L'intervista  |  maggio 26, 2017

Pagliai, la settima fatica è un“noir” magico e surreale

In uscita “La Figlia della Colpa”, il nuovo libro dello scrittore della Montagna Pistoiese. Che spiega l'approdo al nuovo genere e i tanti cambiamenti rispetto alle opere precedenti. Nel testo tracce di esoterismo, storie di sesso e di amore. “I personaggi vagano tra bene e male, vizio e virtù, dolcezza di animo e ferocia”. Sabato 27 la presentazione in anteprima a San Marcello

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SAN MARCELLO – Si intitola “Figlia della Colpa”, viene edito dalla Pendragon di Bologna, è dedicato “agli innocenti” e sarà disponibile in tutte le librerie nazionali a partire dall’8 giugno prossimo. L’ autore, Federico Pagliai, presenterà, però, questa sua ultima pubblicazione in anteprima domani, sabato 27 maggio alle 17.30, nella Sala Coop di San Marcello Pistoiese, assieme a Manlio Monfardini e Pia Benedetto. Abbiamo intervistato Pagliai Federico per capire di cosa parla questo libro che, già dal titolo e dalla copertina, suscita molta curiosità.

Federico, partiamo proprio dal titolo: perché “ Figlia della colpa”. E chi è?

“Dirtelo ora, così all’inizio, mi pare prematuro. Quello che ti dico è che non è detto che ‘Figlia della colpa’ sia una persona fisica. Magari lo è, ma può anche darsi che si tratti di un sentimento che, nel libro, tutti si affaccendano a tenere nascosto, perché la colpa esiste solo quando qualcuno si accorge che ce l’hai”

Dalla copertina si evince che si tratta di un romanzo. Che genere di romanzo?

“ Si. E’ un romanzo noir, ma non un giallo. E’ una narrazione esoterica, magica e surreale e dove c’è anche del sesso e storie di amore. I personaggi vagano in continuo rimescolio tra bene e male, buono e cattivo, vizio e virtù, bello e brutto, dolcezza di animo e ferocia. E’ il mio settimo libro, ma con ‘La Figlia della Colpa’ mi sembra di essere alla prima pubblicazione! Rispetto ai precedenti, ci sono grossi cambiamenti: nella forma letteraria, nella collocazione temporale non più rivolta al passato ma in un immaginato e prossimo futuro, nelle misteriose dinamiche e ruoli dei tanti personaggi, nel valore che essi danno ‘al caso’ e altro ancora. In comune con gli altri testi, questo nuovo libro ha solo l’ ambientazione in montagna, su questa montagna, e lo scrivere semplice: da bosco, paese e strada”

Sulla quarta di copertina c’è scritto che il male dilagherà. C’è da aver paura a leggere un libro così?

“ Tra i vari sentimenti che ci sono nel libro, quello della paura è forse uno dei più presenti. Ha tante sfaccettature e ogni personaggio vive e trasmette la propria: c’è chi la combatte, chi vi si adegua, chi la trasforma in vigliaccheria. Quanto al male, c’è anche quello. Esiste il male, e far finta che non esista è ipocrisia. Tanto vale raccontarlo, allora. A maggior ragione, quando poi la gente ne è attratta. Qui, in questo libro – ma anche in tanti casi della vita reale – il male prende il sopravvento perché è saltato l’ equilibrio tra esso e il bene: è con il dilagare del male che arriva la pazzia collettiva”

Insomma, un po’ come diceva Vasco Rossi quando cantava che vivere è tutto un equilibrio sopra la follia.

“ E quando salta un equilibrio, tutto è possibile. Anche che si avverino storie come quelle scritte in questo libro”.


La Redazione

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