PISTOIA – C’è anche il cinghiale a mettersi di traverso nella raccolta di castagne di questo autunno, che segna una tendenza in negativo. “Siccità estiva, ritorno del cinipide e animali selvatici porteranno sulla Montagna Pistoiese ad una riduzione di raccolto rispetto all’anno passato”, spiega Michela Nieri, presidente di Coldiretti Pistoia. La situazione è comunque a macchia di leopardo, con le piante delle zone più fresche che hanno resistito alla calura che danno buoni frutti, e con altre che producono poche castagne, piccole e che tardano ad arrivare a maturazione. “Come se non bastasse – aggiunge Michela Nieri (nella foto) – daini e soprattutto cinghiali fanno razzia dei pochi frutti, non appena cadono dall’albero”.
In generale, si assiste ad un peggioramento della situazione rispetto al 2015, anno di svolta dopo il periodo di quasi azzeramento della produzione a causa del cinipide del castagno, l’insetto killer che determina forti danni, con perdite rilevanti non solo per quanto riguarda la produzione di frutti, ma anche con riferimento agli accrescimenti legnosi.
Nel 2015 l’azione dell’insetto antagonista e condizioni climatiche favorevoli portarono ad un’inversione di tendenza. Quest’anno “ritorna d’attualità, purtroppo, la sopravvivenza dell’intera filiera del castagno pistoiese – spiega Michela Nieri – che produce reddito, alimentazione di qualità e che preserva il territorio montano. È indispensabile stimolare la difesa dal cinipide, per ridare nei prossimi anni pieno vigore alla castanicoltura pistoiese”.