Nuovi progetti  |  novembre 6, 2017

Piccoli comuni, ecco la legge ad hoc: un’occasione per la montagna

Appena pubblicata in Gazzetta ufficiale (il 2 novembre), riguarda i municipi sotto i 5000 residenti. Ancora troppo poche le risorse disponibili. Positivo l'approccio di “sistema” e le politiche per favorire la microeconomia locale: obiettivi principali la riqualificazione di terreni forestali e edifici, il ripristino di ambiente e territorio, la promozione di nuove forme di turismo. Di particolare interesse il capitolo istruzione e trasporti. Le possibili ricadute per il nostro territorio

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Un'immagine di Sambuca, uno dei comuni della nostra montagna interessati alla legge (foto Celsi)

ROMA – I piccoli comuni hanno una legge ad hoc. La Gazzetta Ufficiale 2-11-2017 n° 256 contiene il testo della Legge 6 Ottobre 2017, n° 158, detta anche la “legge Realacci”, dal nome del primo firmatario, il parlamentare Ermete Realacci, che prevede misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni.

Le finalità della legge sono quelle di promuovere e favorire lo sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale dei piccoli comuni, nonché l’equilibrio demografico del Paese, incentivando la residenza in questi comuni, anche a presidio dei territori e a contrasto del dissesto idrogeologico.

Cosa si intende per piccoli comuni

Per “piccoli comuni” si deve intendere quelli con popolazione residente fino a 5000 abitanti, nonché quelli istituiti a seguito di fusione tra comuni aventi ciascuno popolazione fino a 5000 abitanti (art 1 comma 2). Entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore, verrà definito l’elenco nazionale dei piccoli comuni interessati ai benefici della presente legge, ma c’è già chi stima che il loro numero complessivo si aggiri intorno alle 5-6000 unità.

Nella nostra montagna i comuni beneficiari dovrebbero essere quelli di Abetone-Cutigliano, Marliana e Sambuca Pistoiese, tanto per parlare dei più vicini.

Le (poche) risorse disponibili

Le risorse complessivamente messe a disposizione sono 10 milioni di euro per l’anno 2017 e 15 milioni di euro annui per ciascuna delle annualità dal 2018 a 2023, tenendo conto che a queste risorse sono cumulabili le agevolazioni e i contributi già previsti dalle vigenti normative europee, nazionali e regionali.

Provvedimenti “quadro”

Si tratta di una legge che contiene elementi interessanti di novità, soprattutto per un approccio “di sistema” all’argomento, dato che le aree periferiche si possono salvare solo con provvedimenti “quadro” di ampio respiro, con risorse cospicue (ma quelle previste dalla presente legge sono enormemente insufficienti) e con la sinergia di vari “attori”, pubblici e privati, locali, nazionali ed europei, ma soprattutto tenendo conto delle esigenze e della voce di coloro che abitano queste zone periferiche e quotidianamente affrontano le difficoltà del viverci.

Gli elementi più interessanti

Fra gli elementi di maggiore interesse c’è l’esigenza di riqualificare terreni agricolo – forestali e edifici, di regimare acque, di ripristinare l’ambiente e il territorio, di promuovere un turismo lento correlato a sentieri e alberghi diffusi, per valorizzare proprietà immobiliari di privati largamente sottoutilizzate, per promuovere insomma una microeconomia locale che tenga la gente e soprattutto i giovani nei paesi d’origine offrendo nuove opportunità.

Vantaggi per i servizi ai cittadini

Anche nell’ambito dei servizi ci sono disposizioni vantaggiose per i cittadini residenti nei piccoli comuni; si parla, ad esempio, dello sviluppo della rete a banda larga, della realizzazione di convenzioni per favorire servizi postali e effettuazione di pagamenti, per diffondere la stampa quotidiana o per promuovere la cinematografia.

Infine, trasporti e istruzione: si predispongono un piano per l’istruzione destinato appositamente alle aree locali ed una serie di azioni che mirano al miglioramento delle reti infrastrutturali, nonché ad un collegamento più facile tra i comuni delle aree rurali e montane.

Il parere degli amministratori locali

Sarà interessante ascoltare l’opinione dei sindaci e amministratori di questi piccoli comuni per valutare il reale impatto di questa legge su territori di fatto abbandonati da oltre mezzo secolo, sui quali si sono sedimentate difficoltà di vario tipo e i cui residenti hanno scontato sulla propria pelle gli effetti, tutti negativi, dell’emarginazione, della globalizzazione e del “burocretinismo”.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)