Una Montagna di Parole, La ricerca  |  dicembre 8, 2018

Il presepio, l’origine della parola, le prime realizzazioni

Di origine latina significa stalla e, in genere, recinto dove si tenevano gli animali. I primi affreschi di prepesi nel II secolo d.C., nella catacombe romane. Nel 1223 il primo "vivente" ad opera di San Francesco, alla fine del 1200 il primo presepio inanimato dello scultore Arnolfo di Cambio

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E’ tempo di fare i presepi che, secondo la tradizione, ricordano la nascita di Cristo nella povertà della mangiatoia. Nel 1223 il primo presepio vivente ad opera di San Francesco.

L’origine della parola Presepe

La parola presepio, o presepe, è di origine latina e significa stalla e, in generale, recinto dove si tenevano gli animali. Essa era, dunque, una parola “semplice”, adoperata da pastori e allevatori di pecore, capre ecc. che, però, col tempo ha acquisito un significato religioso assai più importante.

Si pensa a torto che il primo presepio della storia cristiana sia stato realizzato da San Francesco; in realtà le immagini della natività sono assai anteriori.

I primi presepi

Nelle Catacombe di S. Priscilla, a Roma, ci sono affreschi del II secolo d.C che raffigurano la Madonna col Bambino e un uomo, forse San Giuseppe, ed alla metà del IV secolo la Basilica di Santa Maria Maggiore, sempre a Roma, era detta Ad paesepe, cioè presso il Presepe.

Secondo alcuni studiosi, infatti, davanti alla chiesa era stata allestita una tettoia in pali di legno che ricordava la Natività e sotto la quale si diceva messa il 24 dicembre di ogni anno.

San Francesco realizzò nel 1223 il primo presepio vivente, la Natività di Greccio (non a caso in francese il presepio si chiama Crèche) e solo alla fine del 1200 lo scultore Arnolfo di Cambio fece il primo presepio inanimato a tutto tondo, che si trova ancora nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

La tradizione dei presepi a Le Piastre

Per venire alla nostra montagna c’è un paese, Le Piastre, dove ogni anno si realizzano decine e decine di presepi, sparsi lungo le vie o disposti all’interno delle case o dei giardini, per ricordare a tutti che le nostre tradizioni sono preziose e dobbiamo tenerle strette, nonostante tutto ciò che ci circonda, comprese le chiacchiere insulse di qualche prete.

Allora, tutti a Le Piastre a visitare i presepi!!!


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)