L'intervista, MadeInPIT  |  febbraio 23, 2021

PIT, come finanziare i progetti delle imprese agricole di filiera

Intervista a Michele Bellandi di Impresa Verde Coldiretti Pistoia: il progetto della Regione Toscana prevede un investimento di un milione di euro e il coinvolgimento di 40 diversi soggetti. Gli obiettivi principali: la limitazione del dissesto idrogeologico legato ai cambiamenti climatici, il mantenimento del paesaggio, la biodiversità per flora e fauna e l'introduzione di fonti energetiche rinnovabili. Gli interventi realizzati fino ad oggi e quelli da ultimare

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PISTOIA – Il PIT “A.L.T.A. Montagna Pistoiese” e alta sta per agricoltura locale ( per la) tutela ambientale, è un progetto che prevede un milione di investimenti destinati all’ecosostenibilità da parte di 40 organizzazioni tra enti di ricerca, aziende agricole, associazioni, enti locali coordinati da Impresa Verde-Coldiretti Pistoia. Realizzazioni e/o ripristino di laghetti, abbeveratoi, sentieri, muretti a secco, recinzioni sono alcune delle attività del progetto, cofinanziato con i fondi del Piano di sviluppo rurale della Regione Toscana, che coinvolgono il territorio dei comuni di Abetone Cutigliano e di San Marcello Piteglio. Di questo interessante progetto per la nostra montagna abbiamo parlato con Michele Bellandi di Impresa Verde Pistoia, Responsabile CAA – Ufficio Tecnico.

 Michele Bellandi

Cos’è il PIT, in parole semplici?

“I PIT Progetti Integrati Territoriali nascono in regione Toscana dall’esperienza dei progetti di filiera dove al centro dell’attività c’è una realtà produttiva primaria (esempio olive/olio) e vengono finanziati gli investimenti delle aziende comprese nella filiera, mentre in questo modo sotto la lente d’ingrandimento c’è un territorio e gli interventi in questo specifico caso riguardano esclusivamente l’ambiente con lo scopo di mantenere il paesaggio, la biodiversità, limitare il dissesto idrogeologico assicurare la possibilità di fruire di quel territorio specifico. Nel PIF gli investimenti riguardano la produttiva delle imprese aderenti mentre nel PIT sono lavori che hanno una ricaduta importante per gli abitanti e fruitori di quello spazio specifico”.

Come nasce questa idea e quali obiettivi si prefigge?

“Nasce per valorizzare, per mettere in sicurezza quel territorio della valle del Sestaione e poco più, per valorizzare quegli spazi per far convivere gli allevamenti zootecnici sia di ovini/caprini che di bovini con i selvatici che sono presenti e spesso provocano danni al territorio dal cervo al cinghiale; permettere alle imprese di portare a raccolto senza danni, far accedere all’area i tanti visitatori così fa fruire della sentieristica recuperata, ricordare gli avvenimenti storici accaduti in quella zona.

Obiettivi principali sono 4: sistemazioni per limitare il dissesto idrogeologico legato ai cambiamenti climatici, mantenimento del paesaggio, biodiversità per flora e fauna e introduzione di fonti energetiche rinnovabili. L’università per poter definire un quadro della situazione economico – sociale di questo spicchio della montagna pistoiese ha predisposto un questionario per raccogliere una serie di dati per fornire una importante analisi”.

Che tipo di adesione ha avuto questo progetto tra le aziende della nostra montagna?

“Il numero delle aziende interessate direttamente con interventi ben specifici sono 18 aziende agricole poi ci sono le indirette ed i soggetti scientifici si raggiunge i 40 soggetti coinvolti. Le aziende vanno da San Marcello fino ad arrivare nella Valle della Lima fino ai Taufi per cui abbiamo una copertura completa del territorio”.

Quale è lo stato attuale del progetto?

“Allo stato attuale dell’intervento, le aziende singole hanno effettuato buona parte degli interventi riguardanti le recinzioni in seguito alle indicazioni ricevute dall’Università, altre devono ancora terminare i lavori che riguardano le sistemazioni idraulico- agrarie ed il recupero di tratti di vecchi sentieri, la sistemazione di alcuni bacini per la raccolta delle acque per essere utilizzate dagli animali selvatici e dai domestici senza competizione. Gli enti pubblici come Consorzio di Bonifica Alto Reno e Unione dei comuni stanno completando i lavori sempre per la regimazione delle acque. Occorre considerare che è possibile effettuare questi lavori solo con la stagione ottimale. Pertanto è già stata chiesta una proroga per completare da un lato i lavori e dall’altro l’attività di informazione/formazione prevista sul territorio”.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)