Non solo libri, Parco Letterario Policarpo Petrocchi, Una Montagna di Parole  |  maggio 4, 2020

MONTANINO O MONTANARO? Chiamiamoci come vogliamo, ma uniti dai medesimi valori

Soprattutto chi abita in Alta Montagna è più propenso ad utilizzare il secondo termine. Ma “montanino” veniva usato già da noti letterati nel 1800. Su tutti Policaro Petrocchi da Castello di Cireglio che considerava l'appellativo montanaro “un po' spregiativo e di commiserazione”

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Qualcuno, specialmente dell’Alta Montagna pistoiese, mi ha rimproverato perché definisco sempre Montanini e non Montanari, gli abitanti delle nostre Terre alte.

Premetto che in questa risposta non c’è alcun risvolto polemico, ma le mie origini sambucane e alcune importanti testimonianze letterarie mi confermano in questa mia scelta lessicale.

Intanto a la Sambuga siamo tutti “montanini”, anche perché ci inorgoglisce il detto popolare che recita “Montanini, scarpe grosse e cervelli fini”; poi, per quanto riguarda la letteratura, prendo a prestito due “voci” autorevoli: quella di Giuseppe Tigri, celebre scrittore pistoiese (1806-1882), il quale scrisse un’opera intitolata, appunto, Il Montanino toscano, e quella di Policarpo Petrocchi, l’illustre lessicografo, nato e morto a Castello di Cireglio (1852-1902), autore del celeberrimo Dizionario della Lingua italiana.

Qui, alla voce Montanino, si legge quanto segue: “Nato in montagna, di montagna” e gli abitanti vengono definiti “Gente montanina”.

D’altro canto, poco sopra, il Petrocchi, relativamente al termine Montanaro, aveva scritto: “Montanaro, cioè di montagna. Termine un po’ spregiativo e di commiserazione. Indica rozzezza e povertà” e fra gli esempi cita Alessandro Manzoni, che nei Promessi sposi chiama Renzo “Un povero montanaro”.

Naturalmente Montanari o montanini, fa lo stesso, purché ci riconosciamo, tutti, nel senso di appartenenza alla nostra terra e nei grandi valori che la gente di quassù ci ha trasmesso nel tempo e che oggi sembra che abbiamo dimenticato.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)