PISTOIA – Alzi la mano chi ci sperava davvero. Forse il buon Jacopo Ramazzotti, l’unico a tirarmi bonariamente gli orecchi per l’eccessivo pessimismo dell’articolo della settimana scorsa, ma credo pochi altri. Io non ci credevo per nulla – “perderemo a Sassari” ho scritto, raramente sono stato così lapidario – e tuttora fatico a spiegarmi cosa sia successo a casa Sardara.
Era difficile sperare nel miracolo
Sono sincero, non riesco a cospargermi il capo di cenere per la previsione sbagliata di una settimana fa. Non è mancanza di autocritica, il punto è che nei giorni scorsi prima si sono dimessi due pezzi da 90 del Consiglio – o almeno così racconta una talpa, manca ancora la comunicazione ufficiale – poi siamo sbarcati in terra sarda addirittura ridotti al 4+5, dunque abbiamo affrontato la trasferta in emergenza totale e, visto il quadro, era sinceramente difficile sperare in un miracolo. E invece.
E come spigare cos’è successo?
Il bravo cronista qualcosa deve scrivere anche quando la realtà ha superato ogni più rosea previsione ed ha spiazzato più o meno tutti. Proverò dunque a proporre qualche possibile chiave di lettura, consapevole che nessuna di esse può spiegare a pieno il risultato finale ma che, al contrario, ci sono probabilmente stati diversi fattori che, in varia percentuale, hanno prodotto la sorpresa della settima giornata di campionato.
I padroni di casa troppo rilassati
Si parte dal grande classico, la chiave di lettura psicologica, un elemento dannatamente serio ma di cui le varie penne – compresa la mia – abusano spesso quando è difficile addentrarsi in discorsi tecnici. Raccontano molti dei presenti che a Sassari, da inizio riscaldamento in poi, si respirasse aria di gita fuori porta tra le fila dei padroni di casa e sugli spalti. Il dato dei punti subiti dai ragazzi di Vincenzo è effettivamente agghiacciante in questo senso, la cosa tutto sommato è comprensibile e la storia dello sport è effettivamente piena zeppa di imprese propiziate anche da un atteggiamento rilassato dei favoriti assoluti.
La quotazione scommesse parlava da sé
Non so se qualcuno ha fatto caso a quanto veniva quotata, nelle varie sale scommesse, la vittoria di Sassari contro Pistoia. Ve lo dico io, era data ad 1,04, che tradotto significa che per cento euro scommessi era possibile vincerne 4, una miseria. Tradotto ancora meglio, significa che i bookmakers davano la vittoria della Dinamo come praticamente certa. Si tenga presente, giusto per capire, che quando la Juventus, il Real o il Barcellona giocano in casa con l’ultima in classifica, la quota è spesso 1,07. Chi ama scommettere sa capire anche da questi piccoli segnali quanto sia stata incredibile la vittoria di Pistoia.
La mente libera di Pistoia
Tornando al fattore psicologico, la piena emergenza ha probabilmente liberato la mente dei nostri. La consapevolezza che nessuno si aspettasse i due punti ha probabilmente aiutato, quando poi nel finale di gara si è cominciato a capire che l’impresa era a portata di mano, i nostri si sono probabilmente esaltati mentre i sardi non sono più riusciti a trovare il bandolo della matassa, quantomeno quello difensivo. Questa, in sintesi, una possibile chiave di lettura. Probabilmente c’è una percentuale di verità, ma non è sufficiente a spiegare il miracolo. Andiamo oltre.
Pistoia ha anche giocato bene
Non ci siamo limitati a segnare 113 punti, abbiamo giocato incredibilmente bene. La palla ha girato alla grande, gli italiani hanno risposto presente prendendosi tante responsabilità, nel primo tempo abbiamo goduto del fattore Peak, nel secondo tempo è salito in cattedra DJ. Mancava Kerron, i complottisti del web si farebbero una domanda: solo un caso?
L’assenza di Kerron e le prime dietrologie
In verità, girano voci estremamente qualificate – più di una, non solo quella di qualcuno che vuole che la notizia esca ma non può evidentemente parlare – per cui Kerron rappresenti un piccolo baco nello spogliatoio. Sul piano tecnico è vero che il play sembra attaccare meglio di quanto non sappia far girare la palla, sul piano comportamentale non saprei dire, perché non sono esperto di body language. Resta il fatto che, personalmente, sarei stato tanto curioso di vedere come questa squadra sarebbe stata messa in ritmo da uno come Ronald Moore e resta il fatto, numeri alla mano, che in assenza di KJ abbiamo tirato fuori la prestazione che probabilmente resterà la migliore della stagione. Dunque, decisiva in positivo l’assenza di Kerron? Mi pare troppo semplice, quantomeno prematuro e non mi convince molto. Andiamo oltre.
Gli italiani sono stati un fattore
Si potrebbe arrivare a dire che abbiamo vinto anche perché, minutaggio alla mano, l’emergenza ha costretto Ramagli a far giocare molto di più gli italiani e questi hanno risposto presente in maniera incredibilmente convincente. Dunque, si potrebbe dire che, almeno domenica scorsa, i 4 che escono dalla panca hanno smentito tutti, coach e parte della stampa compresi. Si potrebbe addirittura arrivare a dire che hanno smentito anche la dirigenza, certamente se si fosse sempre giocato così non vi era nemmeno bisogno di tornare sul mercato. Si potrebbe dire, ma sarebbe una semplificazione eccessiva di un problema più complesso.
Più sostanza sotto canestro con Gladness
Si potrebbe anche fare un’analisi degli aspetti comunque negativi che, al netto della vittoria, ci portiamo via da Sassari. Abbiamo perso la battaglia ai rimbalzi ed abbiamo difeso da cani, si potrebbe azzardare. Se i 111 subiti non sono poi così lontani dal novantello abbondante che abbiamo portato a casa quasi sempre, quei 113 segnati con percentuali alla Golden State Warriors probabilmente non capiteranno mai più. Si potrebbe scrivere anche questo, benedicendo quindi l’arrivo di Gladness alla corte di Ramagli. Un bel piercolo, Mr. Contentezza, di quelli che intaseranno l’aria e faranno calare i segnati degli avversari.
A Reggio la prima risposta
Insomma, si potrebbero dire una marea di cose su questa partita, alcune ragionevoli, altre che invece sembrano più sciocchezze dettate dall’emotività del momento. La verità è che adesso bisogna vedere quali risposte arrivano da Reggio. Non chiedo necessariamente la vittoria, chiedo di capire se è possibile sperare in un sussulto vero, nella possibilità reale di una svolta. Staremo a vedere.