Non solo libri  |  marzo 11, 2020

Parole di speranza (in quel metro di distanza), ai tempi del Coronavirus

L'iniziativa di Letterappenninica con una proposta di scrittura collettiva. Raccontare come vivere (e battere) il Covid - 19. Tante storie di resilienza e di resistenza per “contrastare la dittatura ansiogena di social e tv”. Le testimonianze raccolte su facebook nel gruppo “Sei di San Marcello Pistoiese se” e sulla pagina della stessa associazione

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SAN MARCELLO – “Metti parole di speranza nel metro di distanza”. Questo il titolo che Letterappenninica, associazione culturale della Montagna Pistoiese, ha dato a una iniziativa di scrittura collettiva chiedendo a tutti di inviare testimonianze su come vivere un periodo di emergenza evitando di restare schiavi della paura. L’idea, inizialmente partita dall’amministratore di un gruppo Facebook “Sei di San Marcello Pistoiese se”, è stata subito condivisa e rilanciata da questa associazione, guidata dallo scrittore Federico Pagliai, da cinque anni impegnata in una rassegna estiva con libri di terre alte.

Come nasce l’idea

Nel primo giorno di blocco totale per coronavirus, sul gruppo virtuale (oltre 1.600 gli iscritti, tutti originari del paese montano o di frazioni vicine) è apparsa una proposta: utilizzare un periodo così particolare, essendo obbligati a stare in casa, “per raccontare, in una sorta di libro comune, le nostre piccole storie quotidiane di resistenza e resilienza al virus”.

Letterappenninica ha subito rilanciato cercando anche di far rete con altri soggetti di questo territorio montano. Fra questi il parroco di San Marcello, don Cipriano Farcas, animatore di tante attività comuni sull’intera montagna. “Il sacrificio di stare in casa – sottolineano da Letterappenninica – si affronta meglio sentendosi impegnati in qualcosa di utile; è dunque fondamentale dare occasioni di speranza, invertire la tendenza al pessimismo, far capire che tutti insieme ne usciremo”. Da qui l’invito a raccontare “parole di speranza” pur rispettando quel simbolico “metro di distanza” oggi obbligatorio nell’Italia intera. Un invito – si precisa – “rivolto a tutti, in particolare agli abitanti dell’intera Montagna Pistoiese ma aperto anche a chiunque, ovunque abiti, si senta coinvolto”.

L’ipotesi di un libro

Non è poi esclusa, se l’operazione avrà successo, la pubblicazione di un libro collettivo: sullo stile di quel “Tutt’acurve” fatto uscite proprio da Letterappenninica all’inizio della scorsa estate con storie e racconti lungo le strade che dalla pianura di Pistoia portano ai territori modenesi e bolognesi. Si pensa anche a una possibile raccolta in favore di un’attrezzatura per l’ospedale di San Marcello.

Dove lasciare i propri scritti

Saranno dunque due i luoghi social – non solo il gruppo “Sei di San Marcello Pistoiese se” ma anche la pagina facebook di Letterappennenica – da utilizzare per inviare le “parole di speranza”. Non vengono posti limiti di lunghezza per questi racconti, ma si suggeriscono testi “comunque brevi perché più efficaci”.

Due le tipologie di storie e testimonianze richieste: come ciascuno di noi, oggi, sta affrontando nella sua vita quotidiana questa l’emergenza coronavirus e come, in passato, le persone più anziane hanno saputo affrontare, sconfiggendole, altre emergenze (dalla guerra al terrorismo, da Chernobyl a Seveso …).

“Il nostro tentativo – confermano quelli di Letterappenninica – è dare un piccolo strumento a persone di ogni età costrette a stare in casa, contrastare la dittatura spesso ansiogena di social e tv, migliorare il senso di comunità, uscire stando insieme dalla paura di questi giorni”.


La Redazione

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