Abetone, Cutigliano, Economia, Turismo  |  ottobre 15, 2019

“La chiusura del ponte dei Mandrini? Per la montagna un danno da 50 milioni di euro”

Lo scrive il Comitato per la riapertura della S.P.20 in una lettera alla Provincia dopo il rinvio della riapertura da metà ottobre al 15 novembre. "Ci aspettiamo un altro rinvio a chissà quando. Eppure gli interventi necessari a rimetterlo in funzione non sono complessi". Allarme per le forti ripercussioni negative sull'economia locale: "Falcidiato il turismo per la prossima estate, nulle le prenotazioni per l'inverno"

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Il ponte dei Mandrini

VAL SESTAIONE (ABETONE CUTIGLIANO) – “Il ponte dei Mandrini non riaprirà entro il 15 ottobre, data indicata ad inizio Settembre come quella del termine dei lavori”. Lo scrive il Comitato per la riapertura della S.P.20, “preoccupato per l’ennesimo ritardo”. Contrariati per l’ennesimo rinvio, gli esponenti del comitati sottolineano che “le opere da realizzare per garantire la sicurezza della circolazione stradale, installazione barriere antisfondamento e cerchiature metalliche intorno ai piloni, sono di facile esecuzione e non giustificano l’attuale ritardo sia nella progettazione che nella loro esecuzione“. Un ritardo che si somma ai precedenti per una chiusura che si protrae “da oltre 160 giorni con grave danno per l’intera economia montana. E’ certo – sottolineano con preoccupazione i diretti interessati – che il minimo inconveniente farà slittare la nuova data di riapertura prevista per il 15 Novembre a primavera, il che creerebbe un danno irreversibile per l’intera Montagna ed in particolare per la Val Sestaione“.

La richiesta del comitato

La richiesta che ne consegue a tutte le autorità coinvolte è di “provvedere immediatamente al rilascio delle autorizzazioni per l’installazione delle barriere antisfondamento e delle altre opere necessarie a garantire la riapertura. Chiediamo altresì, che l’inizio dei lavori avvenga entro la fine di ottobre”. Se ciò non avverrà verranno organizzate “manifestazioni pacifiche per sottolineare le problematiche che ci stanno a cuore”.

 

Il testo della lettera alla provincia

Di seguito il testo della lettera richiesta risarcimento danni inviata alla Provincia lo scorso sabato.

Oggetto: richiesta risarcimento danni

Il Comitato per la Riapertura della SP20 con la presente è ad evidenziare nuovamente e speriamo in via ultimativa che la Val Sestaione e tutta la Montagna Pistoiese hanno subito l’ennesimo duro colpo dalla chiusura del ponte dei mandrini. E’ ben noto, anche dai recenti riconoscimenti, che la Montagna Pistoiese è zona particolarmente disagiata. Mai avremmo voluto che tale definizione, di cui vi fregiate con orgoglio, fosse associata al nostro territorio. Sicuramente porterà vantaggi economici in termini di servizi, ma avremmo voluto essere paragonati a qualcosa di positivo non di negativo.

Le ragioni della depressione economica della Montagna Pistoiese provengono da lontano e sono bene note. L’industria, non intende investire, se non in rari casi, derivanti dalle origini dell’imprenditore, in un territorio con servizi scarsi e dove è particolarmente difficile arrivare. Le vie di comunicazione sono vetuste e non adatte al traffico pesante. Per queste ed altre ragioni la montagna, sopravvive principalmente grazie al turismo, comparto in costante difficoltà, per il sistematico taglio dei servizi nelle nostre località, per le difficoltà se non impossibilità di raggiungerci e la totale assenza di un piano turistico adeguato. Sono sufficienti cinque macchine per creare una fila, se aggiungiamo un autobus ed un camion i tempi per raggiungere le città raddoppiano. Spesso le strade sono interrotte da frane ed i lavori di ripristino durano anni.

In tutto questo marasma, si aggiunge un altro disagio, inspiegabilmente viene chiuso il ponte dei Mandrini. Sono oltre 150 giorni che il ponte è chiuso quando potrebbe essere aperto. Siamo certi, della vostra consapevolezza che la riduzione del limite di velocità a 30 km/h è rimedio sufficiente per mantenere il ponte aperto nonostante le asserite debolezze delle spallette. Come comitato, abbiamo atteso le vostre innumerevoli perizie, abbiamo atteso oltre 45 giorni per l’installazione di una barriera antisfondamento mai avvenuta.

Nel frattempo, la chiusura estiva ha falcidiato il turismo per la prossima estate. I disagi sono stati così grandi che molti turisti avranno un ricordo negativo dei nostri luoghi per anni, a meno che non si intervenga con misure di pubblicità adeguate, che la pubblica amministrazione della Montagna Pistoiese non ha mai visto e siamo sicuri non sia in grado di mettere in atto. Le prenotazioni per l’inverno sono nulle, aprire il ponte solo il 15 novembre è un danno economico enorme.

Siete consapevoli che oltre il 60% delle persone sceglie le mete di vacanza con oltre 4 mesi di anticipo? Il danno per l’Abetone e la Doganaccia è incalcolabile e mette a dura prova la sopravvivenza delle stazioni sciistiche. Il tutto, deriva dalla vostra incapacità di rispondere celermente e soprattutto adeguatamente ad un problema semplicissimo.

Considerando il grave disagio provocato alla popolazione residente che ha avuto un notevole aumento dei costi di trasferimento, del calo di turisti durante la trascorsa stagione estiva, della certa assenza di turisti nel periodo invernale e durante la prossima estate, del danno d’immagine, della imminente chiusura della stazioni sciistiche, della perdita dell’80% del valore di case ed alberghi, dell’inevitabile trasferimento dei residenti e del conseguente maggior costo per le opere di presidio idrogeologico, quantifichiamo per difetto il danno in €. 50.000.000,00.

Cordiali Saluti

Comitato per la riapertura della S.P.20″

 

La posizione degli esponenti leghisti

Sul tema si registra anche una presa di posizione di Luciana Bartolini e Alessandro Barachini

“Mentre il tempo passa inesorabilmente – affermano Luciana Bartolini, consigliere regionale della Lega ed Alessandro Barachini, vice sindaco di Abetone-Cutigliano – non vi sono notizie certe su quando riaprirà il ponte dei Mandrini. Ovviamente -proseguono Bartolini e Barachini – questo stato d’indeterminatezza crea non poche apprensioni ai cittadini che temono, addirittura, che la struttura possa diventare nuovamente praticabile non prima della primavera prossima. Sarebbe una cosa inaccettabile e quindi anche noi vogliamo conoscere le reali tempistiche dei lavori. Siccome alcuni interventi non paiono particolarmente complessi, auspichiamo che il ponte possa, dunque, tornare percorribile, almeno entro novembre. Ci pare, infatti -concludono i due esponenti del carroccio – che la pazienza dei residenti e di chi transita da quelle parti, sia stata già messa a dura prova”.


La Redazione

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