PISTOIA – “La felicità dei margini”? Se c’è, è una conquista faticosa e quotidiana. Potrebbe essere questa la sintesi delle due giornate ( l’8 e il 9 Aprile) dedicate alle zone periferiche nell’ambito della rassegna culturale “Leggere la città”. Le delegazioni dei paesi di Orsigna, Badia a Pacciana, Le Piastre e Baggio si sono alternati sul palco allestito nella splendida coreografia del Chiostro di San Lorenzo, a Pistoia, ed hanno presentato le loro innumerevoli iniziative che testimoniano l’amore per i loro borghi e la volontà pervicace di non abbandonarli alla desolazione ed al degrado.
La difesa del modello “periferico”
Rispondendo alle simpatiche provocazioni di Claudio Rosati, che insieme all’antropologo Pietro Clemente, ha coordinato l’intera manifestazione, i “paesani” hanno orgogliosamente difeso il modello sociale, per così dire, “periferico”, esaltandone la vivibilità e la dimensione ancora umana, ma si sono espressi in modo garbatamente deciso contro la latitanza delle istituzioni, in primis l’Amministrazione comunale di Pistoia, che stentano a capire l’importanza delle zone marginali (specialmente quelle collinari e montane) anche ai fini della sicurezza della città. In effetti il presidio di quelle zone è ancora l’ultimo baluardo contro il dissesto idrogeologico e contro la perdita di valori culturali e storici che ormai sono assediati dall’urbanizzazione selvaggia e dall’omologazione del nostro tempo.
Le testimonianze dei cittadini stranieri
Eppure le testimonianze di cittadini stranieri, che si sono trasferiti in questi ultimi anni a Le Piastre, all’Orsigna e a Baggio e che hanno preso la parola sul palco, sono state univoche: in questi borghi regna l’accoglienza e la disponibilità, in un contesto paesaggistico unico e quasi incontaminato, particolarmente adatto ai bambini, che vi scoprono cose vere e naturali.
E allora si conferma la veridicità del detto “Nessuno è profeta in patria” perché noi che disponiamo di questa grande ricchezza potenziale, non sappiamo valorizzarla e lasciamo che gli abitanti “dei margini” si sentano pionieri abbandonati, che vengono convocati dalla “madrepatria” solo per fare folclore o per attirar gente.
Comunque, Viva i margini, nonostante tutto!