Una Montagna di Parole  |  settembre 9, 2016

Falso come un tamburino di piombo: la quintessenza della falsità

La parola tamburino, nel 1600, era fra l'altro sinonimo di “uomo doppio”: in un conflitto amico di tutti e due i contendenti. E fare il tamburino significava passare dalla parte del vincitore

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Mio padre, riferendosi a qualche ipocrita, diceva spesso: “E’ falso come un tamburin di piombo”. E mio padre era un sambucano, con radici profondissime nella sua terra. Non ho mai capito appieno il senso di questo adagio, perché ho avuto sempre in mente il libro Cuore di Edmondo De Amicis (pubblicato nel 1886) e, in particolare, la figura del Tamburino sardo, una figura commovente e coraggiosa nel suo senso di patriottismo. Forse è stato proprio questo che mi ha distratto dal comprendere.
La parola “tamburino”, nel 1600, era fra l’altro sinonimo di “uomo doppio”, che in un conflitto era amico di tutti e due i contendenti, tanto che l’espressione “fare il tamburino” significava anche “passare dalla parte del vincitore”. Perciò un tamburino, e poi di piombo, è diventato la quintessenza della falsità, come quei soldatini che tanto piacevano ai bambini di ieri e che erano fatti con quel metallo sicuramente poco pregiato. E’ evidente allora che nella tradizione popolare non è bastata la figura del Tamburino sardo di De Amicis a cancellare l’accezione negativa che è stata data a questo nome più di quattro secoli fa.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)