Questo è il terzo articolo che l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese ha preparato per la Voce della Montagna per illustrare i vari itinerari che lo contraddistinguono, i musei, le attività. Dopo l’Itinerario del ghiaccio, la via della castagna e del carbone, è la volta del Museo Naturalistico Archeologico dell’Appennino Pistoiese.
Se il passato è la chiave del presente, la comprensione del mondo attuale passa dalla conoscenza di ciò che è avvenuto nel corso del tempo. Il MuNAP – acronimo di Museo Naturalistico Archeologico dell’Appennino Pistoiese a Gavinana – permettere di compiere un salto nel passato attraverso diverse ere geologiche e di immergersi nella natura del territorio. Il museo fa parte dell’Itinerario Naturalistico dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese e nasce grazie all’attività di documentazione del territorio portata avanti dal Gruppo Naturalistico Appennino Pistoiese (GNAP) che dagli anni ’70 avviò la raccolta di materiale sulla Montagna Pistoiese, in altre aree della Toscana o limitrofe. L’attuale allestimento museale è stato inaugurato a giugno 2018 nei locali di Palazzo Achilli e ha previsto una riorganizzazione delle vetrine e della cartellonistica valorizzando l’aspetto scientifico e didattico dei reperti esposti.
Si tratta di un museo che vuole da un lato documentare, da un punto di vista naturalistico, quello che c’era sulla Montagna (e in Toscana) e quello che attualmente c’è. Quindi non solo fossili… ma anche mammiferi, uccelli, rocce e minerali vi accompagneranno nella visita facendovi scoprire una Montagna nascosta e poco conosciuta, ma che ha ancora tanto da raccontare. Il nostro territorio si presenta molto ricco di biodiversità con numerose specie animali presenti; il MuNAP è quindi il posto giusto per immergersi in questo mondo. Istrici, tassi, pettirossi, gufi, insetti e molto altro – tra cui un bellissimo esemplare maschio di lupo appenninico della Valle della Verdiana – vi aspettano all’interno del museo.
Tra le collezioni più importanti conservate ricordiamo quelle paleontologiche: i fossili sono i veri protagonisti del museo, con numerosi reperti esposti si può dire che non manca veramente nulla. Questi ci raccontano di un’Italia e di un mondo molto diverso dall’attuale. Le felci fossilizzate del Carbonifero stupiscono per la loro bellezza e la loro antichità (con oltre 300 milioni di anni di età), i pesci fossili del Samoggia ci raccontano di un’Italia sommersa e dominata da un clima tropicale durante il Plio-Pleistocene (circa 2 milioni di anni fa) e le impronte fossili ci dicono chi fu il primo animale a “mettere piede” sulla Montagna Pistoiese (circa 25 milioni di anni fa), quando le rocce che costituiscono questa porzione dell’Appennino erano all’epoca sedimenti sul fondo del mare.
Ospite speciale del museo è uno scheletro di orso delle caverne (Ursus spelaeus) esposto all’interno di una ricostruzione di una grotta preistorica affrescata con pitture rupestri. Questa specie era presente sulla nostra montagna fino a 24.000 anni fa quando si estinse in tutto il mondo durante la fase più fredda dell’ultima era glaciale. Lo scheletro di orso proviene dalla Grotta dei Porci in Val di Lima, che ha restituito un gran numero di reperti appartenenti a questa specie e che può essere considerata a pieno titolo come uno dei siti più importanti tra quelli presenti in Toscana.
La collezione di utensili litici testimonia l’esistenza di villaggi e/o insediamenti temporanei frequentati dall’uomo alla fine del Paleolitico superiore (12.000-10.000 anni fa), prima fase di popolamento delle terre alte. Gli utensili sono realizzati in selce, una roccia dura che ben si presta a essere lavorata per ottenere schegge taglienti. Queste venivano utilizzate per cacciare gli animali o per attività che andavano dalla macellazione della carne, alla lavorazione delle pelli degli animali e molto altro. Durante il Paleolitico l’uomo era ancora un cacciatore-raccoglitore perché agricoltura e allevamento si svilupparono solo a partire dal Neolitico e quindi necessitava delle risorse del bosco per la sopravvivenza.
Il MuNAP ed è visitabile con visite guidate a cura del Gruppo Naturalistico che si occupa anche di divulgazione e ricerca sugli aspetti naturalistici del territorio in collaborazione con musei scientifici, enti di ricerca e università.
Per informazioni chiamare l’Ecomuseo al numero verde 800 974 102 oppure consultare il sito web www.ecomuseopt.it.