PISTOIA – Il Conservatorio di San Giovanni Battista in Pistoia ha una storia lunga e luminosa che, a prima vista, parrebbe solo cittadina e per così dire “metropolitana”. A ben guardare, però, è intrecciata in modo stretto con la storia della montagna pistoiese. Dopo la decisione di Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana, di ridurre il numero degli istituti ecclesiastici, alcuni monasteri femminili si trasformarono nei più laici conservatori, destinati all’istruzione e all’educazione delle fanciulle; così il Monastero di San Giovanni e quelli di Santa Chiara e di Santa Lucia divennero, nel 1787, un unico Conservatorio femminile, intitolato a San Giovanni Battista.
I centri monastici della montagna
La stessa sorte toccò ad alcuni centri monastici della nostra montagna: si trasformarono in altrettanti conservatori i monasteri di San Marcello, Popiglio, Lizzano, Cutigliano e Sambuca Pistoiese, tanto che nacque un vero e proprio sistema educativo femminile il cui punto di riferimento era certamente il Conservatorio di San Giovanni Battista a Pistoia.
L’unica rete di istruzione del territorio
Questa rete formativa rimase per molto tempo l’unica opportunità di alfabetizzazione e di istruzione nell’ampio territorio pistoiese e ad essa va il merito di aver affrancato molte ragazze dall’ignoranza e di aver concesso loro un’acculturazione in un sistema scolastico rivolto quasi esclusivamente ai maschi.
Un breve excursus storico ( dal 1800 al 2000)
La funzione sociale e educativa – La funzione sociale e educativa del Conservatorio di San Giovanni Battista si è costantemente rafforzata nel corso del 1800, tanto che nel Regno d’Italia esso passò alle dipendenze del Ministero dell’Istruzione pubblica. L’offerta formativa (come si direbbe oggi) era assai varia e completa se si pensa che il corso di studi delle ragazze comprendeva i seguenti insegnamenti: “Lettura, calligrafia, aritmetica geometria e disegno lineare, catechismo, storia sacra e civile, cosmografia e geografia, lingua italiana, elementi retorici, lavori femminili, maglia, cucito, ricami in bianco, in seta a colori e in fondo argento e oro” nonché, per coloro che potevano permettersi una retta integrativa, lezioni di lingua francese, ornato e pittura, musica, ginnastica e ballo. Per di più, verso il finire del 1800 il nostro Conservatorio ospitò educandato, asilo e scuola pubblica elementare.
La crescita della didattica – All’inizio del XX secolo, dopo precedenti ricostruzioni, venne ammodernato e crebbe contemporaneamente la sua multifunzionalità didattica: al gabinetto scientifico ed alla biblioteca si aggiunsero ufficialmente la “Sala di ginnastica” e l’insegnamento della musica. Inoltre venne adibito ad usi pubblici al servizio della città (nel Salone dei ricevimenti si tenevano manifestazioni cittadine) e, tra il 1915 e il 1919, alcuni locali servirono perfino come ospedale militare.
Fra le due guerre un polo educativo – Nel periodo compreso fra le due guerre, il Conservatorio era ormai un robusto polo educativo (nel 1932 accolse l’Istituto Magistrale) tanto che attraeva convittrici da tutta Italia.
Dopo i bombardamenti, le rovine – Dopo i bombardamenti del 1943 e del 1944 di questa imponente struttura architettonica rimasero quasi esclusivamente rovine e solo nel 1957, con un impegno economico notevole, ne fu completata la ricostruzione.
La ricostruzione – Vennero così riedificate la Chiesa di San Giovanni, sulla base del disegno originario dell’architetto rinascimentale Ventura Vitoni, che per un periodo fu data in uso alla Fonderia di Renzo Michelucci, fu ridotto il grande giardino e costruita la Scuola elementare “Collodi”.
La chiusura del convitto nel 1982 – Ancora per pochi decenni il Conservatorio ha esercitato la sua attività istituzionale di collegio, finché nel 1982 il convitto è stato chiuso e alcuni locali sono serviti a servizio di refezione per dipendenti di enti pubblici. Nel frattempo, tra il 1972 e il 1998, è stato anche sede della Scuola Magistrale Ortofrenica. Tanti volti, dunque, e tante funzioni.
Ma chi può dimenticare che nei locali del Conservatorio di San Giovanni Battista hanno studiato generazioni e generazioni di ragazzi pistoiesi iscritti, oltre che al già citato Istituto Magistrale “A.Vannucci”, al prestigioso Istituto Tecnico Commerciale “ F.Pacini”, di cui proprio in questi giorni è stato celebrato il suo primo centenario di vita?
La nascita della Fondazione – Dal 2006 il Conservatorio ha una nuova veste istituzionale; è diventato una Fondazione, ma non ha abiurato la sua meritoria e storica funzione di centro di istruzione, formazione, educazione e cultura per i giovani, che del resto è sempre stata la sua vocazione principale.
Un po’ di storia per immagini
La Chiesa di San Giovanni Battista
Facciata e interno della Chiesa di San Giovanni. La Fondazione si è fatta carico anche del restauro conservativo della facciata e del portale della Chiesa, uno dei rari esempi di chiesa rinascimentale, realizzata dall’architetto pistoiese Ventura Vitoni. Nell’ultima foto a destra, il Chiostro, una sintesi di sobrietà ed eleganza.
Il crocefisso ligneo
Tra i tesori artistici che impreziosiscono il Conservatorio c’è un Crocifisso ligneo scolpito tra il 1500 e il 1600, che recentemente è stato restituito al suo antico splendore con un sapiente restauro.
Il chiostro di santa Chiara
Nel XVIII secolo il Monastero di San Giovanni Battista ha inglobato gli antichi monasteri contigui di Santa Lucia e di Santa Chiara, di cui la foto evidenzia il chiostro.
Il presidente Paolo Baldassarri
Il professor Paolo Baldassarri, attuale presidente della Fondazione Conservatorio San Giovanni Battista, è stato per molti anni anche Preside dell’Istituto Tecnico Commerciale “F.Pacini”, in cui si sono formate generazioni di studenti pistoiesi