Farsi un’idea precisa di cosa sia l’amore non è facile. Secoli di retorica ci hanno abituati al romanticismo sfrenato e ossessivo, alle relazioni in cui l’uno si annulla per l’altro, a far equivalere l’apice del sentimento amoroso con asserzioni del tipo farei di tutto per te, sei la mia vita, se tu mi lasciassi morirei. La storia tra Angela Staude e suo marito, Tiziano Terzani, all’apparenza potrebbe rientrare a pieno titolo nel calderone dei rapporti che hanno perseguito proprio questa idea di amore: lei che sacrifica la sua esistenza per inseguire le ambizioni del marito in tutto il mondo; sembra proprio la classica situazione in cui un sentimento morboso spinge una persona a rinunciare alla propria vita per un’altra, il compiersi perfetto di quello che da sempre ci hanno insegnato essere l’amore con la A maiuscola.
Il 3 settembre 2022 Angela Staude pubblica “l’Età dell’entusiasmo” in cui finalmente racconta la sua vita con Tiziano e smentisce completamente l’idea che io, come molti altri, mi ero fatta del loro celebre, ma incompreso rapporto. Angela in questo libro, infatti, contrariamente a ogni aspettativa, ci offre il racconto di un amore autentico e un altrettanto interessante esempio di femminismo. Infatti, l’altro grande cliché di questa storia sembra essere l’anacronistico sacrificio da parte di una donna che, pur di affiancare il marito all’inseguimento di ambizioni lavorative che lo trasportano da una parte all’altra del mondo, rinuncia ai propri desideri. Tuttavia, per essere capita, ogni storia va indagata a fondo e Angela, pubblicando i suoi diari di una vita, ce lo insegna. Quello che forse non ci si aspetta e che l’autrice, invece, rende chiaro fin dall’inizio è che alla base dei suoi spostamenti in giro per il mondo non c’è unicamente la volontà di seguire Tiziano, ma la voglia di viaggiare e di scoprire; non c’è sacrificio, ma curiosità. I suoi scritti sono ricchi di spunti sulla situazione geopolitica mondiale, che è sicuramente una passione per lei tanto quanto lo è stata per il marito. Angela non ci parla di lui tanto spesso quanto ci saremmo aspettati, al centro del libro ci sono piuttosto le riflessioni personali dell’autrice sugli eventi osservati e vissuti durante i loro frequenti spostamenti, e sulle proprie iniziative; Tiziano diventa così un prezioso strumento di conoscenza del mondo, della guerra, dei sentimenti umani.
Angela e Tiziano Terzani in una vecchia immagine
(dalla pagina fb ufficiale Tiziano Terzani)
«Il mio mondo lo tenevo ancora per me. Non era raccontabile. Lo stavo cercando, ne scrivevo nel mio diario. Non era neppure attuale, non aveva a che fare con le ideologie, le lotte sindacali o l’emancipazione delle donne. Poteva sembrare che non ne avessi alcuno, che vivessi semplicemente sulla scia di Tiziano e c’era chi lo pensava, ma non avevo fretta. Il lavoro di Tiziano mi permetteva di guardarmi intorno e andava bene così», questo afferma Angela, difendendo il loro amore dalle accuse e descrivendolo come un sentimento che aggiunge, arricchisce, non che priva. Nessun sacrificio, dunque, solo l’incontro perfetto di due anime vaganti nel mondo in cerca ognuno delle proprie risposte, l’uno il sostegno dell’altra in questo entusiasmante pellegrinare. Dopo una difficile operazione al seno Angela ricorda: «Tiziano mi porta con sé ovunque ributtandomi letteralmente nel turbine della vita, deciso a ricominciare daccapo». Eppure, nonostante questa fitta rete di stimoli reciproci e di sostegno, Angela e suo marito erano anche perfettamente in grado di vivere l’uno lontano dall’altra. L’autrice in questo libro ci racconta anche delle grandi assenze del marito, che lo portano per lunghi mesi lontano da lei a scoprire gli orrori di una qualche guerra. Quando nel marzo del ’72 il Vietnam del nord varca il Diciassettesimo parallelo, Tiziano non può fare a meno di partire per andare a vedere quella che definisce la guerra della sua generazione. Angela lo aspetta in veranda, a Singapore, tra ragni giganteschi e scarafaggi grossi come una piccola mano; segue le vicende del conflitto sui giornali, ma di Tiziano nessuna notizia. Da quando ha raggiunto le città sotto assedio non si sono più sentiti. Fantascienza per la maggior parte di noi, che oggi basa le relazioni umane sulla comunicazione ossessiva. Chissà se io, figlia di una generazione sempre connessa, avrei saputo aspettare. Quello che prima di leggere questo libro avevo etichettato come un rapporto di dipendenza adesso mi mostra i suoi spazi di libertà assoluta, quasi vertiginosa. Le grandi assenze ci racconta Angela furono «una lezione dura, infinitamente utile, però che mi insegnò a diventare autonoma, cosa che in un rapporto a due mi pare di importanza centrale». Assenze, dunque, in grado di mantenere quella rinomata indipendenza che le donne oggi rincorrono come una sorta di rivendicazione sociale. E quante di loro avrebbero puntato il dito verso Angela, perché per tutta la vita non ha fatto altro che seguire il marito! L’autrice di questo libro, oltreché raccontarci una storia avvincente di viaggi, culture e mondi ormai scomparsi nella morsa della globalizzazione, ci insegna una lezione importante: l’indipendenza non è individualismo. Si può mantenere la propria personalità anche accanto a un gigante come Tiziano Terzani, concedendosi senza annichilirsi, pensando all’altro senza mettersi da parte. Così Angela ha seguito il marito, ma ha scritto di sé, ha incoraggiato i suoi interessi, ma ha coltivato i propri per il teatro nero e la politica e se non ha avuto il successo di lui forse è perché, come lei stessa ci racconta, Tiziano «una volta sulla scena, sa fare alzare il sipario ancora e ancora e comunicare a tutti la sua gioia per il proprio successo (Io, le poche volte che mi capita di averlo, il successo, lo spazzo sotto il tappeto)».
Non deve essere stato semplice mantenere questa autonomia, soprattutto di pensiero, accanto a un marito così ingombrante, lei stessa ce lo racconta con ironia: «Con Tiziano in casa la vita verteva esclusivamente intorno a lui: le sue esaltazioni, le sue furie, le sue scoperte, le sue delusioni e riflessioni, i suoi progetti per il futuro. Infinitamente stimolante, mai noioso, a volte mi sfiniva. “Non c’è una guerra da qualche parte dove potresti andare?” gli chiedevo allora». Credo dunque che sia arrivato il momento di riconoscere ad Angela il suo grande merito e il suo enorme valore, perché amare una persona e saperle stare a fianco tutta la vita non è facile. L’autrice ce lo dice chiaramente, ci riporta quella verità scomoda che non vogliamo sentire, che nascondiamo caparbiamente dietro a un profumatissimo romanticismo: «Nessuno è monogamico per natura. Vorremmo esserlo, cerchiamo di esserlo, ma in situazioni di eccezione invaghirsi è naturale. È nel modo in cui ci si comporta che interviene la responsabilità personale. Tiziano amava la vita, era affascinato dall’umanità. S’infatuava, certo, si innamorava anche, ma non me lo dava a vedere e io non indagavo. Mi ha sempre dato l’impressione di essere l’unica e questo mi bastava. Né lui ha inquisito con me, almeno che il pericolo non fosse reale».
Per concludere posso affermare che questo libro è certamente interessante, perché, come hanno sottolineato in molti, racconta la Storia, ma quel che è più importante è che racconta anche una vera storia d’amore, lontana dalle finzioni romantiche, dove c’è spazio anche per le quotidiane ombre generate dalla scelta di trascorrere la vita insieme a una persona; sono certa che se nei libri, nelle canzoni, nei film l’amore venisse raccontato con così tanta sincerità, i rapporti sarebbero meno superficiali e nel mondo avverrebbero meno feroci divorzi.