CASORE DEL MONTE (MARLIANA) – Col tempo mi convinco sempre più che quelle che oggi vengono definite “aree marginali”, nei confronti delle quali non vi è la dovuta attenzione istituzionale, abbiano immense potenzialità, anche turistiche e imprenditoriali, che aspettano solo di essere realizzate. Allora c’è bisogno di “esempi” positivi, che dimostrino come l’ingegno, la determinazione e la forza delle idee possano produrre risultati illuminanti.
“IL MENGHINO”, agriturismo … e non solo
La via che conduce a Casore del Monte, passando per lo Zoo di Pistoia, è un lungo tunnel di alberi e sono rare le aree aperte, da cui si possano ammirare panorami lontani. Una volta arrivati al paese di Casore, nel Comune di Marliana, basta imboccare una viuzza sterrata in discesa e, dopo un centinaio di metri, si giunge all’agriturismo “Il Menghino”. La struttura è costituita da un vecchio casale contadino, circondato da terrazzamenti di olivi, con una vista che spazia dal Monte Amiata, ad est, fino ai Monti pisani, ad occidente. L’interno è particolarmente accogliente e suggerisce soprattutto semplicità contadina e intimità familiare.
“E’ questa l’atmosfera che preferiscono i nostri clienti – ci dicono Carla e Valentina, le due anime dell’agriturismo – che sono per lo più stranieri o cittadini metropolitani alla ricerca di nicchie territoriali, dove sembra che il tempo si sia fermato ad un secolo prima e dove possano trovar e ristoro esteriore ed interiore. Una specie di ricerca del tempo perduto”.
L’agriturismo dispone di 12 posti letto e può mettere a tavola fino a 35 clienti, imbandendo piatti vari, ma semplici e caserecci, fatti di prodotti locali, dato che l’azienda ha creato una rete di collaborazione con altri imprenditori agricoli del territorio. Il ristorante è sempre aperto su prenotazione, anche per cene di lavoro infrasettimanali e nel week end offre il servizio di pizzeria.
Una imprenditorialità al femminile
Questa bella idea imprenditoriale è venuta a Carla e Valentina, due donne diverse per età e provenienza, ma accomunate dalla voglia di cambiar vita e di creare qualcosa di ambizioso e di socialmente utile. Infatti la ricezione e la ristorazione sono solo una piccola parte del loro progetto.
Carla, una pensionata – “Fornero”, già responsabile dei Servizi educativi del Comune di Montale, era rimasta da tempo colpita dalla bellezza di questo luogo che lei stessa definisce “generoso e dal fascino ancestrale” e lo coccolava nella mente come un “sogno”.
Valentina, marchigiana di origine, dopo aver conseguito una laurea in Storia e Conservazione del Patrimonio artistico, ha iniziato a lavorare come giardiniera nella ditta paterna e poi si è dedicata all’orticoltura didattica, rivolta ai bambini delle scuole elementari. Si è trasferita a Pistoia nel 2015 e nello stesso anno le due donne si sono conosciute; nel Maggio del 2016, hanno avviato un unico progetto imprenditoriale e di vita, che le ha portate a Casore del Monte.
Un’azienda polivalente
E’ nata allora l’azienda agricola La via del bosco, un’azienda polivalente e multiservizi che è estesa per 11 ettari, fra campi e bosco, in cui si coltivano olivi, una vigna didattica e, a breve, anche campi di lavanda (sono già pronte 2500 piantine da interrare), che verrà coltivata in azienda e trasformata altrove, presso ditte specializzate.
La comune passione per la didattica e per l’impegno sociale ha indotto le due donne a realizzare anche attività di laboratorio rivolte a scuole, centri socio educativi e associazioni di disabili, in particolare all’Associazione Raggio di sole di Orbignano.
Inoltre è iniziata una intensa collaborazione con l’Associazione Nuovi orizzonti, che permette a giovani in fase di recupero da varie dipendenze di lavorare nell’azienda agricola e di poter sperare in un loro successivo inserimento lavorativo. Insomma, “non di solo pane vive l’uomo”, ma anche di sogni e progetti che portino benefici alla collettività.
Dal Febbraio 2018 l’azienda di Carla e Valentina si è arricchita di un’altra attività particolarmente meritoria: ha avviato, in collaborazione con l’agronomo Fabio Di Gioia, corsi di potatura e innesto di piante da frutto, olivi e viti, a cui hanno partecipato diversi iscritti, desiderosi di imparare quest’arte antica e particolarmente nobile. La meritorietà di questa iniziativa sta anche nel fatto che si è voluto restituire a generazioni, distratte da tutt’altro, delle competenze tradizionali che i nostri nonni avevano per osmosi familiare e che apprendevano fin da piccoli.
Oggi, invece, non è facile trovar gente che sappia potare gli olivi a dovere o recuperare piante da frutto antiche o ancora innestare varietà fruttifere che il mercato, per vari motivi, non ritiene più commerciabili e che andrebbero a finire in un colpevole oblio.
Infine, si deve sapere che i Vivai pistoiesi, famosi in tutto il mondo, non sono capaci di produrre piantine di castagno, con portinnesti locali, di varietà carrarese, pastinese e altre vecchie varietà, che potrebbero sostituire vecchi castagneti a fine ciclo o integrarne altri più giovani, per far sì che la castanicoltura tornasse ad essere una risorsa per le nostre montagne, come lo era fino ad un secolo fa, dato che attualmente il prezzo della farina dolce sta diventando economicamente interessante.
Il messaggio di Carla e Valentina
Non è dunque esagerato affermare che Carla e Valentina vogliono trasmettere a tutti noi un messaggio importante: un progetto economico può esser contemporaneamente didattico, sociale culturale, ecologico e perché no, anche filosofico, nel senso che vuole additare un modello di vita alternativo, legato alla tradizione e alla terra madre, di cui noi, creature ormai virtuali, abbiamo estremo bisogno per sopravvivere.
Alcuni piatti dell’agriturismo