PISTOIA – “Serve una visione strategica, alla quale non siamo abituati. Servono idee forti sulle quali scommettere insieme e una veduta di lungo periodo. Solo così si può sperare che questo territorio cresca e si sviluppi”. E’ in queste parole di Luca Iozzelli, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, uno dei passaggi chiave della conferenza stampa di fine anno, nel corso della quale è stato presentato il Documento programmatico (DPT) della Fondazione stessa per il triennio 2018-2020. La conferenza si è svolta stamani, giovedì 14 dicembre, e ha visto Iozzelli affiancato dal suo vice, Giovanni Palchetti.
Tutti insieme alla sfida del futuro
Un passaggio illuminante perchè chiama a raccolta tutte le energie di un territorio vasto, quello del’intera provincia, alla sfida del futuro. “Pistoia ha un grande patrimonio artistico, è finanziariamente una realtà importante, e ricco di intelligenze ma ha più capacità di dividersi che di fare squadra. Nel mondo che viaggia a velocità supersonica chi sta fermo arretra”, ha sottolineato Iozzelli”. Servono anche nuovi strumenti per utilizzare al meglio le proprie potenzialità. I Piani strategici di sviluppo, secondo Iozzelli, possono essere il mezzo per mettere insieme più soggetti, più idee e più energie. “Da questo punto di vista l’esperienza di Pistoia capitale della cultura 2017 è stata un’occasione positiva – sottolinea il presidente della Fondazione Cairpt -. Sono d’accodo con il sindaco di Pistoia di istituzionalizzare questo coordinamento. Il primo incontro con le organizzazioni territoriali è stato positivo, sono emersi contributi interessanti. Ciò detto la Fondazione è interessata non solo al Comune di Pistoia ma ad un territorio più vasto. E poi bisogna fare attenzione: in questa città ci sono stati tanti tavoli di incontri, sin troppi. Oggi bisogna scegliere una direzione”.
Il documento triennale
La Fondazione la sua direzione l’ha esplicitata con un documento dettagliato di 32 pagine. Il Documento approvato all’unanimità dal Consiglio Generale della Fondazione è frutto di “un intenso processo collaborativo: la sua stesura, infatti, è stata preceduta da tre incontri molto partecipati con i rappresentanti delle categorie economiche, con le associazioni di volontariato e con i sindaci dei comuni della provincia, al fine di verificare il rapporto esistente fra la Fondazione e il suo territorio di riferimento e di raccogliere eventuali proposte di interventi”. Il documento, affiancato da un piano previsionale e programmatico annuale, indica obiettivi e criteri di destinazione delle risorse e ripartisce gli ambiti di azione in diversi settori di intervento, distribuiti in quattro macro-aree: Sviluppo (35,71% delle risorse), Cultura 25,05%), Educazione(8,11%) e Sociale (31,14%). Nel prossimo triennio il piano prevede l’impiego di risorse per 36 milioni di euro, corrispondenti a interventi annui pari a circa 12 milioni di euro. “La Fondazione vuole che i cittadini sappiamo come vengono investite le risorse, sia per una logica di trasparenza sia per poter poi giudicare le scelte effettuate”, ha chiosato Iozzelli.
Pur mantenendo invariata l’innovativa impostazione presentata nel precedente DPT – ovvero la scelta di selezionare gli interventi da finanziare attraverso l’emanazione di bandi specifici – l’attività erogativa della Fondazione non si esaurisce esclusivamente con essi. Infatti, suddivise anch’esse per aree, sono previste risorse destinate a erogazioni ricorrenti: la Stagione Sinfonica Promusica, il festival Pistoia – Dialoghi sull’uomo dedicato all’antropologia del contemporaneo, il Serravalle Jazz Festival e molto altro ancora.
La crescita della Fondazione
“La Fondazione ha triplicato il patrimonio iniziale in questi 25 anni: è un bene di tutti, un ente privato ma con finalità pubbliche. Mi chiedo cosa sarebbe stata la provincia di Pistoia senza il contributo della Fondazione – ha detto ancora il presidente – E’ vero che ci sono Fondazioni con proventi molto più alti della nostra ma bisogna considerare anche il nostro territorio: la Fondazione Caript ha un patrimonio di 400 milioni, quello della più ricca in Italia, Cariplo, ammonta a 7 miliardi: ma per capire la proporzione noi interveniamo solo nel territorio di una provincia, quella di Pistoia, la Caripolo in tutta la Lombardia e parte del Piemonte”. Insomma piccoli ma con grandi potenzialità: “La nostra è una macchina che va forte e consuma poco. La nostra non è una struttura burocratizzata. Siamo una realtà che dà risposte in tempi rapidi”.
IL 25° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE CARIPT
La storia in sintesi
Nel 1992, secondo le disposizioni della legge Amato – che impose alle casse di risparmio la separazione dell’attività bancaria da quella filantropica – vengono costituite in tutta Italia le fondazioni di origine bancaria, frutto del processo di ristrutturazione e liberalizzazione del sistema delle banche. Nasce così, con un patrimonio di 125 milioni di euro, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, ente non profit con la missione di perseguire finalità di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico.
Oggi, a venticinque anni dalla sua costituzione, quel patrimonio è cresciuto fino a sfiorare i 361 milioni di euro: i frutti di queste risorse vengono destinati dalla Fondazione alla realizzazione di progetti propri e al sostegno di iniziative di terzi (associazioni di volontariato, enti pubblici e realtà del Terzo Settore) per la promozione di attività culturali e lo sviluppo economico e sociale del territorio di riferimento.
Nei suoi venticinque anni di attività – durante i quali le iniziative si sono fatte sempre più rilevanti e articolate – la Fondazione Caript ha promosso, sostenuto e realizzato progetti per circa 190 milioni di euro operando in molteplici settori, raggruppabili in quattro grandi macro-aree: Cultura, Educazione, Sociale e Sviluppo.
I festeggiamenti
A questo anno intenso, nel quale Pistoia è stata celebrata in qualità di Capitale Italiana della Cultura, si aggiungono quindi i festeggiamenti per il 25° anniversario della Fondazione, che invita la città a partecipare a due giornate di incontri ed eventi presso la sua sede di Palazzo de’ Rossi, via de’ Rossi 26, Pistoia.
Il primo degli appuntamenti è venerdì 15 dicembre alle ore 16.30 quando – insieme a Luca Iozzelli (presidente Fondazione Caript) e Giuseppe Guzzetti (presidente ACRI Associazione Fondazioni e Casse di Risparmio) – Antonio Paolucci, storico dell’arte ed ex Ministro per i Beni Culturali e Ambientali, presenterà il volume Il Palazzo de’ Rossi. Una storia pistoiese (a cura di Roberto Cadonici, edizione Gli Ori).
Per sabato 16 dicembre, invece, l’invito a visitare il Palazzo e le sue meraviglie artistiche, con un’apertura straordinaria durante la quale si alterneranno visite guidate; laboratori didattici per famiglie e bambini per esplorare la collezione d’arte della Fondazione; concerti di musica classica e musica jazz insieme a Samuele Drovandi (pianoforte), il Cello Play Quartet (violoncelli), la formazione Jazzin’ (Antonio Siringo, pianoforte; Rebecca Scorcelletti, voce), e il gruppo Sound Pastry (Daniele Biagini, pianoforte; Antonella Grumelli, voce). In programma brani di Rachmaninov, Čajkovskij, Astor Piazzolla, Duke Ellington, Queen e molti altri ancora.
Tutti gli eventi sono a ingresso libero. Alcuni eventi prevedono un numero massimo di partecipanti, si consiglia pertanto la prenotazione scrivendo a [email protected] oppure telefonando al numero 0573 974226.
IL PALAZZO DE’ ROSSI. UNA STORIA PISTOIESE
Il volume Il Palazzo de’ Rossi. Una storia pistoiese è stato realizzato dalla Fondazione Caript per celebrare i suoi primi 25 anni di attività e ripercorre lo sviluppo artistico del Palazzo e i suoi legami con le vicende storiche della città di Pistoia. Fra i più importanti interventi che la Fondazione ha portato a termine in questi anni in ambito culturale è doveroso ricordare, infatti, il complesso lavoro di restauro che ha interessato Palazzo de’ Rossi e del quale il volume dà approfondita e scientifica testimonianza.
“Perciò abbiamo pensato – scrive il presidente Luca Iozzelli – che la presentazione del volume che dà conto di tale importante restauro potesse essere anche l’occasione per celebrare degnamente la storia della nostra Fondazione”.
E aggiunge, ricordando un personaggio importante per la nostra città e per la storia del Palazzo “non posso esimermi dal ricordare quella incredibile figura di prete che fu Don Mario Lapini, che trasformò un palazzo, nato per essere residenza di numerosi componenti della famiglia de’ Rossi, in un luogo (seppur di proprietà privata) completamente fruibile per la cittadinanza, per poi donarlo al nostro ente.”
Il volume, dichiara il suo curatore Roberto Cadonici, “fotografa plasticamente una storia che non è tanto quella della famiglia de’ Rossi, quanto piuttosto la rappresentazione puntuale di una serie di stratificazioni urbanistiche, costruttive, decorative, storiche, funzionali e di rappresentanza in Pistoia che parte da molto lontano e arriva fino ai giorni nostri”.