After all is basketball, Pistoia, Sport & tempo Libero  |  aprile 12, 2018

Vicenda Palacarrara, non è solo questione di capienza

La vicenda dell'impianto di via Fermi è molto complessa. Fin dalla decisione in Consiglio federale sul limite minimo di 5000 posti in tutti i palazzetti di serie A. Chi votò a favore? Oggi il Comune vuol chiedere una deroga alla Federazione per una capienza di 4500-4700. Ma il messaggio del sindaco sembra anche un altro: come sta programmando il futuro il Pistoia Basket? Può spendere il Comune tanti soldi in una struttura che domani può non servire più (e quando tanti altri sport sono penalizzati)? La provocazione finale: chi è disposto a giocare al Mandela Forum di Firenze?

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PISTOIA. Meno male ci ha pensato Robertone, sai che noia altrimenti mettermi qui a spiegare quanto fosse assurdo ritenere venduta la partita di domenica scorsa come qualcuno, nemmeno troppo velatamente, ha voluto interpretare la trasferta a Pesaro. Sai che noia mettersi a spiegare tre ovvietà ai complottisti della domenica.

Il “baco” della vicenda Palacarrara

Invece, per fortuna, ci ha pensato il Presidente a costringere tutti a parlare di altro. Ora, sulla valutazione dell’opportunità della conferenza indetta dalla dirigenza del Pistoia Basket, piuttosto che sul giudizio politico sull’operato della Giunta Tomasi ognuno ha già tirato le proprie conclusioni. Personalmente, almeno in questa sede, mi interessa affrontare la questione da un paio di punti di vista differenti e, credetemi, si tratta semplicemente di focalizzare la questione mettendo in evidenza dove si trova il vero baco della vicenda.

Il “Lodo Treviso”

Con ordine. Qualcuno tende a puntare l’indice contro la Federazione, colpevole, con la decisione di prevedere palazzetti da almeno 5000 posti di capienza, di mettere in sofferenza le piccole realtà provinciali come la nostra. Si parla, nemmeno troppo velatamente, di “lodo Treviso”, con ciò intendendo la volontà di far soffocare società con poco appeal dal punto di vista dei diritti televisivi per favorire la resurrezione di piazze storiche o comunque con un bacino almeno potenziale di tifosi molto più ghiotto di quanto non possano garantire piccole città come la nostra. Qualcuno, per dare forza a questa tesi, rammenta le famosissime parole di Lotito, che – in previsione della promozione nella serie A del calcio di realtà come Spal e Benevento – ebbe a dire che quell’eventualità sarebbe stata disastrosa per la Lega calcio.

La “lettura” di Lotito

La lettura di Lotito, inutile girarci intorno, ha un senso. Noi abbiamo una visione romantica dello sport, ma da un punto di vista logico e razionale ha molto senso che, nei pensieri di chi ha un ruolo dirigenziale nelle varie federazioni, il chiodo fisso sia quello di rendere quanto più appetibile possibile il prodotto da vendere alle televisioni.

Chi votò a favore dei 5000 posti in Consiglio federale?

Ora, io naturalmente non so quanto ci sia di vero in questa ipotesi, però credo sia facilmente verificabile. Domanda da cento milioni di dollari: chi, in Consiglio federale, ha votato a favore dell’ampliamento della capienza dei palazzetti ad un minimo di 5000 posti? Andiamo a leggere quel verbale e, sono ragionevolmente sicuro, troveremo molte risposte. Ricordo che era già consigliere federale anche Galanda, all’epoca Gek era ancora un dipendente del Pistoia basket e sono portato a sperare abbia espresso un voto contrario, ma gli altri? Sia chiaro, non è che se uno è dipendente di una società deve necessariamente sottostare, nel momento in cui esercita il proprio ruolo di Consigliere federale, alle esigenze del proprio datore di lavoro, però sono ragionevolmente sicuro che i vari attori che si sono resi protagonisti di quel voto hanno certamente espresso una posizione favorevole alla sensibilità della propria realtà di riferimento. Dunque, qualcuno ci dice chi ha votato cosa? Perché, secondo me, se capiamo questo possiamo cominciare ad orientarci meglio anche per comprendere la posizione del Pistoia basket e di altre realtà.

La vicenda in sintesi

Detto questo, andiamo nel merito. La questione è nota, la sintetizzo. La capienza attuale è intorno ai 3970 posti, non ricordo il dato preciso. La soglia dei 4000 posti è delicata, perché appena si decide di superare quella capienza scattano una serie di normative che costringono la proprietà a forti investimenti per mettere il palazzo a regola. Ora, per un discorso strutturale al PalaCarrara non è possibile ottenere i 5001 posti richiesti dalla Federazione. La strategia del Comune è stata quella di chiedere una deroga restando sotto i 4000 posti per avere il tempo utile – senza dover fare nell’immediato adeguamenti ed investimenti importanti – ad aprire un tavolo con il Pistoia Basket e la Federazione e capire cosa si può fare. Se la Fip insiste nel ritenere la quota 5000 come tassativa, si rende necessario un nuovo palazzo e bisogna cercare investimenti privati. Se la Fip, invece, mette nero su bianco che è sufficiente 4500 – 4700 posti, i soldi – dice Tomasi – si troveranno, ma ovviamente prima di imbastire una gara pubblica il Comune vuole certezze.

La strategia, almeno dal punto di vista di Tomasi, è chiara. Prima è stata chiesta la deroga che non prevede spesa, per mettere in sicurezza il prossimo campionato e magari anche quello successivo, nel frattempo si aprirà un tavolo a tre, in cui sono coinvolti la Federazione, la Giunta Comunale, che deve aprire il borsellino, ed ovviamente il Pistoia Basket.

Tre soggetti al tavolo

Il quadro è questo, in sintesi estrema. Ora, mi ripeto, a me non interessa – almeno in questa sede – andare a verificare se la strategia è stata condivisa, se ci sono stati difetti di comunicazione, se la conferenza di Maltinti e Lucchesi abbia avuto un vero senso, se Tomasi e Giunta si stiano adoperando al meglio o meno. In verità, chi polemizza su questi aspetti non focalizza, secondo me, il punto più importante emerso nella conferenza stampa del Sindaco.

Amici, lo aveva già detto chiaramente ma gliel’ho fatto ripetere perché fosse chiaro il messaggio di fondo. Tomasi ha detto chiaramente che i soggetti al tavolo saranno tre, la Federazione che deve fare un passo avanti verso la nostra piccola realtà accettando la soluzione dei 4500 posti, la Giunta che deve trovare i soldi ed il Pistoia Basket, che – fate bene attenzione perché il passaggio è cruciale – deve garantire una programmazione seria e credibile per i prossimi anni.

Investimenti in cambio di programmazione

Gli ho fatto ripetere il concetto e Tomasi lo ha ribadito, al netto delle variabili sportive – perché la possibilità che Pistoia, anche con la migliore programmazione possibile, possa retrocedere è sempre presente, ed in LegaDue non ci sono problemi di sorta nella capienza – il Comune, che notoriamente non naviga nell’oro, è disposto a mettere a bilancio le risorse necessarie solo in presenza di una programmazione di una prospettiva di lungo periodo.

Non si possono sprecare risorse

Ora, fermiamoci un attimo. La posizione del Sindaco, con ciò intendendo l’istituzione – il discorso vale per Tomasi ma varrebbe anche per Bertinelli o Bartoli – ha un senso. Non c’è una lira per mettere in sicurezza le scuole, ci sono molte società sportive che bussano a Palazzo di Giano per chiedere impianti sportivi migliori dei ruderi attuali dentro ai quali svolgono la propria attività, il Sindaco ci ha detto chiaramente che si impegna a trovare i soldi ma, tanto per essere chiari, non li vuole buttare via. Teniamo anche conto che al PalaCarrara, per questioni strutturali, si può giocare solo a pallacanestro, ricordiamoci che Bottegone non esiste più, il Sindaco – al netto del doveroso politichese di circostanza – ci ha detto chiaramente che non ha intenzione di sprecare soldi se c’è il rischio che il Pistoia Basket tiri giù il bandone a breve e che la struttura divenga una cattedrale, rinnovata ma desolatamente vuota, nel deserto.

Il concetto è chiaro, il tavolo sarà a 3 ed in quel tavolo il Pistoia Basket deve chiarire cosa farà tra 4-5 anni come minimo. Altrimenti, questo lo aggiungo io ma temo di aver colto nel segno, le priorità di spesa sono necessariamente altre.

Il “Melani” insegna

Ora, io voglio essere sincero. Seguo il giochino esattamente da 33 anni, eppure fatico a non riconoscere una logica al ragionamento della Giunta. Sarò fazioso, accomodatevi pure, ma fossi Sindaco, anche avessi soldi da buttare, ci penserei due volte prima di espormi al rischio che 95.000 pistoiesi – ovvero tutti, esclusi i 4000 abbonati del PalaCarrara – possano venire a chiedermi conto del motivo per cui ho sprecato soldi per un immobile che certamente resta di proprietà comunale, ma che rischia dopo poco tempo di non servire a niente e nessuno. Davvero nessuno ricorda la situazione paradossale di quando lo stadio fu munito di tornelli, per poi trovarsi poche settimane dopo ad ospitare – ahinoi – le partite degli arancioni mestamente retrocessi in promozione?

La palla a Maltinti

Insomma, la palla vera, quella che scotta di più, è in mano al Maltinti. Fingere di non aver capito questo può essere funzionale ad un quieto vivere, ma non aiuta la comprensione della realtà. Roberto, che si fa da grandi? Dove siamo tra 4-5 anni? Se non si risponde a questa domanda, è inutile piagnucolare in conferenza stampa. Perdonami, Roberto, quando sento parlare che la questione della capienza ci spinge ad autoretrocederci mi si rizzano i capelli in testa. Davvero ci stai dicendo che non ci sono problemi e che la nostra unica preoccupazione è la capienza?

Partiamo dai bilanci

Roberto, se vuoi che il Comune si attivi davvero mi sa che stavolta dalla questione della trasparenza dei bilanci non si scappa. Il povero Costa, giornalista della Nazione, un paio di anni fa fu massacrato da tutti per aver osato fare una piccola inchiesta sul contenuto di questi benedetti bilanci. Titoli troppo faziosi, incapacità di leggere un bilancio eccetera. Ora, sia ben chiaro, io non conosco il contenuto ufficiale dei bilanci e non sto facendo nessun tipo di allarmismo, non ne ho motivo. Dico solo che stavolta, dalla questione bilanci, non si scappa: si parte da qui per capire cosa è necessario per avere una prospettiva un pizzico più solida di quanto non sia parsa essere in questi anni.

Lo chiede il Sindaco non il tifoso

Roberto, non te lo sto chiedendo io, non ho nemmeno alcuna pretesa di essere informato, perché dal mio punto di vista – quello del tifoso – siete stati sempre bravissimi con i numeri, siamo nella massima serie da anni e non per caso. Te lo sta chiedendo il Sindaco, senza qualche garanzia non si muove un passo. Un po’ brutale, è vero e non provo alcun piacere nello scriverlo, ma se si deve tradurre in parole semplici quello che sta succedendo, non vi è alcun dubbio che questo è il nodo vero della questione.

Troppe spese, pochi sponsor

Concludo con una provocazione. La questione, se vogliamo essere sinceri, si riduce ad una scelta di fondo. Diciamo la verità, lo sanno anche i muri del PalaCarrara che c’è un affanno, quando si dice e si scrive che la salvezza è un mezzo miracolo sportivo non lo si fa per indorare la pillola, ma perché, numeri alla mano, è un risultato oggettivamente clamoroso viste le condizioni in cui matura. Lo sappiamo tutti, insomma, che il rischio che il bandone venga tirato giù esiste. Sappiamo tutti che, nonostante si giochi la massima serie ormai da qualche anno, gli sponsor vanno e vengono e non ci coprono mai d’oro e che anche solo le spese di gestione del PalaCarrara sono soffocanti.

La provocazione Mandela Forum

Dunque mi domando e provoco, davvero l’ipotesi di correre a giocare al Mandela Forum è così inaccettabile? Lo so, si perderebbe la pistoiesità, il calore del PalaCarrara, si perderebbero storia ed identità, è evidente che non è la stessa cosa. Sull’altro piatto della bilancia, però, ci sarebbe da affittare il Mandela Forum per due domeniche al mese, ci sarebbe la possibilità di vestire l’abito di squadra della regione, ci sarebbe probabilmente più appeal ed un numero maggiore di soggetti, probabilmente più forti economicamente, disposti a frugarsi in tasca.

Lo so, la curva Pistoia è un’altra cosa

Certo, la curva Pistoia è un’altra cosa. Ma la scelta di fondo, appunto, la domanda che deve porsi il tifoso oggi, realisticamente, è quella se preferisce campare a vivacchiare nella migliore delle ipotesi un paio d’anni, sperando che arrivi lo sponsor megagalattico che da queste parti non si è mai visto, preservando lo spirito ed il calore del PalaCarrara ed accettando – quando fisiologicamente accadrà, speriamo comunque tra molto tempo – la fine di un ciclo, oppure se preferisce provare a scommettere nella prospettiva lunga, sparigliando le carte e provando a sfidare Milano, non dico per competerci ma almeno per giocarci, per i prossimi venti anni.

So cosa sta pensando il 99% di voi e sono d’accordo con voi, anche io, se costretto, probabilmente preferisco la LegaDue a Pistoia. Basta solo essere consapevoli.


La Redazione

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