Una Montagna di Parole  |  aprile 3, 2017

Il canto del cucùlo, quel suono inconfondibile che ci annuncia la primavera

Tante le credenze e fantasie legate a questo uccello. In montagna i vecchi pensavano che portasse soldi. Diversi anche i proverbi e modi di dire. L'origine di questa parola onomatopeica che riproduce il verso dell'animale: un cucù ripetuto

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Uno dei segnali dell’imminenza della primavera è il canto del cucùlo, che d’improvviso si sente qua e là nei boschi fra la fine di marzo e l’inizio di aprile. E’ un canto inconfondibile e per questi motivi ha particolarmente stimolato l’immaginario collettivo, tanto che sono nate intorno a questo uccello dal comportamento strano (depone le proprie uova nel nido degli altri uccelli affinché le covino per lui) credenze e fantasie. Qui in montagna i vecchi si frugavano in tasca appena udivano il canto del cucùlo: se ci avessero trovato qualche soldo sarebbe stato auspicio di prosperità economica. Insomma, il cuculo ne avrebbe portati molti altri!

Curiosi sono anche i proverbi e i modi di dire locali legati a questo volatile. A Sambuca ce n’è uno davvero inusuale. Dice così, in dialetto sambucano: “Se l’8 a n’è arivado/ quei de Baggio i’ l’han mandhjado”, cioè: ”Se l’8 (di aprile) il cucùlo non è arrivato, (vuol dire che) quelli di Baggio l’hanno mangiato”. Questo adagio ci riporta ai contrasti tra paesi, che a volte si traducevano in simpatiche prese in giro ed altre volte diventavano ben più aspri.

La parola “cucùlo” è di origine onomatopeica perché riproduce un suono naturale, in questo caso il verso dell’animale, che suona come un “cucù” ripetuto. Per questo si dice “cucùlo” e non “cùculo”, come qualcuno a torto afferma.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)