Una Montagna di Parole, Sanità e sociale  |  marzo 1, 2020

Virus e influenza: due parole che fanno paura (soprattutto in questi giorni)

La prima ha in realtà un'origine rassicurante, quella del “succo”, “l'umore” delle piante. In seguito ha indicato il “veleno” prodotto dagli animali e solo nel 1500 il pus corrosivo di certe piaghe infette. Anche la seconda ha un'origine innocua, riferita allo scorrere dei fiumi e dei torrenti. Fu l'astrologia medievale a caricarla di significati negativi

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Qui da noi la seconda parte dell’inverno vede di solito il picco delle sindromi influenzali, ma quest’anno il tutto è aggravato dalla presenza del famigerato Corona-virus che allarma e paralizza molti aspetti della nostra quotidianità dromomaniaca, nel senso che tutti noi, per lavoro o per svago, ci stiamo condannando ad uno stress da movimento perenne, quasi maniacale.

L’origine di virus

La parola che oggi turba le nostre esistenze, cioè virus, ha in realtà un’origine ben più rassicurante.

Nella lingua dei nostri antenati latini il virus era in origine il “succo”, “l’umore” delle piante; solo in seguito ha indicato il “veleno” prodotto dagli animali e infine ogni tipo di cattivo odore, tanto che virulentia andava a significare “la puzza”, “il fetore”.

E’ soltanto nel corso del 1500 che questa parola è entrata nel vocabolario medico-scientifico, quando cioè un chirurgo francese denominò virus il pus corrosivo e maleodorante che emanava da certe piaghe infette.

Oggi il termine è ben radicato in ambito sanitario, anche se l’agente infettivo non emana cattivi odori ed è quasi invisibile, eppure nella sua microscopicità è stato in grado di paralizzare la civiltà della globalizzazione, dell’economia e della finanza, nonché dell’arroganza e dell’onnipotenza dell’apparato tecnologico-scientifico.

L’influenza

Anche la parola influenza ha avuto una storia altrettanto bizzarra.

Il verbo latino influere significava “scorrere dentro”, “gettarsi in” ed era per lo più legato all’acqua dei fiumi e dei torrenti ed in genere allo scorrere dei liquidi.

E’ stata l’astrologia medievale ad usare il termine “influenza” per significare l’azione degli astri che era ritenuta in grado di “scorrere dentro” le vicende umane e di determinarne le sorti e quando si è trattato di spiegare l’origine di epidemie e pestilenze la medicina medievale ha parlato di “influenze” che, scendendo dalla sfera astrale, infettavano l’aria di miasmi venefici e portatori di sciagure sulla comunità degli uomini.

Oggi l’epidemiologia ha in parte spiegato l’origine dei nostri malanni di stagione, ma la parola che continua ad identificarli è rimasta appesa “alle stelle”.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)