Una Montagna di Parole  |  settembre 11, 2017

“Onestà” e “onore “, due parole (quasi) dimenticate

Deriva dal latino honor ma nella lingua dei Romani esisteva un adagio che suonava così: honor onus , cioè l'onore è un fardello, un peso. Insomma, costa fatica. E oggi anche formule come “giuro sul mio onore”, “ parola d'onore” e altre simili sono ormai desuete e chi le pronuncia non viene considerato credibile

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Il lessico è bizzarro e nella storia di una lingua ci sono parole che muoiono e che scompaiono, altre che nascono e altre ancora che mantengono la loro forma originaria ma mutano di significato. Tuttavia quando alcuni termini di particolare “densità” etica cadono quasi in disuso, c’è da preoccuparsi, e non poco.

Due di questi, che da bambino sentivo rammentare spesso quassù in montagna fra gente semplice e timorata di Dio, sono “onestà” e “onore”, riconducibili, rispettivamente, al concetto di integrità morale che si rispecchia nei comportamenti e a quello di dignità civile, sociale e religiosa. Anche formule come “giuro sul mio onore”, “ parola d’onore” e altre simili sono ormai desuete e chi le pronuncia, anche se in buona fede, non viene considerato credibile.

Onestà e onore derivano entrambe da una parola latina, honor , dal significato analogo all’italiano, ma è curioso che nella lingua dei nostri antenati Romani esistesse un adagio che suonava così: honor onus , cioè “l’onore è un fardello, un peso da caricarsi sulle spalle ogni giorno della vita”, nel senso che essere onesti e degni d’onore costa fatica.

Niente di più attuale! C’è oggi un peso maggiore che essere onesti e dignitosi in un mondo in cui domina il mercato di sé? E ancora: esiste un qualche riconoscimento per chi si sforza di mantenersi integro moralmente e civilmente? E’ sempre stato difficile nuotare controcorrente, ma oggi lo è ancora di più.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)