Cammini, La Voce in Cammino  |  marzo 9, 2023

La Voce in Cammino – Sabrina e lo zio Daniele sulla Via Francesca della Sambuca

di

Tempo di lettura: circa 13 minuti

La Parola e il Cammino hanno parecchio in comune. Entrambi stimolano la riflessione, ci proiettano verso l‘incontro (con Sé e con l’Altro) e favoriscono la condivisione. Mossi da queste premesse, in occasione della mostra fotografica “Pistoia in Cammino”, abbiamo lanciato una nuova rubrica intitolata “La Voce in Cammino”. Siamo andati incontro ai pellegrini in viaggio per raccogliere le loro testimonianze, per comprenderne le motivazioni, per condividere le sensazioni. Cinque semplici domande per fare di queste pagine un luogo di incontro e condivisione.

Mi chiamo Sabrina, ho 51 anni, vivo a Casalecchio di Reno e lavoro come impiegata amministrativa

– IL PRIMO PASSO –

Come, quando e perché è iniziato il cammino ?

           Ho iniziato a fare cammini di più giorni in solitaria nel 2016 con la Via degli Dei. Sono venuta a conoscenza della Via Francesca della Sambuca grazie a facebook e l’ho percorsa dal 1° al 4 ottobre 2022..

– IN LUNGO ED IN LARGO –

Il Percorso – Dov’è iniziato il cammino ? Quali i luoghi percorsi e da percorrere e ipotetica meta?

– L’ALTRO E L’OLTRE –

Quali i compagni di Viaggio e le persone incontrate sul cammino? Quali aspetti che non erano stati presi in considerazione (positivi e negativi) azioni ed emozioni provate di fronte a questi ?

 – IN DENTRO E NEL PROFONDO – 

Sentirsi in Cammino – L’aspetto intimistico del Cammino, il tempo dedicato a ritrovarsi ed ascoltarsi durante il viaggio,

sensazioni e racconto dell’ascolto di se stesso ?

Abitando a pochi passi dai sentieri della prima tappa, ho iniziato la VFDS un po’ più avanti rimodulando le prime due tappe in SASSO-VERGATO e VERGATO-MONTOVOLO-RIOLA e mantenendo le ultime due RIOLA-CASTELLO e CASTELLO-PISTOIA. Inizialmente dovevo partire in solitaria come abitualmente faccio, ma poi si è unito mio Zio Daniele così ho avuto un compagno di passi fin da subito invece che trovarne durante il cammino come di solito mi succede, e devo dire che senza di lui sarei stata sola per la maggior parte del tempo perché non abbiamo incontrato nessuno se non occasionali camminatori “di giornata”.
Non che mi sarebbe dispiaciuto passare del tempo in totale solitudine nei boschi (come mi è già capitato per esempio sulla Via Vandelli) ma un aspetto che mi piace dei cammini è anche conoscere altri viandanti ed avere uno scambio di esperienze e culture (per questo ho trovato imbattibile la Via Francigena)
La prima tappa, molto pianeggiante e su asfalto, avrebbe rasentato la noia se non fosse stato per l’entusiasmo e la felicità di essere di nuovo in viaggio zaino in spalla!
A fine tappa ho ripensato ai vari monumenti e alle tante targhe commemorative di eccidi nazifasciti che ci ricordano come purtroppo questo territorio sia stato martoriato durante la seconda guerra mondiale e ho pregato per quei popoli che ora stanno vivendo le stesse situazioni (“History will teach us nothing” cantava Sting …)
La sera della prima tappa è stata anche uno dei momenti più belli del cammino, con l’incontro di Gianni e Saura dell’agriturismo “Il circolo dell’Orso” a Grizzana Morandi.
Due persone ispirate e ispiranti che hanno creato un luogo magico immerso nel bosco (consiglio di vedere le foto sul sito internet e la video intervista dove Gianni racconta la sua storia e la sua filosofia di vita). Oltre all’ottima compagnia, ci hanno preparato una cena squisita e ci hanno dato un passaggio in auto da e per Vergato.
Nella seconda tappa finalmente boschi e salita! Il Santuario di Montovolo trasmette una pace ultraterrena e fa dimenticare in un attimo tutta la fatica di 700 mt di dislivello in 6 km!
A Riola ho conosciuto di persona, dopo vari contatti telefonici nelle settimane pre partenza, la disponibilissima ed entusiasta Elisabetta del b&b La Torretta che però era al completo quindi ci ha portato in auto al b&b Cà Serra del Sig. Giuseppe Olivi. Anche lui disponibilissimo, ci ha cucinato un bel piatto di tortellini fatti a mano da sua zia e il mattino successivo, dopo una una più che consistente colazione, ci ha riportato in auto giù a Riola.
La terza tappa ci ha donato inizialmente bei panorami di crinale poi il bosco stupendo di Castello di Sambuca. Nel mezzo la Limentra e Pavana, sulle orme di Francesco Guccini. In tutto il paese ci sono frasi di sue canzoni e suoi libri, al bar ci sono le sue foto, ci aspettavamo di vederlo da un momento all’altro passeggiare o su una panchina a godersi il sole del primo pomeriggio ma ci hanno detto che non esce quasi più di casa perché fatica molto a camminare. Peccato. Ci hanno detto di bussare a casa sua ma abbiamo preferito rispettare la privacy del Maestro.
La notte l’abbiamo passata al Convento delle Suore Francescane con momenti di pura poesia la sera al tramonto col silenzio assoluto nella valle ma soprattutto al mattino quando sono uscita all’alba e ho sentito il canto delle suore provenire dalla cappella per la celebrazione di San Francesco che cadeva proprio quel giorno, il 4 ottobre!
Nell’ultima tappa, dopo un caffè a Bellavalle in un piccolissimo bar dove sembra il tempo si sia fermato 50 anni fa, splendidi castagneti, il Santuario di San Pellegrino al Cassero che mi ha ricollegato a San Pellegrino in Alpe uno dei luoghi iconici della mia amata Via Vandelli, il bel borgo di Spedaletto e poi la lunga discesa fino a Pistoia.
In questi ultimi due giorni abbiamo incontrato a più riprese Elisabetta con un gruppo di amici che percorrevano anche loro le ultime due tappe e sono stati proprio loro ad accoglierci in Piazza Duomo stanchi ma soddisfatti e felicissimi!
Poco prima abbiamo incontrato anche Federico, il responsabile di Pistoia del Cammino di San Bartolomeo, che vedendoci camminare zaini in spalla ha immediatamente fermato la sua auto solo per conoscerci e chiederci che cammino stessimo facendo. E visto che non credo nelle coincidenze fortuite ma nei segni premonitori sì, gli ho promesso che uno dei miei prossimi cammini sarà proprio quello, da Fiumalbo a Pistoia (poi ho visto che incrocia la VFDS proprio a Spedaletto)
La notte l’abbiamo passata alla Foresteria San Domenico accolti dalla gentilissima Giulia. Nel piano dove abbiamo alloggiato c’era un gruppo di profughi ucraini fuggiti dalla guerra, tra cui una dolcissima bambina con cui ho un po’ giocato nonostante le difficoltà della lingua straniera. E l’ultima notte si è chiuso il cerchio sulle riflessioni riguardo la guerra della prima notte …

– IL PROSSIMO PASSO – 

Quello che verrà dopo il cammino, aspettative e proiezioni ?

Come ogni volta, il ritorno è stato abbastanza traumatico … dover stare otto ore in un ufficio, seduta alla scrivania, sono una vera tortura per chi ha ancora negli occhi i cieli azzuri e verdi boschi, nelle orecchie il suono dello scorrere dei fiumi e dei ruscelli e i canti degli uccelli, sotto i piedi i sassi dei sentieri e i prati  …. quindi il pensiero va spesso al prossimo viaggio. Come dicevo mi piacerebbe fare il Cammino di San Bartolomeo ma il sogno rimane sempre farne uno dei vari che portano a Santiago di Compostela. A tal proposito in Duomo a Pistoia ho rivolto una preghierina a San Giacomo 🙂

 


Maurizio Pini

Maurizio Pini nasce a Pistoia nel 1979. Negli anni 90 la passione della fotografia e della grafica si espande anche nel campo lavorativo. Fra reportage per eventi locali e nazionali, servizi fotografici di gioielleria e di opere d’arte, realizzazioni di grafica stampata/digitale/web, la sua carriera si accresce di sempre nuove esperienze da cui trarre nuovi insegnamenti e crescita personale. Nel suo lavoro la ricerca, lo studio e la pianificazione ricoprono una grande importanza ed il connubio con originalità e creatività sono la parte portante del suo operato. Gli ultimi lavori fotografici si stanno incentrando sul dialogo con la Natura e sono su www.mauriziopini.com e la Pagina Facebook  @mixinartofficial Maurizio Pini – MIXINART