Una Montagna di Parole  |  marzo 26, 2019

Maestro e ministro, come cambiano i tempi!

L'autorevolezza degli insegnanti di ieri, le difficoltà di oggi. L'origine del nome da magister, di persona che ricopriva ruoli importanti. Al contrario di ministro, un semplice servitore che mesceva vino o serviva qualche altra vivanda a tavola, da tempo ormai carica istituzionale prestigiosa

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Foto simbolica: l'attore Robin Williams, 'insegnante nel film "L'attimo fuggente"

Qualche giorno fa ho incontrato un mio compagno delle elementari e ci siamo abbandonati ai ricordi del tempo in cui frequentavamo la Scuola di Taviano, che è chiusa da tanti anni. Eravamo stipati in una pluriclasse, che comprendeva anche la VI e la VII della Scuola di Avviamento professionale; in fondo era divertente, perché noi più piccoli scrivevamo quadernate di aste e contemporaneamente sentivamo i maestri spiegare ai più grandi passi dell’Iliade e dell’Odissea, quel mondo di eroi indomiti, che parlavano di onore e di patria.

Gli autorevoli maestri di ieri

Già, i maestri! Erano autorevoli e serissimi e noi li vedevamo come delle autorità indiscutibili, tanto che ogni loro punizione ci sembrava meritata. Del resto era controproducente portare a casa ogni tipo di lamentela; c’era il caso di qualche smataflon in la bocca.

In questi ultimi 60 anni sono cambiate molte cose ed io non invidio certo i maestri di oggi! Del resto anche il valore della parola ha subìto una radicale trasformazione.

Maestro e ministro, l’origine dei nomi

“Maestro” deriva, infatti, dal latino Magister, da magis, che voleva dire “più”: il Magister ricopriva un ruolo importante, e non solo nell’educazione dei giovani, perché nell’esercito romano, ad esempio, il Magister equitum era il comandante in capo della Cavalleria.

L’esatto contrario di Minister, derivato da minus (meno), che era un semplice servitore, che mesceva vino o serviva qualche altra vivanda a tavola.

L’inversione a U

Col tempo si è verificata, dunque, un’inversione ad U di tipo semantico: il Ministro, oggi, è una carica politica prestigiosa, mentre il ruolo sociale del maestro elementare è purtroppo scaduto, come è scaduto, almeno in Italia, il prestigio degli insegnanti in genere, e non certo per colpa loro.

C’è però qualche importante eccezione: si fregia ancora del titolo di Maestro, nell’accezione più prestigiosa, il grande musicista o l’artista famoso.

Menomale! Ma non dimentichiamoci mai che i maestri e gli insegnanti in genere formano le coscienze di nostri figli e nipoti e solo per questo meriterebbero il magis degli antichi romani.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)