ROMA – La IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha recentemente votato e approvato un testo che modificherebbe, se tradotto in legge, gli articoli 2, 3 e 194 del Codice della Strada. Di fatto verrebbe riservato solo ad animali, bici e pedoni il transito su sentieri di larghezza inferiore a metri 2,50 e sarebbe vietato a moto e fuoristrada.
Le prime reazioni
E’ insorta subito la Federazione Motociclistica Italiana, adducendo il danno economico per settori come l’Enduro e il Trial e osservando, fra l’altro,che i mezzi fuoristrada rappresentano strumenti di soccorso nel caso di catastrofi naturali. Di opposto parere il Club Alpino Italiano, secondo cui deve essere maggiormente tutelato il turismo lento, fatto di passeggiate a cavallo, a piedi e in bici che non può convivere con il transito dei mezzi a motore.
Una storia all’italiana
Questa è una storia vecchia, di opposti interessi e aspirazioni. Una storia all’italiana, di un paese dove non si prendono decisioni, dove esiste una miriade di leggi e regolamenti, sulla carta, troppo spesso disattesi nella pratica. Occorreva metter mano a questo problema perché durante i fine settimana i nostri sentieri di montagna sono percorsi da moto che ne alterano pesantemente il fondo e ne rovinano gli scoli per il deflusso delle acque piovane, tanto che alla lunga le strade bianche si trasformano in fossi.
Potrebbe essere questo il primo segnale di un maggior rispetto del nostro territorio montano che in questo ultimo mezzo secolo è diventato un far west, indisciplinato o disciplinato male, che ha dato spazio ad interessi non sempre limpidi.
La risorsa turismo
Qui da noi è lasciato solo chi intende manutenere i sentieri, è lasciato solo chi fa agricoltura o alleva animali domestici, non è adeguatamente protetto chi vuole formarsi una famiglia in montagna e non è per nulla gratificato un giovane che ci vuole far impresa. Un’ importante risorsa delle nostre montagne dovrebbe essere il turismo, quello delle camminate, dell’immersione totale nella natura, della riconciliazione col creato. E questo potrebbe essere il nostro avvenire. Per quanto concerne l’Enduro e il Trial dovrebbero avere spazi appositi e riservati, veri e propri circuiti, da manutenere e conservare in proprio, ma secondo le regole del rispetto della cosa comune.
Come finirà?
Ma sapete questa storia italiana come andrà a finire? Come tutte le gride manzoniane, impeccabili nella forma, ma inutili nella sostanza: “I monti partoriranno un topolino”, come si usava dire nell’antica Roma.