Sambuca, L'intervista  |  giugno 19, 2024

Il nuovo sindaco di Sambuca arriva da… New York

Marco Breschi è stato appena eletto primo cittadino del Comune montano con il 72% dei voti. Ha vissuto alcuni anni negli Stati Uniti dove ha lavorato alle Nazioni Unite, prima di insegnare demografia a Udine e poi a Sassari. L’incontro con il borgo risale al 1977, all’età di sedici anni. Da due anni ha scelto di vivere a Sambuca Castello. “Sono contento della fiducia degli elettori ma anche preoccupato di deludere le attese”. “Abbiamo davanti una desertificazione demografica e una disarticolazione del sistema economico locale. Questa tendenza va invertita”

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Breschi mentre deposita la scheda elettorale nell'urna

Le ultime elezioni nel Comune di Sambuca Pistoiese hanno dato un risultato chiarissimo. Marco Breschi, docente di demografia all’Università di Sassari, ha ottenuto il 72 per cento di consensi e si prepara a un compito che non è certo facile, quello di cercare un nuovo futuro per una terra “dimenticata” e in grande difficoltà sia demografica che socio-economica. Lo abbiamo incontrato nella sua casa di Sambuca Castello dove è residente e vive con la famiglia perché è rimasto affascinato da questo luogo ricco di storia e di tradizioni. È infatti arrivato a Sambuca dopo aver lavorato per alcuni anni alle Nazioni Unite, nella sede di New York, e successivamente avere insegnato demografia a Udine e poi a Sassari.

La prima curiosità che mi viene in mente è di chiedere il perché di questa sua scelta di vita a Sambuca.

“Io penso che la vita non sia fatta di scelte sempre lineari e consequenziali anche se la Montagna ha sempre esercitato su di me un grande fascino. Il primo vero contatto con la Terra di Sambuca è stato nell’inverno del 1975 quando, allora diciassettenne, insieme ai compagni di liceo della V C, accompagnati dal mitico don Ferrero, ho trascorso una settimana a Treppio. Lì sono ritornato negli anni dell’Università e, forse non a caso, il mio lavoro di tesi si è incentrato sulla storia demografica e sociale della parrocchia di Treppio, di cui era allora parroco Paolo Tofani, altra rilevante figura che ancor oggi i treppiesi ricordano con tanto affetto. Nelle varie peregrinazioni della vita ho sempre rivisitato la Montagna delle tre Valli della Limentra e alla fine degli anni ottanta ho acquistato una stalla con metato appena esterna al paese di Sambuca Castello. Per motivi di lavoro l’ho poi ristrutturata a partire dal 2015 e sono venuto a viverci definitivamente nel 2020. Intanto è andato crescendo il mio impegno di ricerca su “Le isole e gli Isolati demografici” e il connesso tema dello spopolamento. Si è venuta così a creare una simbiosi tra gli interessi della ricerca scientifica e le scelte di vita personali, con una mia crescente motivazione a viverci, in montagna, a indirizzare sempre più i miei studi sulle questioni dello spopolamento e del recupero delle aree montane e appenniniche”

Ma perché una scelta così “difficile”, come quella di amministrare un Comune problematico come Sambuca Pistoiese?

“Non avevo mai pensato di iniziare questa avventura, la “colpa” è di alcuni amici sambugani che, nei primi giorni dell’Aprile scorso, mi hanno sollecitato ed invitato a candidarmi. Dopo una ponderata consultazione familiare, forte anche delle testimonianze di alcuni veri amici, ho deciso di candidarmi, coerentemente alle mie precedenti scelte di vita e di lavoro. Le iniziali incertezze si sono ridotte anche per l’entusiasmo che si è creato intorno alla lista “Insieme per Sambuca”, fatta tutta da sambugani o per nascita o per scelta, e certamente ben assortita e con importanti esperienze amministrative pregresse.

I risultati elettorali hanno confermato la bontà della nostra scelta e la fiducia che si è creata intorno al gruppo. Devo aggiungere che sono stati insperati nelle proporzioni, anche alla luce dei risultati delle elezioni europee; infatti a livello comunale parte del Centro-destra ha riversato i voti sulla nostra lista”.

Di solito gli eletti esultano dopo una tornata elettorale favorevole; ma a Sambuca, c’è proprio da esultare?

“Direi proprio di no. Sono indubbiamente contento della fiducia accordataci dall’elettorato; sono però altrettanto preoccupato di deludere le attese. La situazione del nostro Comune è difficile e complessa; si deve aver cura di un territorio amplissimo, con orografia complessa ed un sistema viario precario, di una popolazione “fragile” per l’elevato numero di anziani e per un reddito medio sostanzialmente basso. Dall’altro lato la dotazione del Comune è modesta in termini di numero di personale e di risorse economiche; alcuni servizi essenziali sono carenti e di non facile accesso. Vivere a Sambuca, come ben sanno tutti i sambucani, non è certamente facile e questa capacità di resilienza si può spiegare solo con un grande affetto per le radici”.

In questa situazione quali rimedi propone il Sindaco Marco Breschi?

“Io credo fermamente nei corsi e nei ricorsi della Storia. La terra di Sambuca ha avuto un grande passato; è stata terra contesa tra pistoiesi, bolognesi e fiorentini, perché territorio strategico, ed è arrivata a toccare circa i settemila abitanti ai primi del Novecento. Il presente la vede terra dimenticata, con poco più di 1.400 abitanti e pochi giovani; numerosi paesi, un tempo popolosi, sono ormai disabitati e in forte regresso.

La nostra unica prospettiva è la speranza di determinare un futuro nuovo per Sambuca pistoiese, così come per tutte le terre marginali degli Appennini. Abbiamo di fronte una sfida difficile ma senza alternative. La grande politica (Stato, Regione, Provincia, Città) deve essere per almeno una volta generosa anche perché è interesse comune a tutti, e ancor più per le realtà metropolitane, di evitare la morte delle comunità della montagna minore, che peraltro vanta crediti. A partire dai primi del Novecento, sotto l’incalzare di un modello di sviluppo univoco e per certi aspetti aggressivo, la Montagna è scesa al piano, in tutti i sensi, e ha prodotto una conseguente desertificazione demografica, la disarticolazione di un sistema economico locale e la graduale scomparsa di una cultura locale. Si deve dunque incentivare un movimento opposto, che la città “salga” e si saldi con la montagna, la quale possiede beni essenziali per la qualità della vita: acqua, aria, ricambio di CO2, biodiversità, nicchie ecologiche intatte e di pregio. Alcuni di questi beni, prodotti dalla Montagna, sono utilizzati e spesso sfruttati dalle popolazioni delle città, senza che alla Montagna ritorni alcun beneficio strutturale. Insomma bisogna innanzi tutto operare per alleviare il gravame quotidiano di chi vuole continuare a vivere a Sambuca, ma nel contempo avere il coraggio e la determinazione di combattere, anche con un sogno, per un modello di sviluppo più equilibrato e attento alle aree della Montagna, come la Sambuca, dove forse rimangono più o meno nascosti anche i germi per una rinascita territoriale e, perché no, anche morale del Paese”.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)