Sanità e sociale  |  dicembre 29, 2020

Abbracci e sguardi tra ricoverati e familiari, nei giorni delle festività natalizie

Il progetto "Incontriamoci" realizzato nei reparti COVID dell'ospedale San Jacopo e al Ceppo su iniziativa della presidente della SdS Pistoiese Celesti. I familiari informati, accolti ed accompagnati dal personale sanitario, hanno raggiunto la stanza di degenza dei propri congiunti. Gli ingressi solo di pomeriggio, alle 14 alle 19, uno ogni ora, con una permanenza di quindici minuti. Per tutti, ricoverati, familiari e sanitari, momenti di grande emozione. "Abbiamo visto tante lacrime di gioia". E il giorno di Natale, nel setting Covi19 del San Jacopo, distribuiti ai pazienti i regali realizzati da infermieri e personale sanitario. Improvvisato anche un coro di canti natalizi

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La consegna dei regali in corsia

PISTOIA – “Incontriamoci” è il regalo di Natale degli operatori dell’ospedale San Jacopo di Pistoia ai ricoverati e ai loro familiari per Natale, dalla vigili di Natale fino a domenica 27 dicembre. Sguardi e abbracci si sono potuti finalmente concretizzare nelle stanze di degenza. La proposta di un progetto si è fatta, dunque realtà: il progetto, proposto dalla presidente della Società della Salute, Anna Maria Celesti, è stata realizzata dalla direzione sanitaria (Lucilla Di Renzo) ed infermieristica (Paolo Cellini e Monica Chiti) del presidio ospedaliero San Jacopo. Un “gruppo” di lavoro appositamente istituito al San Jacopo ha organizzato gli “incontri” anche tenendo conto soprattutto della sicurezza, con il coinvolgimento diretto degli psicologi dell’Ospedale per fornire l’eventuale supporto psicologico al paziente ed ai familiari.

Celesti: “Una profonda emozione”

“Quando mi è stato comunicato che il progetto sarebbe stato realizzato – ha dichiarato Celesti – ho provato una profonda emozione immaginandomi le reazioni che avranno i pazienti e i loro familiari. E’ questo, davvero, il regalo più grande e importante nel giorno di Natale e ringrazio pubblicamente, a nome di tutta la comunità e personalmente, la dottoressa Di Renzo e tutto il personale del San Jacopo per il loro continuo impegno e il notevole spirito di abnegazione e per aver assecondato l’importanza della cura nella sua interezza: anche le carezze e gli abbracci contribuiscono al processo di guarigione”.

L’accoglienza dei familiari

Nel caso dell’accesso ai reparti Covid, i familiari, appositamente informati, accolti ed accompagnati dal personale sanitario, hanno potuto raggiungere la stanza di degenza del proprio congiunto e restarvi fino a quindici minuti. Gli ingressi, nei giorni scelti, sono avvenuti sempre nel pomeriggio (dalle 14 alle 19), uno ogni ora (per gestire le fasi di vestizione e svestizione in totale sicurezza).

Il progetto, negli stessi giorni, è stato esteso anche ai reparti di cure intermedie del Ceppo e dell’ospedale Pacini di San Marcello, dove sono ricoverati anche pazienti con il coronavirus.

Di Renzo: “Colmato un gap”

“L’impedimento dell’accesso dei familiari alle strutture sanitarie – sottolinea la dottoressa Lucilla Di Renzo, direttore sanitario del presidio ospedaliero- ha drammaticamente condizionato la comunicazione con il mondo esterno. Il periodo della pandemia ci ha abituati purtroppo a gestire la malattia in una situazione di solitudine “angosciante” che sta creando delle ferite profonde sia nei pazienti che negli operatori e con questa iniziativa cercheremo di recuperare questo gap. In ospedale – continua Di Renzo- è meno facile creare una vera e propria stanza degli abbracci, per la tipologia dei pazienti e per le caratteristiche ambientali, ma abbiamo voluto creare comunque dei momenti di contatto con i familiari, soprattutto in questo periodo particolare dell’anno, quale quello che ci accingiamo a vivere”.

Gli incontri anche al Ceppo

 Marito moglie e figlio al Ceppo

Le modalità di accesso da parte dei familiari alle degenze del “Ceppo”, dove il progetto è stato realizzato dal coordinamento sanitario territoriale diretto dalla dottoressa Silvia Mantero, sono state le medesime messe in atto nell’Ospedale di Pistoia: i parenti sono stati informati e accompagnati dal personale sanitario, seguiti nella vestizione e svestizione con i Dpi (dispositivi di protezione individuale) e sono potuti restare con il proprio congiunto fino a quindici minuti.

Come è accaduto al San Jacopo anche al “Ceppo” i sanitari hanno condiviso con i ricoverati ed i loro familiari momenti di grande emozione.

Il racconto della grande emozione

Racconta Lucia Cirillo, coordinatrice infermieristica: “In un tempo sospeso come quello che stiamo vivendo a causa del Covid 19, nel quale ogni contatto fisico è sotto osservazione un abbraccio assume un valore inestimabile. Abbiamo visto molti nostri pazienti andarsene senza nessuno, con l’aggravante che erano già mesi che non avevano conforto, sempre per la chiusura imposta dalle regole del Covid. Con la realizzazione di questo progetto abbiamo deciso di regalarci un gesto di cura reciproco: un abbraccio. Ai pazienti, ai loro cari e di rimando a noi che abbiamo condiviso con loro l’emozione del sentirsi, toccarsi, vedersi. Abbiamo visto lacrime di gioia che solo questi momenti regalano”.

A Natale canti e regali per i pazienti

 

Alcuni momenti della consegna dei regali e del coro

Hanno creato una vera atmosfera natalizia gli infermieri e gli operatori sanitari del setting Covi19 del San Jacopo coordinato dall’infermiera Cristina Cascini. In corsia il personale ha portato e poi distribuito ai pazienti i regali da loro realizzati personalmente e poi hanno improvvisato un coro di canti natalizi. Le canzoni sono arrivate in tutte le stanza di degenza per ricordare ai ricoverati che era Natale, nonostante tutto. Un’iniziativa, anche questa, promossa dagli infermieri e dagli Oss che al San Jacopo prestano sempre più attenzione al lato “umano” delle cure. “E’ stato un momento davvero emozionante -ha detto Cascini- sia per noi che per i pazienti che si sono commossi”.


La Redazione

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