Pistoia 69 – Venezia 97
PISTOIA-VENEZIA 69-97 (15-21 / 32-43 / 48-65)
OriOra Pistoia: K. Johnson (15), L.J. Peak (8), Auda (9), D. Johnson (12), Krubally (14), Della Rosa (0), Martini (2), Bolpin (7), Di Pizzo ne, Querci ne, Severini (2). All. Alessandro Ramagli
Umana Reyer Venezia: Haynes (8), Stone (3), Bramos (9), Tonut (9), Daye (11), De Nicolao (5), Giuri (17), Cerella (4), Mazzola (9), Watt (8), Vidmar (8), Biligha (6). All. Valter De Raffaele
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LA GARA
PISTOIA – Esordio amaro nella prima partita in casa per il Pistoia Basket. Contro una squadra di altro livello (e questo si sapeva) Pistoia mostra limiti enormi (e questo non era scontato) e subisce una sconfitta pesantissima con uno scarto di quasi trenta punti: 69-97. La squadra di Ramagli non è mai davvero in partita. Il gioco latita, la determinazione anche, sulle prove dei singoli – anche quelli dai quali è lecito attendersi assai di più (vero Dominique Johnson?) – meglio sorvolare.
Nonostante l’esordio in campionato e contro una delle squadre più forti, il Palacarrara presente diversi spazi vuoi. Pochissimi i tifosi da Venezia. La partenza non è facile per Pistoia, subito sotto 0-5 dopo un minuto e mezzo. I biancorossi soffrono come previsto sotto canestro, un paio di amnesie difensive e la difficoltà a trovare canestri fanno il resto: 6-14 dopo poco più di 5 minuti. Poi Pistoia inizia a difendere, trova la prima tripla con Bolpin all’ottavo e si riporta a meno 3. Solo una palla che danza sul canestro impedisce ai padroni di casa di chiudere il primo tempo incollati all’Umana. Anzi sul ribaltamento di fronte i lagunari trovano una tripla allo scadere e il primo quarto si chiude 15-21.
I secondi dieci minuti la musica non cambia. Venezia trova con facilità la via del canestro, anche da fuori, Pistoia non segna. Dopo 3 minuti del secondo quarto è 19-30. D. Johnson non incide, anzi. Pistoia non difende come dovrebbe, non gioca di squadra. Al ‘7 il punteggio dice 37 a 26 per Venezia. Si scivola così fino a metà gara e la Ori Ora Pistoia ha appena 32 punti all’attivo, la Reyer 43. La partita è ancora teoricamente aperta ma le sensazioni per i biancorossi sono tutte negative.
L’inizio del secondo tempo è anche peggio. Due minuti di difficoltà enormi a far gioco per Pistoia e l’Umana è sopra di 15 punti (32-47). A metà del quarto è più 18 (36-54). La squadra di Ramagli non crea gioco e non mostra quella grinta e determinazione marchio di fabbrica biancorosso. Se poi nessuno dei cinque stranieri, a parte il play Kerron Johnson, mostra di poter esprimersi a livelli accettabili, il quadro è desolante. Il terzo quadro si chiude 65 a 48 per gli ospiti, la gara è virtualmente già chiusa. L’ultima frazione è un’agonia per la OriOra, che molla anche sul piano nervoso e ascia praterie agli avversari. Quando mancano 6.30 minuti il punteggio dice 53-77. C’è poco altro da aggiungere. Forse solo una cosa vista raramente da queste parti, ovvero una parte del pubblico che inizia a sfollare con larghissimo anticipo e i primi fischi alla fine. La maggioranza dei tifosi, e soprattutto la curva della Baraonda, invece, continua a sostenere la squadra anche dopo la sirena finale.
Domenica prossima un’altra partita proibitivo, a Milano contro i campioni d’Italia, poi in casa con Brindisi. Forse il campionato della OriOra inizierà da quella gara.
Il commento di Ramagli
Ramagli: “Mentre arrivavo qua – ha detto il coach appena arrivato in sala stampa – ho incontrato almeno una decina di tifosi che mi hanno incitato. Come si fa ad intristirsi così? Non può accadere di indebolirsi per i propri errori. Sulla gara contro Venezia c’è poco da dire ma ce ne saranno tante altri alla nostra portata. Quando si sbaglia un canestro sembra un reato di lesa maestà ma noi dobbiamo essere la squadra sporca, brutta anche, che ha voglia di combattere. E’ quello che siamo stati nella gran parte delle gare di precampionato e dobbiamo tornare ad essere questo. Togliamoci di dosso la tristezza e la negatività che non deve essere dentro di noi. Perdere fa parte delle partite quello che non va bene è rifiutarsi di giocare se la montagna è alta. Si prendono zamponi e piccozza e la montagna si scala”.
LA FOTOGALLERY di Sara Bonelli