PISTOIA – Giovedì prossimo, 24 ottobre, alle 17, nela sede della Fondazione Conservatorio San Giovanni Battista, in Corso Gramsci, a Pistoia, si svolgerà la presentazione e un incontro di studio sui restauri nell’Archivio capitolare di Pistoia. Nell’incontro si esporranno, anche alla semplice curiosità degli interessati, le fasi dei restauri assai complessi del registro F.20, appartenente al fondo Massa Canonici e del manoscritto C.57 databile poco prima del 1476, restauri curato da Simonetta Rosatelli, docente di restauro della carta presso l’Istituto per l’Arte e il restauro di Firenze e titolare di un laboratorio accreditato presso la Soprintendenza.
Temi e relatori
Saranno inoltre dichiarati i motivi che hanno consigliato di dare priorità a questi restauri rispetto a numerosi altri possibili interventi. Giovanna Frosini (Università per Stranieri di Siena e Accademia della Crusca) illustrerà la straordinaria importanza dei registri della Massa Canonici (e del registro restaurato) per documentare la lingua parlata a Pistoia nell’età di Dante e di Cino, il professor Stefano Zamponi (Università di Firenze) presenterà la complessa natura del manoscritto C.57, in cui si alternano testi classici e testi umanistici, e che inoltre reca alla fine un ricordo dei miracoli di San Felice, santo contitolare del duomo di Pistoia nel X e XI secolo, il cui corpo fu rinvenuto in cattedrale il 12 agosto 1414.
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La visita guidata
Il successivo venerdì 25 saranno effettuate delle visite guidate all’archivio, cura di Anna Agostini e Stefano Zamponi, in gruppi di massimo dieci persone, alle ore 10, 11, 16 e 17.
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L’Archivio e la Fondazione
Da alcuni anni l’Archivio Capitolare, situato all’interno del complesso del Duomo di Pistoia, è sostenuto dalla Fondazione Conservatorio San Giovanni Battista per le improrogabili necessità di restauro che interessano importanti manoscritti medievali. Gli interventi interessano codici che costituiscono l’eccezionale testimonianza dell’antica biblioteca dei canonici (la maggiore biblioteca di Pistoia fra la fine dell’undecimo secolo e gli inizi del Cinquecento) e antichi registri di amministrazione, che documentano la gestione dei beni della cattedrale in una ininterrotta serie che da fine Duecento arriva ai nostri giorni.