Non solo libri  |  marzo 10, 2018

La seconda Guerra Mondiale sulla Montagna nel racconto dei testimoni

Presentati alla Forteguerriana i due volumi “Noi ci s’era” e “Noi ci s’era 2” del Gruppo di Studi Alta Val di Lima. Protagoniste le testimonianze di chi visse il passaggio del fronte della Linea Gotica, nel periodo 1944-1945. L’idea nata da una ricerca degli alunni della scuola media “A. De Gasperi” di Cutigliano

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La presentazione alla Forteguerriana

PISTOIA – I volumi “Noi ci s’era” e “Noi ci s’era 2”, editi a cura del Gruppo di Studi Alta Val di Lima di Cutigliano, rispettivamente nel 2015 e nel 2017, sono stati presentati di recente alla Biblioteca Forteguerriana di Pistoia. Gli scritti, curati e coordinati dalla professoressa Gianna Tordazzi, raccolgono le testimonianze di chi direttamente ha vissuto il passaggio del fronte della Linea Gotica, durante la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo 1944-1945, a Cutigliano e sulla Montagna pistoiese, ma non solo. Infatti, come sottolineato durante la presentazione dei volumi da professor Andrea Ottanelli, storico e direttore della rivista Storia Locale, ci sono interessanti testimonianze dovute a lettere e, soprattutto, a diari di ricordi, sia di soldati al fronte che di civili, protagonisti di quelle giornate buie per la guerra, ma altrettanto entusiaste per la Liberazione dal nazifascismo.

Il preambolo

La presentazione dei due volumi si è svolta alla presenza di un buon pubblico e si è protratta per oltre un’ora, preceduta dal saluto di Sonia Bonechi, della Biblioteca Forteguerriana e dall’intervento di Alberto Mori, socio del Gruppo di Studi Alta Val di Lima, che, presentando l’attività culturale del Gruppo, ha ringraziato la Biblioteca per l’ospitalità data all’evento, ricordando che è già la terza volta che l’Associazione di Cutigliano presenta le proprie pubblicazioni presso la prestigiosa istituzione pistoiese: nel 2016 il volume su Gaetano Reggiannini, falegname e poeta autodidatta cutiglianese, che, a metà dell’Ottocento, scrisse la sua vita in ottava rima e, nel 2017, il volume sull’anarchico pistoiese Giuseppe Manzini (1856-1925), morto in tragiche circostanze a seguito di una aggressione fascista a Cutigliano.

Il contesto storico

Lo storico Andrea Ottanelli, nella presentazione dei due volumi, ha ricordato che gli eventi narrati sono “storie minime che dipingono un grande affresco” con “ferite che ancora bruciano” e con la necessità di “fare i conti con quel periodo” storico di terribili contrapposizioni. “Conti” che purtroppo, come ci sta dimostrando la più stretta attualità, in Italia ancora non abbiamo fatto fino in fondo. Due gli avvenimenti, secondo Ottanelli, determinanti per la storia: la fuga del re e del governo da Roma dopo l’8 settembre del 1943, che lasciarono l’Italia senza una guida e un riferimento istituzionale certo, in balia delle truppe di occupazione tedesche, con la divisione in due del paese e la nascita della Repubblica sociale italiana, fondata da Mussolini e foriera di tragiche conseguenze e della guerra civile tra partigiani e nazifascisti. Dopo un ampio excursus storico del periodo descritto e di alcune di queste testimonianze, mettendone in risalto alcune particolari (come il ricordo del primo cutiglianese salvato grazie alla penicillina degli americani) e altre comuni a molti, come l’aver visto per la prima volta soldati di colore, la perfezione delle divise e degli equipaggiamenti in dote alle truppe americane o la distribuzione di cioccolata e latte condensato da parte dei militari statunitensi, l’Ottanelli ha concluso affermando che questi sono due libri importanti, mandano un messaggio ai più giovani: comprendere l’importanza della storia che passa anche attraverso il ricordo di chi ha vissuto il passaggio della guerra, per capire l’importanza della memoria e per fare in modo che certi avvenimenti non si possano più ripetere.

Come nasce l’idea

Gianna Tordazzi (anch’essa socia del Gruppo), nel suo intervento, ha ricordato come l’idea dei volumi di memoria sia partita da una ricerca fatta durante l’anno scolastico 2014-2015 dagli alunni della scuola media “A. De Gasperi” di Cutigliano. Questi ragazzi intervistarono i loro genitori, nonni e parenti che all’epoca dei fatti erano stati coinvolti nel passaggio del fronte, riportandone ricordi, sensazioni, esperienze. Da qui è partita l’attività di alcuni soci del Gruppo, che hanno cercato e registrato le voci di quanti volevano rendere testimonianza dei ricordi propri o degli avvenimenti di cui erano venuti a conoscenza in famiglia.

L’importanza dei testimoni

Ha sottolineato che la storia ricostruita attraverso le testimonianze è un patrimonio importantissimo e un modo di apprendere ciò che è stato da chi realmente l’ha vissuto, oltretutto irripetibile a causa del venir meno, col tempo, delle testimonianze dirette. Chiaramente i fatti che ognuno ha vissuto in quei momenti sono soggetti al ricordo e all’interpretazione personale, diversa e che, anche se può non essere condivisa da tutti, deve essere rispettata. Per questo, soprattutto all’interno del secondo volume, sono riportate testimonianze anche di chi la guerra l’ha persa, di chi stava dall’altra parte. La memoria è uno strumento fondamentale, soprattutto per le nuove generazioni, per non far dimenticare a nessuno il valore della tolleranza e della libertà, per cercare di evitare gli errori commessi nel passato e poter affrontare e programmare con maggior consapevolezza il futuro. L’uomo, a differenza degli animali, possiede la ragione e la capacità di decidere liberamente ciò che scegliere: questo diritto inalienabile si chiama libertà umana o libero arbitrio e questa capacità di scelta fa sì che possa essere scelto il bene o il male, le cose da consentire o da riprovare.

No all’intolleranza

Quindi è da rinnegare il diritto all’intolleranza che è assurdo e barbaro, è il diritto delle bestie feroci che però sbranano per sopravvivere, mentre gli uomini si sono sterminati in nome di un credo o di un’idea. La guerra è, soprattutto, distruzione e morte, che sono le vere difficoltà della memoria. Gianna Tordazzi ha ricordato una frase di Cesare Pavese che si chiedeva se, alla fine di ogni conflitto, tutti si fossero posti una semplice domanda: e i caduti, i morti, perché sono morti? A questa domanda, diceva lo scrittore piemontese, sarebbe difficile dare una risposta.

Infine ha illustrato alcuni episodi tragici, curiosi e originali, tratti delle interviste effettuate.

Il corredo fotografico

In chiusura Andrea Ottanelli ha voluto sottolineare che, in ogni caso, la morte non estingue le responsabilità avute in vita e non emenda dalle scelte individuali fatte. Ha ricordato, infine, anche l’imponente corredo fotografico dei volumi. L’ultimo, in particolare, si avvale, oltre che dell’archivio privato di Romano Manzani di San Marcello, anche degli scatti reperibili nel fondo della 10th MT Division della Denver Library.

Dove trovare i libri

I volumi, per chi fosse interessato, sono reperibili a Cutigliano presso L’edicola di Paola Mori e la cartoleria Giocart; a San Marcello presso la libreria cartoleria Lorenzo Bargellini e la cartoleria Marzia; a Pistoia alla Libreria del Globo, alla Libreria Lo Spazio e all’Edicola dell’Ospedale.

 

di Gruppo di Studi Alta Val di Lima Cutigliano


La Redazione

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