli non sono anni che si mantiene fra la serie A e la B con ottimi risultati e, immaginiamo, soddisfazione del suo pubblico?
I tifosi e il coraggio di Bongi
A proposito di pubblico. I tifosi ieri sera, contrariamente a quello che si può pensare, hanno detto che sono ancora stretti intorno alla squadra. Fischi alla fine, ovviamente e ci mancherebbe altro, ma anche applausi di incoraggiamento o solo mesto silenzio. Poi sì, una trentina di persone hanno contestato duramente un po’ tutti, all’uscita dal parquet (e non è stato bello vedere la Polizia costretta ad intervenire per evitare il peggio), prendendosela in particolare con il vice coach Fabio Bongi, che si è fermato ed ha parlato a lungo con alcuni di loro. Al pistoiese Bongi va il nostro plauso per averci messo la faccia. Al di là di quello che si sono detti, conta farle certe cose. . E poco ci sono piaciuti alcuni giocatori che anziché prendere la via degli spogliatoi hanno risposto alle offese. E ci sono piaciuti, infine, i ragazzi della Baraonda che hanno cercato di riportare i contestatori alla ragione e sedare un po’ di animi surriscaldati.
Le prossime gare
Adesso ci aspettano due trasferte pesantissime, la prima, proibitiva, a Sassari dall’ex amatissimo coach Vincenzo Esposito, poi a Reggio Emilia. Il rischio è ritrovarsi fra due turni di campionato a quota 8 (sconfitte) e 0 (punti). Per questo serve un intervento forte della società. Che sferzi l’ambiente e che rende questa squadra un po’ più competitiva.