PISTOIA – Sebastiano Vini, pittore veronese del XVI secolo (nacque intorno al 1530) può essere considerato un vero e proprio anello di congiunzione culturale tra il grande Rinascimento settentrionale e quello toscano, fiorentino e pistoiese in particolare, ma la sua opera pittorica è rimasta impressa anche in alcune chiese della nostra Montagna. Nel 1570, infatti, nel pieno della sua maturità artistica, vi dipinse opere degne di nota: un San Bartolomeo che libera un’ossessa, nella Pieve di Cutigliano, lì trattenuto, secondo la tradizione, da una tormenta di neve, e quattro dipinti, tra cui spicca una splendida Ultima cena, nella chiesa di Popiglio.
Le chiese di Popiglio (a sinistra) e di Cutigliano, dove si conservano affreschi del Vini
Tante opere del Vini del pistoiese
In quegli anni il Vini aveva una sorta di supremazia pittorica nell’area pistoiese e, anzi, come afferma lo storico dell’arte Alessandro Nesi, “il Veronese era sulla cresta dell’onda ed era stato chiamato a lavorare anche a Firenze, nell’entourage del pittore di corte Giorgio Vasari, partecipando alle nozze del Principe Francesco de’ Medici, nel 1565, e realizzando un’importante pala con la Conversione di Saulo, per uno degli altari della basilica di Santa Maria Novella, che in quegli anni venivano ricostruiti per volontà del Granduca e sotto la direzione dello stesso Vasari”. Dunque il Vini si stava aggiudicando molte delle committenze pittoriche e non deve destar meraviglia che le chiese pistoiesi, nella seconda metà del XVI secolo, se ne contendessero i servigi.
L’ADORAZIONE DEI PASTORI
Alle varie opere disseminate nelle chiese e nei chiostri di Pistoia, si è aggiunto recentemente il recupero parziale dell’Adorazione dei pastori, una pala lignea collocata in origine nella chiesa pistoiese di San Giovanni Battista, quando la chiesa stessa venne quasi completamente distrutta durante i bombardamenti del 1943-1944.
I dieci frammenti superstiti, depositati in un sotterraneo di palazzo Pitti, a Firenze, e rinvenuti dalla dottoressa Maria Cristiana Masdea, funzionaria della Sovrintendenza regionale, sono stati ricomposti con una sapiente opera di recupero da parte del Laboratorio di Conservazione e Restauro delle Opere d’arte “Lo Studiolo”, di Lucca, sulla base di una vecchia foto dell’opera, in bianco e nero, scattata prima degli eventi bellici.
La nuova ricomposizione ha permesso di restituire ai frammenti l’evidenza cromatica con un progetto che, come recita la nota tecnica dei restauratori, “risponde a due esigenze distinte ma non contrapposte: una di tipo conservativo e estetico e l’altra di tipo simbolico e storico, dove la furia distruttiva della guerra può e deve essere testimoniata per ciò che distrugge e che toglie irrimediabilmente all’umanità”.
La pala del Vini restituita alla città
E’ allora condivisibile la soddisfazione con cui il presidente della Fondazione Conservatorio San Giovanni Battista, professor Paolo Baldassarri, rivendica il restauro dei frammenti della pala di Sebastiano Vini, voluto dal Consiglio di amministrazione del Conservatorio stesso. “Ma ciò che più ci inorgoglisce – sottolinea Baldassarri – è aver di nuovo messo a disposizione della città l’Adorazione dei pastori, quella stessa città che, a suo tempo, ha accolto Vini come concittadino e nella quale il pittore si è spento nel 1602, a 74 anni di età”. La pala lignea è esposta nella chiesa di San Giovanni Battista dal 14 Dicembre scorso ed è possibile visitarla, per il momento su richiesta, rivolgendosi a Paola Merlo, segretaria generale della Fondazione (Corso Gramsci 37, telefono e fax 0573/21752). In seguito verrà redatto un calendario di apertura al pubblico.
La galleria fotografica della pala restaurata e collocata nella chiesa di San Giovanni Batista, a Pistoia, nel giorno dell’inaugurazione.