Le parole hanno un’anima, che è la ragione per cui sono nate, ma spesso è necessario riscoprirla per ritrovarne l’essenza, perché il tempo e l’uso la logorano. “Sinergia” è un termine di origine greca e significa “L’agire insieme”, “la collaborazione” e mi sembra lo strumento più adatto per salvare l’ecosistema della nostra montagna. Occorre infatti una sinergia di intenti, di strumenti, di scopi, al di là di ogni barriera vera o presunta, di tipo ideologico o, più generalmente, pregiudiziale.
L’ecosistema naturale
Non si può ignorare il fatto che da molti millenni anche l’uomo sia parte integrante dell’ecosistema naturale e che lo abbia modellato con le sue attività, perché è insito nel vivere stesso l’incidere più o meno pesantemente su un territorio e sui biotipi che lo caratterizzano. Lo fa un albero, quando cresce a dismisura a scapito di altri e colonizza l’area circostante con le radici e con i semi; lo fanno gli animali selvatici, quando a branchi devastano i soprassuoli o brucano le vegetazioni anche arboree; lo fa una frana, quando il terreno perde il suo baricentro; lo fa un fiume, quando esonda e distrugge; lo fa l’uomo, solo per il fatto di esistere e di richiedere spazi e risorse sempre più ampie.
L’equilibrio si è rotto
La sapienza della natura, però, per millenni e millenni aveva provveduto a dominare le alterazioni provocate da una specie vivente o da un’altra con una regola infallibile: l’equilibrio, che, specialmente negli ultimi secoli si è infranto a causa della massiccia e progressiva antropizzazione e che non può essere reintrodotto artificialmente a colpi di interventismo indiscriminato o, al contrario, di una intangibilità quasi maniacale dell’esistente.
La mancanza di una filosofia dell’ambiente
E qui si ritorna alla grande responsabilità dell’uomo contemporaneo che, con il suo comportamento schizofrenico e pieno di eccessi, di fatto non ha ancora elaborato una seria filosofia dell’ambiente naturale, nonostante oggi abbondino i laureati, i diplomati e i super esperti di ogni genere. Senza la guida di una solida e condivisa filosofia dell’ambiente ogni legge, ogni regolamento, ogni direttiva in materia ambientale sono soluzioni velleitarie estemporanee, sterili e talvolta solo elettoralistiche.
Le regole attuali nascono spesso dietro scrivanie asettiche e subiscono lungo il percorso istituzionale i morsi delle varie mediazioni, frutto di lobby ed interessi di bottega, cosicché vengono concepite in un modo e diventano qualcos’altro, sbiadite, alterate e, in ultima analisi,contorte, incomprensibili e dannose.
L’interazione positiva uomo-ambiente
Eppure nel nostro bel paese sono stati innumerevoli i casi di interazione positiva tra uomo e ambiente naturale. La bellezza e l’armonia delle colline toscane sono dovute certamente ad una conformazione naturale, ma anche ad un’opera sapiente dell’uomo che le ha modellate con l’intervento di agricoltori, pastori, boscaioli ecc. In Trentino e in altre regioni la pastorizia insistita nel tempo ha disegnato radure e prati che ben si sono integrate col panorama boschivo, anzi hanno esaltato la fruibilità anche visiva del panorama. E, per venire a noi e ad oggi, il Padule di Fucecchio è stato conservato da cacciatori e ambientalisti, a tutto vantaggio di un territorio utile anche a fini didattici. Così come il Parco della Querciola a Quarrata, coi suoi laghetti e aree verdi, è la sintesi dell’opera dei cacciatori e del consenso di ambientalisti e istituzioni.
Le sinergie necessarie alla Montagna
E allora, perché nella nostra Montagna pistoiese non si può fare altrettanto? Perché cacciatori, ambientalisti, boscaioli, imprenditori, proprietari di boschi e terreni non pensano ad una sinergia, coordinata poi dalle istituzioni, che superi divisioni manichee, contrarie anche al buon senso, del quale si sono fatti forti per secoli i nostri avi, che non avevano tante lauree, diplomi e super competenze in ogni settore dello scibile umano?