POPIGLIO (SAN MARCELLO PITEGLIO) – La Piccola Cattedrale della Montagna pistoiese compie 750 anni. Sono passati tre quarti di millennio, infatti, dal 1271 quando venne finita di edificare la Pieve di Santa Maria Assunta di Popiglio. Un anniversario che verrà celebrato in tono semplice, ma molto sentito, con un calendario di iniziative organizzato dalla Parrocchia di Popiglio, una settimana fra celebrazioni religiosi e iniziative culturali.
IL PROGRAMMA
Il sogno sarebbe stato quello di organizzare una grandissima festa popolare come avrebbe meritato un anniversario di questo tipo, ma la lotta alla pandemia, ovviamente, lo sconsiglia. Ci si limiterà così all’essenza: d’altronde la Pieve di Popiglio, nei suoi 750 anni di storia è già stata in numerose occasioni testimone di guerre ed epidemie ed ha insegnato ad affrontare le difficoltà e a celebrare i momenti felici adattando il tono e i modi ai momenti che si stanno vivendo.
Il via l’8 agosto con messa e processione
Il programma delle celebrazioni comincia domenica 8 agosto con una Messa nella Chiesa del vicino convento delle suore in occasione della festa di San Domenico. Si prosegue poi con la tradizionale processione di Santa Maria per le strade del paese: al fianco del parroco, don Adam Tabiziewski, ci saranno tutti i suoi predecessori. Il 15 agosto, invece, la messa sarà celebrata dal vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli.
Gli eventi culturali in chiesa
Ricco e variegato anche il programma delle iniziative culturali, in programma in chiesa alle 21: lunedì 9 agosto si parlerà di don Lorenzo Milani e dell’attualità della sua lezione con Sandra Gesualdi, giovedì 12 saranno affrontati gli aspetti storici e artistici della Chiesa, mentre lunedì 16, con il critico televisivo di ‘Avvenire’ Andrea Fagioli, si affronterà il tema ‘Stare svegli davanti agli schermi: la necessità di un’attenzione’.
LA PIEVE
Nel XIII secolo la comunità popigliese decise di dotarsi di una Chiesa più grande e non badò a spese: si tratta infatti di una delle Chiese più grandi di tutto l’Appennino tosco-emiliano.
L’esterno
Per lavorare all’imponente facciata ispirata allo stile tardo romanico, con due bifore e una trifora e costruita in pietra serena, furono ingaggiati dei maestri scalpellini lombardi, i cosiddetti comacini, che finirono il lavoro nel 1271, dando prova del loro estro, ma anche della loro consapevolezza architettonica che con gli anni si è dimostrata: la Pieve è adesso lambita dalla statale 12, opera dei Lorena e conosciuta dai motociclisti di tutta Europa come parte della “Via dell’Amore”, una strada che collega la Baviera al Mar Tirreno. Il suo campanile, sempre in pietra serena, alto 22 metri crea oggi un naturale restringimento di carreggiata che obbliga chi ci passa in macchina quasi a fermarsi e a regalare uno sguardo d’ammirazione a quella facciata imponente e austera.
L’interno
Al suo interno la Pieve di Santa Maria Assunta permette invece di fare un viaggio nella storia dell’arte del nostro Paese. Assomiglia infatti a una Chiesa barocca romana del ‘600: all’epoca, infatti, alcune famiglie popigliesi fecero fortuna alla corte dei Papi e finanziarono il restauro della Chiesa del loro paese d’origine. Oggi si può ammirare un trittico di statue di marmo realizzato da allievi del Bernini. Ma ci sono anche alcuni quadri, in particolare di Sebastiano Vini, di ispirazione vasariana e debitori della pittura manierista fiorentina. Senza contare quello che, per secoli, ha reso celebre il paese di Popiglio nella montagna pistoiese: ovvero l’arte della falegnameria. I maestri intagliatori hanno dato prova della loro cultura manuale in molte epoche diverse: ne sono testimonianza i confessionali, i pancali e il soffitto a cassettoni. Realizzati da artigiani il cui nome è purtroppo rimasto ignoto, ma che avrebbe meritato di essere ricordato insieme a quello degli artisti.
Il museo diocesano
Accanto alla Chiesa di Popiglio c’è il museo diocesano d’arte sacra e della religiosità popolare che fa parte dell’Ecomuseo della Montagna pistoiese, che testimonia un modo di vivere la religiosità che fa parte della storia. La piccola cattedrale della Montagna Pistoiese, affidata fin dai tempi antichi alla protezione della Beata Vergine Maria, ha, quasi naturalmente creato una piazza che in 750 anni ha incrociato, e spesso ha fuso, aspetti sacri e profani: dalle processioni con la Madonna ai canti del Maggio, dalle discussioni sul futuro del mondo all’ultimo saluto a un paesano che se n’è andato.
I segni “simbolici” del tempo
La facciata della Chiesa di Popiglio è leggermente più corrosa rispetto alle altre mura perimetrali esterne, che sono protette delle vette dell’Appennino. Si pensa che questo si debba all’azione della salsedine, nonostante il mare disti più di 50 chilometri, alla quale la facciata è esposta. Ma è forse il simbolo più efficace di quello che pensavano quelli che 750 pensarono e costruirono la Chiesa e mentre lo facevano immaginavano la comunità che le si sarebbe formata attorno. Pensavano cioè ai popigliesi del futuro proprio come avevano costruito quella Pieve: con i piedi ben piantati sulla montagna pistoiese, con le cime dell’Appennino che proteggono le spalle, ma con lo sguardo rivolto verso il mondo, verso l’ignoto, verso il mare e verso quello che c’è oltre il mare.