MadeInPIT, Economia  |  maggio 19, 2021

Samy Giovannetti: da carrozziere ad apicoltore e agricoltore

Con la sua piccola azienda, nata 5 anni fa, produce miele, coltiva la terra, gestisce un castagneto, lavora il bosco, vende legna da ardere. L'idea di ampliare l'offerta dei prodotti. L'importanza delle filiere e la conseguente adesione al Piano Integrato Territoriale P.I.T. “Le leggi che riguardano l'agricoltura e le foreste toscane mi sembrano inadeguate. E vedo poca disponibilità delle istituzioni pubbliche a collaborare con le imprese”

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MARESCA (SAN MARCELLO PITEGGLIO) – Accade sempre più spesso che un interesse si trasformi in passione e col tempo diventi un lavoro vero proprio. E’ il caso di Samy Giovannetti, un giovane che da carrozziere con la passione per le api si è trasformato in imprenditore agricolo ed ha creato una piccola azienda nella quale alleva api (ad oggi 60 alveari), produce miele di robinia e in misura minore millefiori e melata, coltiva la terra, gestisce un castagneto, lavora il bosco, vende legna da ardere e tanto altro.

Fa, insomma, un po’ di tutto; quello che facevano i nostri nonni i quali univano manualità a competenze multiple.

L’azienda, che il proprietario ha chiamato col proprio nome e cognome, SAMY GIOVANNETTI, ha sede a Case Alte di Maresca ed è nata 5 anni orsono. Attualmente comprende 3 ettari di seminativo/pascolo, 9 ettari di bosco, un castagneto ed un oliveto in area collinare. L’idea del proprietario è però quella di ampliare l’offerta dei prodotti, dedicandosi in futuro anche all’allevamento caprino e al recupero di altre selve di castagni, che attualmente sono in stato di semi abbandono, dato che la farina dolce comincia ad essere interessante a fini economici e in considerazione del fatto che noi italiani da esportatori ne siamo diventati forti importatori.

L’importanza di far rete: il P.I.T.

La mentalità di un giovane imprenditore agricolo, come Samy, è fortemente cambiata rispetto al costume montanino tradizionale; infatti per sperare di avere maggior successo imprenditoriale si è capito che occorre aderire alle filiere: è d’obbligo, dunque, far rete tra aziende e partecipare a progetti di area come il P.I.T (Progetto Integrato Territoriale) A.L.T.A Montagna Pistoiese che, coordinato da Impresa Verde-Coldiretti Pistoia, ha riunito 40 organizzazioni, tra aziende agricole, associazioni , enti locali e di ricerca. Gli investimenti legati al progetto ammontano ad 1 milione di euro, sono cofinanziati con i fondi del Piano di Sviluppo Rurale della Toscana e coinvolgono il territorio dei comuni di Abetone-Cutigliano e di S.Marcello-Piteglio.

Samy Giovannetti vi ha partecipato per poter sviluppare al meglio le proprie intenzioni aziendali, come quella di recintare terreni da adibire a coltivazioni agricole, che altrimenti sarebbero fortemente minacciati dalle orde di ungulati che scorrazzano indisturbate per la nostra montagna.

“Inizialmente – spiega Samy – avevo qualche preoccupazione a lavorare in rete, poi, seppure con tempi lunghissimi tutto si sta risolvendo e aver partecipato a questo progetto si sta rivelando una strategia vincente. Certo il P.I.T è un bell’aiuto per l’economia agricola della Montagna, ma da solo non basta ad un rilancio complessivo delle nostre terre alte”.

Le criticità che si incontrano ancora

In effetti sono tanti i lacci e laccioli che ne impediscono lo sviluppo, come si è sempre detto su queste pagine, e molto spesso sono di tipo normativo e strutturale. Burocrazia, carenza di viabilità, di infrastrutture, di servizi e soprattutto le conseguenze di uno spopolamento preoccupante nel prossimo decennio, se non si interverrà, dimezzeranno gli abitanti della nostra Montagna.

Ma Samy ha rilevato un altro problema sul quale purtroppo le istituzioni non hanno ancora preso una posizione definitiva: “Lo sviluppo dell’agricoltura in Montagna è legato al ripristino delle aree abbandonate che una volta erano destinate alla coltivazione o al pascolo. Quando il bosco ha preso il sopravvento, le particelle dei mappali, nonostante siano accatastate come seminative o pascoli, vengono considerate bosco e per le istituzioni riportarle a seminativo o non è concesso o, se lo è, si devono affrontare molte difficoltà di tipo economico-burocratico. In questo modo non si incentiva certo l’agricoltura nella nostra Montagna, per cui le leggi che riguardano l’agricoltura e le foreste toscane credo che siano inadeguate e debbano essere cambiate al più presto”. Poi, aggiungiamo noi, oltre al recupero di capi da coltivare, si sta sottovalutando l’importanza delle radure che avrebbero la funzione di trattenere gli ungulati in areali determinati e ridurre drasticamente i loro danni nei confronti delle coltivazioni.

Il rapporto fra enti pubblici e aziende

Samy Giovannetti conclude parlando del rapporto tra enti pubblici e aziende: “Una collaborazione tra enti pubblici e aziende potrebbe aiutare molto; purtroppo, però, non vedo l’interesse a farlo da parte delle pubbliche amministrazioni. Capita solamente di essere interpellati per la comunicazione di una decisione già presa e non per discuterne insieme. A volte, poi, non è nemmeno facile riuscire a mettersi in contatto con gli enti, anche solo per ottenere delle autorizzazioni o i permessi necessari per lavorare. La pandemia ovviamente ha peggiorato la situazione”.

Nei piani alti si dirà che tutto questo dipende da un difetto di comunicazione, in realtà la gente di Montagna è spesso inascoltata e non trova interlocutori istituzionali che ne interpretino le istanze.

Allora auguriamoci che progetti come il P.I.T. aprano la strada ad un approccio diverso nella gestione di queste nostre Terre alte, un approccio che coinvolga di più i montanini e molto meno i burocrati.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)