
Policarpo Petrocchi è rimasto un montanino autentico, anche dopo aver raggiunto una fama letteraria nazionale.
Nato a Castello di Cireglio nel 1852, si è distinto per un’intensa attività culturale che è culminata nella stesura del Novo Dizionario della Lingua Italiana, un’opera grandiosa di raccolta e di catalogazione lessicale. Qui trovano ampio spazio parole, espressioni, modi di dire e proverbi della Montagna pistoiese, a testimoniare l’affetto profondo dell’autore per la sua terra di origine, che lo ha spinto anche a contrasti furiosi contro enti pubblici e istituzioni, colpevoli, secondo lui, di trascurare le Terre alte e i suoi abitanti.
Evidentemente la Storia si ripete!!!
Per fare solo qualche esempio di parole e espressioni anche particolari di quassù, non tutti conoscono il verbo avolicare (affannarsi) usato a Momigno, lamicare (lamentarsi di continuo), comune a Maresca e altrove, coppino (scaldino) noto a molti anziani, ridottare (temere fortemente) tipico di Treppio, ricogliere (raccogliere castagne) usato a Torri, fòla (favola) e impacienzia (a Sambuca) ecc.; oppure espressioni popolari del tipo Tonda come una luna in quintadecima, detto di persona grassa e dalla faccia larga, oppure Chi non risponde è becco, riferito al gioco delle carte, o ancora La polenda fa la loffa o la vescia, quando cuocendo la polenta sprigiona un po’ d’aria, o infine Pulito com’un baston da pollaio, intendendo qualcosa di molto sudicio.
Sfogliando questo dizionario ci accorgiamo che siamo di fronte ad un vero e proprio scrigno che custodisce il parlare dei nostri nonni, un parlar vivo, evocativo e creativo che oggi abbiamo sacrificato ad una lingua piatta, limitata e piena di parole che non hanno più niente a che fare con le tradizioni della nostra Montagna.