PISTOIA – Uno dei libri che più ho amato, da piccolo, è stato certamente “I ragazzi della Via Pal”, il romanzo di Ferenc Molnar che racconta la storia, ambientata a Budapest, del confronto tra due bande di ragazzini della scuola media. Uno degli eroi sfortunati è Nemecsek, che finirà per morire di polmonite al termine di una battaglia per difendere il campo dalla banda rivale.
Speriamo nel buon impatto del lituano
Ecco, quando è stato ufficializzato l’ingaggio di Blaz Mesicek non ho potuto fare a meno, per la somiglianza nella pronuncia, di ripensare a quel personaggio che ha popolato le fantasie della mia infanzia. Nel romanzo, i ragazzi della Via Pal, dopo aver visto morire il giovane amico, scopriranno che il loro campo di giochi verrà distrutto ed occupato, per volere del proprietario, da una nuova costruzione. Che dire, speriamo che l’epilogo di questa stagione sia diverso da quello scaturito dalla fantasia di Molnar. Speriamo che l’impatto dello sloveno sia importante, speriamo soprattutto che il suo impiego non sia vano e che al PalaCarrara si continui a giocare a pallacanestro nella massima serie.
Poche pretese sulla gara di lunedì
Lo so, a qualcuno questo incipit potrà sembrare bizzarro, ma davvero si deve scrivere qualcosa del naufragio in laguna e delle aspettative per la sfida contro i campioni? Lunedì sera ci sarà certamente la curiosità nel vedere all’opera l’ultimo arrivato, dopodiché sarà necessario che gli ospiti abbiano la testa altrove per sperare in qualcosa di buono. Non è una critica, né una velata polemica – in questo senso si tranquillizzi Mr. OriOra, attivissimo sui social e dannatamente sensibile a qualsiasi appunto – il mio ragionamento è puramente di buon senso. Tutto può succedere, in sintesi, ma non è lunedì sera che ci giochiamo le residue chanche di salvezza. Se poi ci dovesse scappare la sorpresa, tanto meglio, ma almeno di partenza possiamo stare relativamente sereni.
La curiosità di vedere Braz
Dicevo della curiosità di vedere l’inserimento del giovane Blaz nei giochi biancorossi. Un mese di gettone, pare di aver capito, poi vediamo se e quanto avrà convinto. Non sono stati pochi, nei giorni precedenti all’annuncio dell’ingaggio, a storcere un po’ il naso per la lentezza nella ricerca del nuovo straniero. Del resto, è effettivamente vero che sapevamo fin da settembre della possibilità dell’addio di DJ e pertanto, questo il ragionamento tutto sommato condivisibile di molti, era lecito avere qualche idea di riserva in più pronta all’uso per coprire il buco nello scacchiere di Ramagli.
La comprensibile ansi dei tifosi
Ora, posto che non è necessario essere complottisti per immaginare che il tempo preso dalla dirigenza sia stato favorito anche dalla consapevolezza che, almeno fin dopo le F8, con alta probabilità non ci sarà comunque modo di muovere la classifica, è certamente vero che, per rendere al meglio possibile, qualsiasi nuovo innesto deve prendersi qualche tempo e qualche partita per amalgamarsi e capire cosa gli si chiede e cosa ci si aspetta da lui. Dunque, comprensibile l’ansia di molti tifosi nell’attesa della fumata bianca.
Si sceglie quel che si può e che si trova
Va anche ribadito una volta di più, però, che il mercato è un grosso problema quando si fanno le nozze coi fichi secchi. Ne ha parlato – con evidente cognizione di causa – anche Claudio Crippa nella serata promossa dal Consorzio presso la sede della Stilauto di Pistoia. Incalzato dal grande Pippo Laico, quando è stato sollecitato sul mercato il Capitano ha spiegato una banalità che spesso ci dimentichiamo, ovvero che, prima di Pistoia, sul mercato operano le proprie scelte di mercato almeno dieci squadre di otto campionati diversi. Insomma, semplificando ma non troppo, Pistoia sceglie quello che può e soprattutto quello che trova. C’è poco da fare, è così.
La sicurezze venute meno
Insomma, non è semplice. Diventa tutto più complicato, poi, quando le presunte sicurezze, quelle che dovrebbero essere l’ossatura della squadra e su cui si punta forte, quelle fortissimamente volute dal coach di turno, finiscono per essere più deludenti di quelle che invece sono considerate scommesse a più alto rischio. Purtroppo quest’anno è andata così, c’è poco da fare.
Cambiare marcia ed immagine
La speranza, di prospettiva, è che il nuovo corso dirigenziale prenda piede sul serio. A prescindere dalla permanenza o meno nella massima serie, infatti, sarà necessario trovare nuovi spunti, nuove energie e maggiore capacità attrattiva di sponsor e tifosi desiderosi di tornare sui gradoni. Dovremo essere capaci di cambiare marcia ed immagine.
Insomma, quanto vale Blaz lo peseremo sul serio a partire dalla sfida interna con Trieste, ma la scommessa per il lungo periodo si gioca fuori dal campo. Staremo a vedere.