Ambiente, Piteglio  |  settembre 19, 2016

Compostaggio di Tana Termini, ora il Comune chiede l’intervento della Regione

Lettera del sindaco Marmo e del capogruppo Baldassarri per attivare l'Unità di crisi: si rischiano perdita di posti di lavoro, di soldi pubblici e continui disagi per i cittadini e le imprese del territorio. I cattivi odori dell'impianto hanno causato proteste dei residenti della zona e anche un esposto in Procura. Fino allo stop del conferimento dei rifiuti umidi. Un problema da risolvere alla radice

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L'impianto di compostaggio di Tana Termini, nel Comune di San Marcello Piteglio

PITEGLIO – La vicenda dell’impianto di compostaggio – trattamento dei rifiuti cosiddetti umidi – di Tana Termini, nel Comune di Piteglio, ai confini con la Lucchesia, è da oggi, lunedì 19 settembre, all’attenzione della Giunta regionale toscana. Il sindaco di Piteglio Luca Marmo e il capogruppo consiliare di “Uniti per Piteglio”, Giulio Baldassarri, hanno scritto una lettera (che riportiamo integralmente in coda all’articolo) nella quale chiedono “l’attivazione di una Unità di Crisi” perché i due esponenti ritengono che “la nostra situazione rientri pienamente nel profilo identificato dalla nostra Regione” ovvero “particolari situazioni di crisi aziendali di rilevanza regionale o di ambito nazionale con ricadute in Toscana”. E questo perché “le difficoltà aziendali e le continue emissioni maleodoranti dell’impianto di compostaggio di Tana Termini, potrebbero portare, secondo le dinamiche attuali del processo produttivo, alla continua perdita di soldi pubblici, di posti di lavoro e a continui disagi per i cittadini e le altre imprese del territorio”.

Una storia di cattivi odori

Il primo atto è stato un provvedimento coercitivo notificato dal sindaco di Piteglio lo scorso 16 giugno, all’azienda Sistemi Biologici spa, che gestisce l’impianto di compostaggio a Tana Termini (l’azienda, come si legge testualmente nel sito internet, si occupa di “produzione di composti – prodotti ammendanti vegetali semplici, concimi e fertilizzanti in genere- attraverso operazioni di trasformazione dei rifiuti e la loro successiva commercializzazione”). Prima c’erano state ripetute lamentele dei residenti della zona e poi un esposto alla Procura della Repubblica di Pistoia, con oltre 200 firme di altrettanti cittadini della val di Lima, stanchi dei cattivi odori. Così Marmo aveva chiesto all’azienda una serie di verifiche per ridurre le emissioni di cattivi odori (l’Arpat aveva anche rilevato mal funzionamenti nell’impianto) e una serie di altri accorgimenti, finalizzati a risolvere in modo definitivo il problema. Anche Legambiente Pistoia, che aveva espresso più volte perplessità, tornava in quei giorni a chiedere il miglioramento delle sue condizioni e del suo funzionamento. Quindi, a fine luglio, si è arrivati alla decisione di fermare il conferimento dei rifiuti umidi a causa della mancanza dei lavori di adeguamento richiesti. Con le conseguenti difficoltà di smaltimento dei rifiuti stessi per diversi Comuni della montagna, costretti a ricorrere ad altri impianti di compostaggio più lontani, con costi aggiuntivi e 5 dipendenti della struttura di Tana Termini senza lavoro.
A fine agosto la Sistemi Biologici ha chiesto di riattivare il conferimento ma il problema è rimasto irrisolto, compresi gli odori che, seppur non sempre con la stessa intensità, sono continuati. Così si torna al punto di partenza, ovvero la richiesta di Unità di crisi. Nella speranza che sia davvero un nuovo avvio (o magari anche addio…). Perché proprio il sindaco Marmo ha posto di recente il tema della eventuale “incompatibilità” fra l’impianto e la sua ubicazione.

La lettera del sindaco e del capogruppo

“Da alcuni mesi, causa problematiche endogene dell’impianto di compostaggio di Tana Termini e le richieste ricevute da più parti di intervenire sulla attività produttiva dell’impresa Sistemi Biologici srl (come autorità sanitaria locale e come socio Cosea, consorzio proprietario dell’impianto), abbiamo preso una serie di provvedimenti atti al contenimento delle emissioni odorigene che, nei fatti, si sono dimostrate persistenti.

Le difficoltà aziendali e le continue emissioni maleodoranti dell’impianto di compostaggio di Tana Termini, potrebbero portare, secondo le dinamiche attuali del processo produttivo, alla continua perdita di soldi pubblici, di posti di lavoro e a continui disagi per i cittadini e le altre imprese del territorio. La montagna pistoiese non può permettersi, specie laddove viene impegnato capitale pubblico, l’ennesima debacle dell’economia locale.

Abbiamo pertanto deciso di richiedere a Regione Toscana, ente autorizzatore della attività di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti,l’attivazione di una Unità di Crisi. Tale provvedimento si pone l’obiettivo di fronteggiare particolari situazioni di crisi aziendali di rilevanza  regionale o di ambito nazionale con ricadute in Toscana. Insieme agli Uffici territoriali, costituisce la Rete degli Uffici vertenze e crisi aziendali della Toscana.Riteniamo dunque, che la nostra situazione rientri pienamente nel profilo identificato dalla nostra Regione.

Rimaniamo in attesa di una risposta da parte del Presidente Rossi, al quale abbiamo avanzato tale richiesta in data 19 settembre.

I cittadini della montagna meritano di vivere nelle medesime condizioni di benessere e prosperità delle attività economiche che possono essere offerte alle realtà urbane. Il bene di tutta la comunità è finalità principe delle istituzioni, ci attendiamo dunque che anche gli enti a noi sovraordinati possano permetterci di garantire questa condizione.

Il Sindaco del Comune di Piteglio, Luca Marmo, Il Capogruppo “Uniti per Piteglio”, Giulio Baldassarri”


La Redazione

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