Una Montagna di Parole, Cultura & Spettacoli  |  agosto 17, 2018

Brand, borsa, titoli: l’origine di tre parole entrate nel lessico comune

Questi termini usati in economia e finanza, nel tempo hanno avuto utilizzi diversi. Il primo, di origine anglo-germanica, indicava il “marchio a fuoco” che si imprimeva sulla pelle degli animali. Borsa deriva da un nome di persona, i Van der Beursen della città fiamminga di Bruges, in Belgio. Titolo è una delle parole più ricche di significati

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Non deve meravigliare il fatto che anche nella nostra montagna, dove per secoli le parole d’ordine sono state “lavorare come ciuchi”, “levarsi la fame” e “badare alle pecore e alle vacche”, si parli e si ragioni in termini economico-finanziari. Per esempio un termine a lungo sconosciuto, come brand , è diventato ormai un tormentone.

Da cosa deriva brand

Brand significa grossolanamente “marchio di fabbrica”, anche se in ambito commerciale è qualcosa di assai più complesso. In origine, però, questa parola anglo-germanica indicava il “marchio a fuoco” che si imprimeva sulla pelle degli animali per rivendicarne la proprietà. Che il legame col fuoco abbia contraddistinto questo termine (che deriva da branden = ardere), lo si capisce da brandy, che nasce dall’espressione brand wine, cioè “vino bruciato”, perché distillato alla fiamma. Ed è singolare che questa sia pure l’etimologia del verbo brandire , infatti brand significava anche “brace”, “tizzone ardente”, che veniva impugnato come se fosse un’arma.

La storia curiosa della Borsa

Più curiosa è la storia di Borsa, cioè quella istituzione ove si riuniscono coloro che trattano affari commerciali. Ad una prima analisi potrebbe essere avvicinata a “borsa”, nel significato di “sacca di pelle” (dal latino medievale bursa), anche perché borsello e borsellino derivano proprio da lì. In realtà la Borsa è un antroponimico, che deriva cioè da un nome di persona, perché nella città fiamminga di Bruges c’era nel 1500 una nobile famiglia, i Van der Beursen, che avevano come stemma tre borse scolpite sulla casa natale. Nella piazza antistante la loro casa si riunivano i mercanti di tutta Europa per trattare affari. Da allora fu denominata Borsa, la piazza degli affari, proprio in onore di quella potente famiglia fiamminga.

I tanti significati di titolo

Infine, Titolo. E’ una delle parole più ricche di significati; deriva dal latino titulus, col valore originario di “cartello con una breve scritta”, ma nel tempo ha voluto dir iscrizione, titolo onorifico, pretesto, indizio, titolo di un libro o di un film e tanto altro. Finché, nel linguaggio finanziario, anche azione e obbligazione. Ma se pensiamo che nell’Alto Medioevo Gregorio Magno denominò Titolo la “Parrocchia”, è proprio il caso di dire che il diavolo si è accompagnato con l’acqua santa.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)